Perché ti chiami così? Ecco il motivo dei nomi dei vip

Da Gerry Scotti ad Amadeus, da Rudy Zerbi a Milly Carlucci, tanti i nomi con un bel significato

Gerry Scotti  Credit: © Pigi Cipelli
1 Luglio 2022 alle 07:59

Onorare o ricordare un nonno o un altro parente. Prendere una decisione originale. Scegliere un nome bello, che suona bene. Chiedere la protezione di una santa o di un santo. O imitare un personaggio famoso che ha dato quel nome alla figlia o al figlio. Sono queste le motivazioni più diffuse tra i genitori per la non facile attribuzione di un nome alla discendenza. E sono le stesse che ritroviamo (tra storie semplici, altre più complesse e anche molto curiose) tra i personaggi dello spettacolo che hanno risposto alla nostra inchiesta “Perché ti chiami così?”.

Replicare il nome dei nonni, tradizione ancora viva in Italia soprattutto nei piccoli centri e nel Meridione, caratterizza un buon numero di intervistati. Numerose anche le dediche ai santi. E poi ci sono i nomi ispirati a una figura televisiva, personaggio di fantasia o interprete reale che sia. Vedremo insieme che Lino (Pasquale) Banfi onora uno zio eroe di guerra, mentre Nino (Antonino) Frassica, Amadeus (Amedeo) e Milly (Camilla) Carlucci ricordano tutti i nonni materni... E scopriremo cosa hanno a che fare Al Bano con l’Albania, Max Giusti con Mina, Orietta Berti con la scrittrice Liala, Marco Liorni con Gino Cervi e Luciano Ligabue con la fortuna.

Ispirazione religiosa

  • Antonella Clerici «Mi chiamo così perché mia mamma era devota a sant’Antonio da Padova».
  • Maria Chiara Giannetta «Prima che nascessi i miei erano stati ad Assisi e si erano innamorati della storia di san Francesco e santa Chiara e avevano deciso di dare a me il nome Chiara, aspettando che poi arrivasse un Francesco (mentre Maria è il nome di mia nonna paterna). Invece dopo di me è arrivata mia sorella Barbara, perché amavano la storia di santa Barbara, poi è arrivata la terza figlia femmina e l’hanno chiamata Francesca, dal momento che il maschio non arrivava. Invece poi è arrivato e l’hanno chiamato come mio nonno Giuseppe».
  • Paolo Bonolis I suoi genitori si sono sposati il giorno dei santi Pietro e Paolo e hanno voluto chiamarlo Paolo: «Sempre meglio chiamarmi Paolo che con un fischio!» ride.
  • Cristiano Malgioglio «All’anagrafe sono Giuseppe Cristiano Malgioglio. All’inizio avrei dovuto chiamarmi solo Giuseppe perché san Giuseppe era il santo preferito da mia mamma. Ma al battesimo mio padre decise di aggiungere Cristiano perché voleva che diventassi un buon cristiano. Fin da piccolo però tutti mi hanno sempre chiamato con il secondo nome: se mi chiamassero Giuseppe non mi girerei neanche!».
  • Rosario Fiorello Il nome completo è Rosario Tindaro Fiorello. Rosario come la Madonna del Rosario, Tindaro invece è stato scelto dalla mamma Rosaria, devota alla Madonna nera di Tindari.

Omaggio alla famiglia

  • Fedez I suoi genitori erano indecisi tra Federico ed Edoardo e alla fine hanno scelto Federico. Mentre il secondo nome Leonardo è quello del nonno paterno.
  • Enzo Iacchetti «Enzo viene da Vincenzo, mio nonno materno. Ma i miei mi hanno voluto dare il nome Enzo per fare più in fretta a chiamarmi!».
  • Nino Frassica «Sono il secondo di quattro figli, due maschi e due femmine, e ciascuno di noi porta il nome di uno dei nonni. Il primo è Matteo, che ha il nome del nonno paterno, poi ci sono io, con il nome del nonno materno Antonino, poi le mie sorelle Rosalia ed Emilia che hanno il nome rispettivamente della nonna materna e della nonna paterna».
  • Gerry Scotti «Mi chiamo Virginio. I miei hanno seguito la tradizione di dare al loro figlio il nome di un parente importante. In questo caso il parente che mi ha donato il suo nome era il fratello di mio papà. Sapendo che mia mamma era in dolce attesa ed essendo lui malato di Tbc e ricoverato in sanatorio, con una bellissima lettera che mia madre conservava e io purtroppo non so dove sia finita, come ultimo desiderio chiedeva, se fosse nato un bambino, di chiamarlo come lui. Così io sono nato e i miei già sapevano che sarei stato Virginio. Io non ho rispettato questa tradizione, ma mio figlio e sua moglie sono stati molto gentili nei miei confronti chiamando Virginia la loro primogenita, mia nipote, che è nata grazie a Dio, senza che io fossi morto!».
  • Lino Banfi «Devo il mio nome alla Prima guerra mondiale. Mia madre aveva un fratello, Pasquale, che morì a 18 anni combattendo per la patria. Fu lei a volermi chiamare così per amore e riconoscenza verso quello zio che non ho mai conosciuto».
  • Raoul Bova L’attore si chiama come il nonno paterno.
  • Cesara Buonamici «Cesara è piuttosto insolito ma è un omaggio al mio nonno paterno, morto poco prima della mia nascita. Da ragazza non mi piaceva: troppo inusuale. Oggi invece, sapendo quello che rappresenta, lo porto con orgoglio».
  • Maria De Filippi «Mia nonna si chiamava Maria» dice la conduttrice.
  • Red Canzian «Mi chiamo Bruno Giuseppe Andrea. Bruno è semplicemente un nome che piaceva ai miei genitori, Giuseppe è il nome del nonno paterno e Andrea perché sono nato il giorno in cui si festeggia sant’Andrea. Molto più particolare è la scelta del nome d’arte, Red, che ho preso dal nome del mio primo gruppo, i “Capsicum Red”. Quando iniziai a suonare con i Pooh il mio discografico, Pino Massara, fece uscire sui giornali la notizia che ero l’unico inglese dei quattro. Non lo scoraggiò nemmeno il mio cognome palesemente veneto e disse che ero inglese da parte di madre. La storia è andata avanti per un anno e mezzo, io parlavo con un accento a metà tra Don Lurio e Stanlio! Poi non ce l’ho fatta più e sono tornato a parlare in italiano. Ma la storiella era stata talmente credibile che dieci anni dopo un giornalista, alla fine di un’intervista, mi disse: “Complimenti, hai imparato bene l’italiano!”».
  • Amadeus «Mi chiamo Amedeo come mio nonno materno. Il mio secondo nome è Umberto perché il papà di mio papà si chiamava Umberto. E il mio terzo nome è Rita perché i miei genitori e i miei nonni erano devoti a santa Rita».
  • Caterina Balivo «Mi chiamo così per mia nonna paterna che non ho mai conosciuto. Mio padre era innamoratissimo della mamma che ha perso quando aveva 20 anni».
  • Massimo Ranieri «Il mio vero nome è Giovanni e ce l’ho perché mio nonno si chiamava così. Nella mia famiglia tra fratelli, sorelle e cugini ci saranno più di una decina di Giovanni! È una vecchia usanza: al bambino si dava il nome del nonno e...eccomi qua, Giovanni!».
  • Mago Forest «Mi chiamo Michele perché mio nonno si chiamava Michele, ai tempi forse era obbligatorio dare ai figli il nome dei propri genitori! A Nicosia, il mio paese in Sicilia, san Michele si festeggia il giorno dopo Pasqua; noi nicosiani amiamo dire di lui che “niente ha e niente gli manca”».
  • Milly Carlucci «Mi chiamo Camilla come mia nonna materna».
  • Nicola Savino «Mi chiamo Nicola per la più classica delle tradizioni meridionali: il padre di mio padre si chiamava Nicola, ma è una “dynasty” che io ho impietosamente interrotto avendo solo una figlia femmina, Matilda, perché lì era un susseguirsi di Nicola Savino e Francesco Savino, Nicola Savino e Francesco Savino... Però è finita qua!».
  • Rudy Zerbi «Il mio nome è Rodolfo, come il papà di mia mamma. Da bambino lo odiavo: i miei compagni mi prendevano in giro e quindi è nato il diminutivo Rudy. Oggi Rodolfo lo amo, se qualcuno mi chiama per esteso sono contento, in realtà hanno imparato tutti a usare il diminutivo, mi chiama Rodolfo solo mia madre quando è arrabbiata. Così quando sento “Rodolfo!” capisco subito che c’è un problema».

Dai personaggi del mondo dello spettacolo

  • Carlo Conti «Mi chiamo così per lo sceneggiato tv “La pisana”, in onda nel 1960. Il protagonista è Carlino, interpretato da Giulio Bosetti che piaceva alla mia mamma. Il mio babbo faceva un po’ il geloso e quando guardavano in tv le puntate io mi muovevo e scalciavo nella pancia della mamma e il babbo scherzando e prendendo in giro la mamma diceva: “Che fa Carlino?”. Così mi hanno chiamato Carlo».
  • Max Giusti «Mi chiamo Massimiliano perché io sono nato nel 1968, allora questo nome non era comune. Cinque anni prima nacque il figlio di Mina, Massimiliano Pani (che poi ho conosciuto), e mia mamma decise di chiamarmi così. La sua nascita ha determinato il mio nome».
  • Marco Liorni «Mio padre mi ha chiamato Marco perché seguiva in tv uno sceneggiato con Gino Cervi, e il personaggio che preferiva si chiamava Marco. Poiché era d’accordo con mamma che se fosse nato un maschio il nome l’avrebbe deciso lui, ha scelto proprio Marco».
  • Maurizio Costanzo I genitori del giornalista lo hanno chiamato così perché quando nacque il canzoniere francese Maurice Chevalier era molto amato e il nome Maurizio in quel periodo andava di moda.
  • Lorella Cuccarini «Mi chiamo Lorella come l’attrice Lorella De Luca che era una passione di mio papà. La mamma invece avrebbe voluto chiamarmi Foscarina... e meno male che nella scelta del nome l’ha spuntata papà!».

Storie d'amore, d'amicizia e...

  • Vasco Rossi Il nome gli è stato dato dal padre Giovanni Carlo, detto Carlino, di mestiere camionista, in omaggio al compagno di prigionia in Germania durante la Seconda guerra mondiale.
  • Massimo Giletti «Mia madre ha pensato sin da subito a questo nome opponendosi alla richiesta e al desiderio di mia nonna paterna che voleva che mi chiamassi Oreste. Mamma invece ha sempre amato il nome “Massimo”. Ma, come secondo nome, mi è rimasto comunque Oreste».
  • Al Bano «Mio padre nel 1941 era in Albania per la guerra. Non condividendo quel conflitto, fece di tutto per non essere mandato in prima linea. Si inventò una malattia e, quando dovevano misurargli la febbre, si metteva vicino ai caminetti per riscaldarsi e far salire il termometro. Lasciato nelle retrovie, si rifugiava nelle case degli albanesi che, disse, gli avevano salvato la vita. Così scrisse a mia madre: “Chiamalo Albano, sarà la nostra fortuna”. Un nome a dir poco profetico…».
  • Michelle Hunziker «Mi chiamo Michelle per colpa dei Beatles. Mia madre e mio padre si sono dati il primo bacio su un juke-box e, sedendosi sopra, è partita la canzone “Michelle, ma belle…”».
  • Costantino della Gherardesca «Mi chiamo Costantino per via del marito della cugina di mia madre, Sveva della Gherardesca, che sposata divenne Sveva Romanoff dal momento che suo marito era Nicola Romanoff, discendente della famiglia imperiale scappata dalla Russia durante la Rivoluzione. Zio Nicola era ortodosso e siccome ci teneva al cristianesimo, bandito in Unione Sovietica sotto il regime comunista, chiese a mia mamma di darmi il nome cristiano per eccellenza che secondo lui era Costantino, ossia l’imperatore che rese il cristianesimo religione ufficiale nell’Impero romano».
  • Dodi Battaglia «Il mio nome vero è Donato e i miei genitori lo scelsero per il suo significato “donato dal cielo”. Poi frequentando alle superiori una classe mista, le ragazze cominciarono a chiamarmi Dodi e da allora mi sono abituato perché mi piaceva. Non a caso, l’ho scelto come nome d’arte».
  • Ezio Greggio «Nome scelto dai miei genitori. Mio padre era stato militare in Grecia nella Seconda guerra mondiale. Il nome proviene dal greco “aetos” (aquila), da cui derivano i nomi greci e latini “Aetios” e “Aetius”. Pensate che mia madre voleva chiamarmi Oscar ma un loro parente chiamò così il figlio e cambiò. Quindi mi devo dar da fare e per lo meno un Oscar lo dovrò vincere per accontentare mia madre!».
  • Christian De Sica «Mia madre scelse il nome di mio fratello, il primogenito della famiglia, mentre mio padre volle scegliere il mio. All’epoca era vietato assegnare a un bimbo un nome straniero. Ma mio padre andò all’anagrafe, venne subito riconosciuto dall’impiegato il quale acconsentì a scrivere il mio nome con la h, cosa veramente inusuale all’epoca. Credo di essere stato il primo o tra i primi a portare questo nome».
  • Myrta Merlino «Mia madre è stata sempre fanatica della mitologia greca. Quando sono nata voleva chiamarmi Myrtha, con la th, perché il mirto era la pianta prediletta da Afrodite. La dea si cinse il capo dopo il giudizio di Paride. In più il mirto è sempre stato la pianta preferita da poeti, atleti e grandi guerrieri. Comunque quando mio padre andò all’anagrafe del Comune di Napoli per scrivere il nome, l’impiegato gli disse: “Lasci la y ma non complichiamo la faccenda con la th”. E quindi papà decise per Myrta».
  • Luciano Ligabue «Mio padre pensava che la doppia elle nel nome e cognome portasse fortuna, e Luciano era tra i nomi possibili».
  • Orietta Berti «Mia mamma era una grande ammiratrice di Liala e quando era incinta di me stava leggendo un romanzo la cui protagonista si chiamava Orietta, così decise di darmi questo nome».
  • Serena Rossi «I miei genitori mi hanno chiamato Serena come augurio per una vita senza problemi» dice l’attrice.
  • Barbara Palombelli «Mio padre aveva una grande amica, una donna vivace e creativa che stimava molto e che anche io ho avuto la fortuna di conoscere. Era Barbara Busiri Vici, famiglia di importanti architetti, anche nostri lontani parenti! Ho preso il suo nome, nonostante a mia nonna piacesse Elena».
  • Lilli Gruber Il nome della giornalista è Dietlinde. Il papà, Alfred Gruber, era un imprenditore edile di Cortaccia, paesino su un altopiano della valle dell’Adige; la famiglia della mamma, Herlinde Deutsch, nata a Brunico, abitava ad Egna, 25 chilometri a sud di Bolzano. «È un antico nome germanico il mio. Tra l’altro nessuno mi ha mai chiamato così. La zia di mia madre, Tante Auguste, che era una germanista, le suggerì dei nomi, credo ispirati alla saga dei Nibelunghi (stirpe mitologica, ndr): mia sorella si chiama Friederike, mio fratello Winfried. Dietlinde vuol dire “colei che guida i popoli”».
  • Tiberio Timperi «I miei genitori non si mettevano d’accordo e mio zio Luigi, che aveva reminiscenze di studi classici, disse: “Suo padre si chiama Flavio, il bambino è di Roma, facciamo Flavus Tiber, il biondo Tevere”. Così sono diventato, mio malgrado, Tiberio. Mio malgrado però solo alle elementari e alle medie, perché adesso non vedrei un nome più giusto di quello che porto. Quindi grazie a zio Luigi per questo nome che mi lega indissolubilmente a Roma».
  • Mara Maionchi «Era il nome della moglie di un amico di papà. Mia mamma Emilietta lo sentì un giorno a Lucca (mio papà era lucchese) e le piacque così tanto da volermelo dare».
  • Eros Ramazzotti Si chiama così perché i suoi genitori volevano omaggiare il Dio dell’amore, del desiderio. Nella cultura greca antica l’eros infatti è ciò che fa muovere verso qualcosa.
  • Elena Sofia Ricci «La storia del mio nome è veramente particolare. Mia mamma Elena Ricci, la prima scenografa italiana, per tutta la vita è stata chiamata con il suo soprannome da bambina: “Poccetto”, da “pocciare”, che in toscano significa poppare, succhiare il latte. Elena non l’ha mai usato, in pratica. Ma siccome il nome nella nostra famiglia piaceva, quando sono nata io l’hanno messo a me, aggiungendo Sofia per distinguermi da mia mamma».
  • Federica Panicucci «I miei genitori cercavano un nome che non fosse troppo comune e quando sono nata io, in effetti, Federica non era molto utilizzato per le bambine. Ecco il motivo della scelta».
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