Alberto Angela: «Vi spiego Pompei con… Ciro di Gomorra!»

Il conduttore e divulgatore scientifico porta «Ulisse» su Raiuno e racconta a Sorrisi tutte le novità dei suoi (tantissimi) programmi

Alberto Angela nella Villa dei Misteri a Pompei durante le riprese di «Stanotte a... Pompei». «Questo è un luogo unico al mondo» dice il conduttore. «Tornare qui è ogni volta una emozione profonda»  Credit: © Barbara Ledda
5 Luglio 2018 alle 15:09

Da settembre Raiuno punta, nella prima serata del sabato, sulla cultura. Alberto Angela trasloca infatti con il suo «Ulisse» da Raitre alla rete ammiraglia. «Una televisione pubblica che mette sulla sua prima rete un programma culturale il sabato sera è una rarità in Europa» commenta il conduttore (che proprio in questi giorni ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Napoli) davanti a un caffè. L’abbiamo «placcato» nel suo ufficio, infilandoci tra una riunione e l’altra. «È un’idea intelligente e coraggiosa di Raiuno: una trasmissione di divulgazione dove di solito ci sono programmi di intrattenimento».

È una bella responsabilità: è preoccupato?
«Accogliamo questa sfida, sappiamo che non è facile, ma proporremo la qualità come nostro biglietto da visita».

In realtà lei su Raiuno è presente da oltre vent’anni…
«Già. La prima cosa che ho fatto, nel 1993, è stato “Il pianeta dei dinosauri” proprio su Raiuno. E poi è arrivato “Superquark” e ancora “Passaggio a Nord Ovest” nel 1997. Finché nel 2000 mi hanno chiesto di andare anche su Raitre ed è nato “Ulisse”. Da allora ho sempre lavorato su entrambi i canali. Nessuno sembra essersene accorto, ma questo fa capire quanto la cultura sia universale (sorride, ndr)».

La versione di «Ulisse» per Raiuno sarà modificata?
«No. Saranno tre puntate di altissimo profilo. Il programma rimane tale e quale a come la gente lo conosce. “Ulisse” è la nave: si prosegue su un altro mare ma con lo stesso equipaggio e la stessa imbarcazione, che mantiene il suo nome. Non avrebbe senso abbandonarla su un’altra riva. Siamo sempre noi, con le nostre tre caratteristiche distintive».

Quali sono?
«Tutti i programmi hanno più o meno la stessa struttura. Invece “Ulisse” è ambientato in esterno. Catacombe, Isola di Pasqua, Cappella Sistina, deserti, Polo nord, Polo sud, Australia: ogni volta un luogo diverso. E poi i temi: cambiano sempre. La storia antica, quella recente, la scienza, l’archeologia… è come trovarsi davanti a una libreria: ogni volta tiri fuori un libro differente e lo racconti. Poi c’è una terza caratteristica che lo rende diverso dagli altri: tratta lo stesso tema per due ore. Un tema nel quale entriamo e che esploriamo completamente, come si esplora un continente della conoscenza. Questo fa la differenza: la gente non viene a vederci per il tema che trattiamo ma per come lo trattiamo. Se vai a vedere Fiorello o Benigni tu non sai di cosa parlerà ma sai che ti divertirai».

Quindi proprio nessuna novità?
«Sì, ci saranno degli ospiti, personaggi conosciuti dal grande pubblico che ci racconteranno degli aspetti intimi e personali del tema trattato dalla puntata. Uno di loro è Gigi Proietti, che interviene nel secondo appuntamento».

I temi delle puntate?
«Si parte il 29 settembre con la Cappella Sistina, poi si prosegue con Cleopatra e infine si chiude con una puntata dedicata alla memoria della Shoah».

Ma prima di «Ulisse» la stagione autunnale di Raiuno si apre, il sabato sera, con «Stanotte a…Pompei» il 22 settembre.
«Racconteremo quello che è successo, minuto per minuto, nell’ultima notte a Pompei. E non solo. Siamo andati a Oplontis, a Stabia, al Museo archeologico di Napoli e anche in cima al Vesuvio, utilizzeremo elicotteri, droni, ricostruzioni grafiche e fiction. L’idea di questa trasmissione, che è al quinto appuntamento dopo il Museo Egizio di Torino, Firenze, San Pietro e Venezia, è mostrare un luogo in un momento nel quale non te l’aspetti. Pompei di notte è diversa da Pompei di giorno. È un programma di atmosfere, emotivo. Ma avvolto da questa carezza emotiva c’è il contenuto, che è storico, culturale, artistico».

Anche qui ci saranno degli ospiti?
«Torna Giancarlo Giannini, che è ormai il narratore del programma, e poi c’è una sorpresa particolare. Chi meglio di altri poteva raccontare i bassifondi e il malaffare di Pompei di notte se non un protagonista di “Gomorra”? Marco D’Amore (era Ciro Di Marzio nelle prime tre stagioni, ndr) interagirà con me nel racconto di questo aspetto di Pompei».

Prosegue anche il suo impegno con «Meraviglie»?
«A inizio 2019 andrà in onda un ciclo di quattro nuove puntate. È un programma nato lo scorso anno in appena 20 minuti, perché in fondo è partito tanto tempo fa. Sono oltre 20 anni che mi occupo del patrimonio artistico italiano, ho sempre fatto del tema della meraviglia il mio punto di orgoglio. Nel far nascere il programma su Raiuno l’idea era quella di mostrare il meglio dell’Italia perché davvero il nostro è il Paese più bello. Il titolo viene dal latino “mirabilia” (cioè “meraviglie”), che erano le antiche guide per i viaggiatori. E noi continueremo a viaggiare. Da novembre saremo di nuovo in giro per le riprese, subito dopo aver finito le nuove puntate di “Passaggio a Nord Ovest”».

«Passaggio a Nord Ovest» è giunto al 21º anno di vita.
«Quando è nato, in televisione c’erano tanti programmi di documentari sugli animali. Io allora pensai: “Faccio un programma che si occupa di un solo animale: l’uomo”. E sono oltre vent’anni che esploriamo il mondo di questo animale straordinario».

Sembra incredibile ma il suo impegno non finisce qui. Sta anche scrivendo un libro su Antonio e Cleopatra. Ma lei non va mai in vacanza?
«Sì, e quest’estate le mie vacanze saranno totalmente dedicate a fare dei viaggi con i miei figli».

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