Alessandro Borghese presenta “Celebrity Chef”

Parte il programma in cui invita i vip nel suo ristorante e poi li mette in gara l’uno contro l’altro

2 Maggio 2022 alle 08:59

Li conosciamo come celebrità della tv, della musica e dello sport. Ma se il loro talento più grande fosse... tra i fornelli? Arriva un programma che indaga le capacità culinarie delle star. Mettendole una contro l’altra. E così vedremo sfidarsi in cucina Giorgia Palmas e Filippo Magnini, Aurora Ramazzotti e Jake La Furia, Enrico Bertolino e Melissa Satta, Fatima Trotta e Barù.

Ci ha pensato Alessandro Borghese, lo chef che (parole sue) nella vita ha due missioni: una è cucinare, l’altra è diffondere l’amore per il buon cibo in tutti i modi possibili. E così dopo “4 ristoranti”, eccolo proporci “Alessandro Borghese Celebrity Chef”, in onda da lunedì 2 maggio su Tv8 alle 20.30. Siamo andati a vederlo mentre “cucinava” una puntata. Il set non è difficile da trovare: si tratta del suo ristorante di via Belisario a Milano. Dietro i fornelli ci sono la conduttrice Fatima Trotta e Barù, reduce dal “GF Vip”, che cucinano a più non posso, assistiti dai cuochi professionisti del locale.

Il menù però lo decidono loro, e sarà valutato da due giudici d’eccezione: Enrico Bartolini, l’unico chef nella storia della Guida Michelin ad aver conquistato nel 2016 quattro stelle in un solo colpo (due per il ristorante al Museo delle culture di Milano, una per i locali di Bergamo e Castiglione della Pescaia), e Angela Frenda, esperta del “Corriere della Sera”. Il terzo giudizio arriverà dai clienti del ristorante: il concorrente che ottiene almeno due voti su tre si aggiudica la puntata. Non possiamo scrivere chi ha vinto oggi, ma vi assicuriamo che l’impegno profuso dai due vip è sorprendente.

«Si offendono molto di più per un appunto al piatto che ai loro show» dice Borghese «perché qui mettono a nudo un lato segreto. E poi la cucina è qualcosa che ci tocca tutti nel profondo». Finita la battaglia, possiamo approfondire l’argomento con chef Borghese e i suoi giudici.

Come avete formato le coppie?
Borghese: «Non c’è una regola. Abbiamo messo contro perfino marito e moglie!».

Come si muovono questi personaggi in cucina?
Borghese: «Di solito arrivano tutti “carichi” ma dopo due minuti gli passa il sorriso. Dopo un po’ però ritorna... Perché la cucina professionale di un ristorante è molto più complessa di quella di casa: il primo impatto è sempre uno shock. Diversi mi hanno chiesto: “Ma perché c’è una fontana?”. Si riferivano al rubinetto gigante che usiamo per riempire i pentoloni...».
Bartolini: «È un gioco e va affrontato con questo spirito. Però vedo che vogliono tutti far bella figura. Si sentono messi in discussione in un campo diverso dal loro».
Frenda: «È stupefacente: appena indossano la casacca entrano nella parte e ci tengono moltissimo. E non ci si annoia mai perché emergono i ricordi di ognuno. E la loro personalità: abbiamo visto campioni olimpici tirare fuori lo spirito competitivo e raddoppiare le energie quando ricevono una critica. Altri invece si chiudono a riccio».
Borghese: «Attraverso i piatti scopriamo qualcosa della vita e della storia di questi personaggi. C’è chi rifà il polpo e patate che gli preparava la nonna e chi propone gli spaghetti aglio olio e peperoncino perché è quello che cucina ogni sera quando torna a casa».

Ma voi li aiutate?
Borghese: «Li controllo ai fornelli. Al massimo regalo una “dritta” ogni tanto. Ma soprattutto mi assicuro che non mi distruggano la cucina... E poi li seguo in sala, perché devono gestire anche il servizio».

E lì come va?
Borghese: «Tra chi si dimentica di ritirare i piatti e chi li serve senza togliere il coperchio del vassoio, si può migliorare».

Gli ingredienti più richiesti?
Borghese: «Spaghetti, paste ripiene, vitello. Ognuno porta la cucina della sua regione e della sua famiglia».

E quelli più strani?
Bartolini: «C’è chi ha osato le animelle. Una frattaglia molto difficile da preparare. E chi ha chiesto la Mano di Buddha, un agrume raro, dal gusto intenso».

Abilità tecniche?
Borghese: «Premettiamo una cosa: oggi è molto diffusa la “cucina di assemblaggio”. Quasi nessuno pulisce più il pollame o cucina un “fondo di cottura”: prendono le preparazioni già pronte. Rischiando di impigrirsi. Detto questo, la fantasia c’è. A volte è anche troppa...».

C’è qualcuno che ha preparato un piatto da ristorante stellato?
Borghese: «Un paio di volte ci hanno sorpreso. Tanto da pensare: “Ma costui ha sbagliato mestiere. È molto più bravo in cucina che in altro”. Però questo non gliel’abbiamo detto...».
Bartolini: «Il talento va scoperto. A volte è inconsapevole. Io per esempio da ragazzo volevo fare le scarpe artigianali come mio padre. Ma c’era la crisi e allora mi sono iscritto all’Alberghiero e ho cominciato a cucinare».
Frenda: «Alcuni non immaginavano di essere così bravi. Erano quasi commossi di scoprirlo».
Borghese: «E alla fine mi chiedevano: “Chef, posso rimanere a cucinare nel tuo ristorante?”».

Comunque i “cooking show” sembrano non stancare mai. Come mai?
Frenda: «Noi italiani abbiamo la cucina nel Dna. Le mamme al mattino chiedono ai bambini cosa vogliono per cena prima di mandarli a scuola».
Borghese: «E siamo l’unico Paese al mondo dove, verso la fine del pranzo, scatta la fatidica domanda: e a cena che ci mangiamo?».

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