Alberto Angela anticipa a Sorrisi il prossimo capitolo di «Stanotte a…»

È ambientato in laguna, a Venezia, e vede la partecipazione di Lino Guanciale, Giusy Buscemi e Massimo Wertmüller

Alberto Angela lungo il Canal Grande a Venezia.  Credit: © Barbara Ledda
25 Maggio 2017 alle 15:30

Di notte le città cambiano. I luoghi d'arte, tra le ombre, permettono di viaggiare indietro nel tempo. E di rivivere la storia. Lo sa bene Alberto Angela, che con la serie di docufiction «Stanotte a...» ha sempre ottenuto grandi risultati (l'ultimo capitolo in onda lo scorso dicembre, «Stanotte a San Pietro Viaggio tra le meraviglie del Vaticano», ha coinvolto 6 milioni di ascoltatori per il 25% di share). Il 13 giugno, in prima serata su Raiuno, il programma tornerà, questa volta per portarci a Venezia. Alberto Angela anticipa a Sorrisi cosa vedremo. Di certo sarà uno spettacolo unico: il documentario (di cui vedete qui le prime immagini esclusive) ha richiesto cinque settimane di riprese, sempre tra l'ora di cena e le sei di mattina.

Dopo Torino, Firenze e il Vaticano il suo viaggio notturno prosegue con Venezia. Perché?
«Perché visitare Venezia è il sogno di tutti. Profuma di storia, di arte, di cultura. E poi è unica. La sua armonia, la sua forza, i suoi palazzi storici non li trovi in nessun'altra parte del mondo».
Qual è il suo rapporto personale con Venezia?
«L'ho scoperta da adolescente e tuttora ci torno più volte all'anno per lavoro ma anche per puro piacere. Perché provoca un colpo di fulmine: capisci subito che è una città diversa dalle altre e non vorresti mai andare via».
Il successo di «Stanotte a... San Pietro» le mette pressione?
«No. Proprio come ogni volta, io penso solo a fare bene il mio lavoro con umiltà, qualità e attenzione. Sperando che poi il risultato piaccia al pubblico».
Venezia l'ha già trattata diverse volte per «Ulisse» e per «Superquark».
«Sì, ma nella formula di ?Stanotte a?? le atmosfere notturne regalano emozioni e sensazioni che vanno oltre la descrizione del palazzo antico o dell'opera d'arte. Qui il racconto è diverso. Come quando conosci qualcuno durante una cena a lume di candela».
Sono state riprese «scomode»?
«Soprattutto per l'organizzazione dei set. D'altronde in una città sull'acqua i movimenti sono limitati: i materiali venivano trasportati sulle barche che però non potevano fermarsi per non intralciare il traffico. E se pensa alla quantità di turisti che ci sono a Venezia, nelle riprese esterne dovevamo aspettare almeno le tre di notte per riuscire ad avere i grandi spazi deserti. A piazza San Marco abbiamo girato alle 4 di mattina. E sfoderare un'espressione sorridente e riposata a quell'ora non è facilissimo».
E ci si è messa anche l'acqua alta.
«Quando abbiamo girato al Palazzo Ducale siamo rimasti bloccati dalle 21.30 alle 3. Era impressionante, perché non è come per la marea: l'acqua sgorga dai tombini, sale dal basso».
I momenti più belli?
«Abbiamo illuminato un tratto del Canal Grande all'altezza del ponte di Rialto. Erano le quattro di mattina, niente barche né vaporetti. Il Canal Grande era immobile come un lago e il profilo dei palazzi si rifletteva sull'acqua: c'erano due Venezie, una sopra e una sotto».
Avrà dei compagni di viaggio?
«Sì. E sono straordinari. Goldoni, interpretato da Giancarlo Giannini, che è la voce narrante. E poi vedrete Casanova-Lino Guanciale, il Doge Massimo Wertmüller, la cortigiana Giusy Buscemi. E c'è stata un'esperienza che non dimenticherò mai: trovarmi accanto a Uto Ughi che suona Vivaldi con un violino Stradivari del 1701 al Teatro La Fenice».
Nei prossimi appuntamenti con «Stanotte a...» dove ci porterà?
«Ho tante idee. Vediamo...».
Girano voci sulla sua possibile uscita dalla Rai per Discovery...
«Posso solo dire che ho ricevuto una valanga di messaggi di affetto da parte del pubblico. E questo mi ha fatto immensamente piacere». 

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