“Alessandro Cattelan: una semplice domanda”: che cos’è la felicità?

«Ho chiesto a Vialli, a Sorrentino e a Baggio di rispondere a una domanda difficile di mia figlia...»

Alessandro Cattelan e Gianluca Vialli
18 Marzo 2022 alle 08:40

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Il programma “Alessandro Cattelan: una semplice domanda” (sei episodi disponibili su Netflix dal 18 marzo) nasce da una di quelle questioni (per nulla facili) che pongono i bambini: «Che cos’è la felicità, papà?». E se tutti di primo acchito rispondono «chiedi alla mamma...», Cattelan ha cercato un senso in questo docu-show: «Pur senza pensare di arrivare a una risposta confezionata, diffido di quelli che reputano di avere qualcosa di nuovo da dire a riguardo, sono pazzi o truffatori» rivela sinceramente a Sorrisi.

Come mai, permettimi, ti sei imbarcato in tutto questo?
«Mi divertiva la domanda di mia figlia Nina e il fatto di non avere una risposta pronta».

Partiamo dall’inizio: in ogni episodio incontri un personaggio con il quale affronti un argomento: la religione, la malattia, l’amore, la paura... Come hai scelto i compagni di viaggio?
«Ho iniziato scrivendo un elenco di argomenti che dovrebbero condurci alla felicità. Poi ho cercato di mettermi in contatto con persone collegate al tema ma che avessero un punto di vista originale, non scontato. Così sono arrivato a Baggio, Vialli, Geppi Cucciari, Sorrentino...».

Roberto Baggio, appunto: quanto ha pesato il tuo essere interista?
«Lui è stata una scelta mia personale, un incontro bellissimo. È schivo, si racconta poco, non ama mostrarsi e non è sui social. Una mosca bianca. Ha un lato spirituale molto sviluppato ed è una figura chiave della nostra cultura pop».

Sapevi tutto di lui?
«Sapevo che colleziona oggetti legati alla caccia, ma non avevo idea che fosse così! Roberto si commuove pensando che questo era il modo di procurarsi cibo per la famiglia. Arrivato a casa sua non ci potevo credere: mi sono trovato di fronte a tantissime anatre fatte a mano, realizzate da lui e da altri. E poi i famosi “specchietti per le allodole”. Nessuno della troupe ne aveva mai visto uno. Pensavamo che mostrarli sarebbe stata una grande sorpresa anche per il pubblico».

Tu collezioni qualcosa?
«I Masters, la versione in plastica dei protagonisti di “He-Man”, il cartone animato della mia infanzia. Ne avevo un po’ da piccolo, alcuni li ho persi e li ho ricomprati, ora ho la collezione completa. Questo weekend sono stato a una borsa-scambio di giochi vintage, anche se ora li ho tutti (e non voglio quelli moderni) mi piace comunque vederli».

Restando ancora in tema calcistico, in una puntata giochi a golf con Gianluca Vialli (vincendo, pur essendo la tua prima volta su un campo vero). La tua bravura negli sport quanto è fonte di felicità?
«È un dono ma anche un po’ una condanna. Quando mi invitano a giocare devo sempre dire “sì”: mi viene quasi tutto bene. A parte gli scherzi, è così un luogo comune che non ho potuto esimermi dal metterlo nello show. Ho anche indossato, in un altro episodio, un costume da sirenetta. Era comodo sai? Mi stava anche bene... E nuotavo alla grande!».

Hai incontrato il premio Oscar Paolo Sorrentino. Dove eravate?
«Sulla via Francigena, l’antica strada che collega il Regno Unito con Roma. Precisamente a Radicofani, in Val d’Orcia. Un panorama stupendo».

Che cosa avete fatto insieme?
«Abbiamo riprodotto alcuni fatti che mi sono capitati, lui mi ha diretto: erano scene in cui mi sono letteralmente trovato “a un passo dalla morte, quando ti scorre la vita davanti”, come si dice...».

Hai affrontato anche la paura, cercando la strada per la felicità?
«Ho “provato” l’esperienza del bungee jumping, quando ci si tuffa nel vuoto appesi a una corda elastica. Pensavo che la struttura fosse più avvolgente, invece si è a 200 metri a strapiombo sul nulla. E sai che ti dico? Non è che le paure devono per forza essere superate, ci si può convivere».

Avvolto in una bandiera italiana usata come mantello, hai fatto un grande omaggio a “X Factor”...
«Mi sono presentato ai provini di Budapest, motivato dal grande Elio. Sono stato conduttore per dieci anni, conosco il concorrente-tipo in tutte le sue sfumature. Chi si mette in gioco in quel talent ha tantissima fiducia nel voler “svoltare” la propria vita, crede davvero di poter cambiare il proprio futuro».

Quando hai riso davvero di gusto?
«Tante volte, con Geppi, con Luca Vialli... quello è il mio fine ultimo, ridere e far ridere. Ma se ci penso meglio, quando ho scherzato con Francesco Mandelli in un supermercato di notte: ecco, in quel momento mi sono venute le lacrime agli occhi».

Sei già alle prese con l’Eurovision?
«Siamo alle fasi preliminari, tra un mesetto mettiamo le mani nella marmellata».

Come va con gli altri conduttori Mika e Laura Pausini?
«Abbiamo fatto tante cose insieme, siamo un bel trio!».

Quanta felicità c’è in questo?
«Tantissima nel fare una cosa epocale per il nostro Paese: è il programma non sportivo più visto al mondo. Mi viene da ringraziare un sacco di persone, il gruppo di “X Factor” che ha scoperto i Måneskin, loro stessi, Amadeus, chi li ha votati e li ha fatti vincere... tutto dipende dall’ottimo lavoro di tantissima gente. Un incrocio casuale ma davvero felice».

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