Perché i droni stanno cambiando la tv

Ora le riprese aeree delle fiction (compresa “Un passo dal cielo”) si fanno con loro

28 Aprile 2021 alle 08:53

Tante volte nelle serie tv e nelle fiction vediamo bellissime riprese fatte dall’alto, che ci regalano delle scene spettacolari. L’esempio più eclatante in queste settimane è quello di “Un passo dal cielo”, i cui straordinari panorami tra laghi alpini, boschi verdissimi e montagne sono parte del racconto stesso.

Tutto questo è possibile grazie all’utilizzo sempre più diffuso dei droni. Per chi non lo sapesse si tratta di piccoli velivoli telecomandati, di varie dimensioni, che sono entrati nell’uso comune in vari campi, da quello militare a quello del controllo del traffico (nel periodo di lockdown se n’è fatto un largo utilizzo in molte grandi città per seguire gli spostamenti delle persone). Ma è soprattutto nell’ambito televisivo e cinematografico che questa tecnologia regala grandi emozioni e ha sostituito i ben più costosi elicotteri per le riprese dall’alto. Vediamo di scoprire qualcosa di più di questi mezzi che nel futuro cambieranno le nostre abitudini. In tv, certamente, ma anche nella vita di tutti i giorni.

«Che grande aiuto!» Parola di regista

Jan Michelini è uno dei registi di “Un passo dal cielo” ed è stato tra i primi a fare largo uso dei droni: «Ormai il drone è diventato uno strumento fondamentale nel linguaggio cinematografico. Per un certo periodo addirittura se n’è abusato, la classica battuta che si faceva a un regista che esagerava era: “Ma che sei diventato Dronenberg?” (il riferimento è al regista Cronenberg, ndr). Come con tutti i nuovi giocattoli all’inizio siamo impazziti. Il rischio, in caso di eccessi, è di dare un effetto da documentario. Il drone, invece, è un mezzo utile nel momento in cui racconta qualcosa, come avviene in “Un passo dal cielo” dove le montagne sono a tutti gli effetti un personaggio».

Operativamente come lavora un regista quando usa un drone? «Innanzitutto diciamo che sul velivolo vengono montate una o più macchine da presa, a seconda del modello. Per muoverlo servono due persone: il pilota vero e proprio e un secondo operatore che si occupa dei movimenti di macchina. Noi registi vediamo in tempo reale su uno schermo cosa sta riprendendo la macchina da presa e forniamo le indicazioni necessarie per le inquadrature».

Un aspetto da non sottovalutare è quello dell’allestimento della scena: «Un drone riprende dei panorami molto ampi, per cui è necessario far sparire tutti quegli elementi che non sono previsti dal copione, dai passanti alle macchine parcheggiate, fino alla nostra stessa attrezzatura».

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