Luigi Bignami racconta in diretta sul canale Focus l’arrivo della sonda Perseverance
Segnatevi questi due appuntamenti con Marte. Il 18 febbraio faremo una “videochiamata” in diretta col Pianeta rosso. E tra dieci anni potremmo anche andarci di persona. Fantascienza? Mica tanto. Mentre leggete, il razzo con a bordo il rover Perseverance sta ultimando il suo viaggio di 470 milioni di chilometri. E giovedì 18, se tutto va bene, vedremo Perseverance atterrare in diretta. Gli scongiuri sono d’obbligo perché finora il 58% delle missioni marziane è fallito. «E soprattutto perché ci attendono sette minuti di terrore» spiega il ricercatore e giornalista Luigi Bignami, che seguirà l’evento su Focus (canale 35 del digitale terrestre) nel programma “In diretta da Marte: Missione Perseverance - Alla ricerca della vita”.
Perché parla di “terrore”?
«Il viaggio spaziale è tranquillo, ma l’“ammartaggio” è la fase più difficile. Perseverance dovrà attraversare l’atmosfera marziana precipitando a 1.600 chilometri all’ora; resistere a una temperatura di 1.300 gradi; poi rallentare e posarsi dolcemente. E tutto dovrà avvenire in automatico: i segnali radio arrivano sulla Terra con 11 minuti di ritardo, quindi non c’è possibilità di intervento se qualcosa va storto».
Poi che succederà?
«Le analisi dureranno almeno un anno marziano, che ne vale quasi due terrestri (680 giorni). Da Perseverance, che si muoverà sulla superficie con le sue piccole ruote, si staccherà il drone Ingenuity: il primo oggetto umano a volare liberamente nell’atmosfera di un altro corpo celeste. Verranno anche estratti campioni. L’obiettivo principale è la ricerca di tracce di vita».
Davvero potrebbe esserci vita su Marte?
«Secondo la maggioranza degli scienziati, 4 miliardi di anni fa Marte era ricoperto di oceani. Ma la minore gravità e le radiazioni solari (Marte è più piccolo della Terra) hanno “spazzato via” la sua atmosfera e fatto evaporare gli oceani. Potrebbero però esserci ancora tracce di vita. Lo stesso cratere Jezero, dove atterrerà Perseverance, è stato scelto perché porta gli evidenti segni del delta di un fiume. Ma soprattutto, la vita potrebbe continuare nel sottosuolo. Ecco perché Perseverance è attrezzato anche con un piccolo perforatore».
Chi lo guiderà, una volta sulla superficie marziana?
«Ci sono piloti a distanza specializzati proprio nella guida dei rover. Uno è italiano e sarà ospite della trasmissione, in collegamento da Pasadena: Paolo Bellutta è il pilota a distanza di Curiosity, in attività su Marte dal 2012».
Nelle storie di fantascienza i Marziani sono i più citati: non c’è gara con i Venusiani o i Mercuriani... perché?
«Tutto parte da Giovanni Schiaparelli e dai canali che l’astronomo italiano scoprì nel 1877 sulla superficie di Marte. Lui si limitò a descrivere delle formazioni geologiche, ma gli inglesi tradussero il termine con la parola “canals”, che significa canali artificiali. E all’improvviso mezzo mondo si convinse di aver trovato le prove che i Marziani avevano costruito enormi canali di irrigazione. Inoltre c’è il fatto che Marte è il pianeta più somigliante alla Terra: la temperatura può toccare anche un “gradevolissimo” +25°, anche se la media annuale è sottozero. Decisamente più ospitale dei 460° di Venere e Mercurio... Se l’umanità dovesse colonizzare un altro pianeta, Marte sarebbe il primo candidato».
Ma l’uomo arriverà mai su Marte?
«Ci sono due progetti. Il primo è quello della Nasa, che prevede di portare gli astronauti sul pianeta rosso nel 2035. Poi c’è Elon Musk, il milionario fondatore di Tesla e SpaceX, che promette di arrivarci nel 2026. Intanto l’Unione europea sta per lanciare la sua sonda con la missione ExoMars 2022, e si stanno muovendo anche russi, cinesi e gli Emirati arabi... Insomma, la corsa verso Marte è appena cominciata».
Così, in 4 fasi, avverrà l'"ammartaggio"
1. Il razzo con il rover Perseverance entra nell’atmosfera marziana e diventa incandescente.
2. Dopo aver rallentato grazie a un paracadute, si libera del guscio protettivo e continua la discesa con dei piccoli razzi.
3. Toccato il suolo, la parte superiore si alza in volo nel cielo marziano.
4. Il rover, guidato dalla Terra, comincia la sua esplorazione.
Un pianeta sorprendente e... perfetto per perdere peso!
• Marte è il quarto pianeta del sistema solare dopo Mercurio, Venere e la Terra, e prima di Giove. Ha 4,56 miliardi di anni.
● La sua atmosfera è estremamente rarefatta (con solo lo 0,1% di ossigeno) e quindi “fatica” a bruciare i meteoriti; per questo su Marte ci sono molti più crateri che sulla Terra: circa 43 mila.
● Anche la gravità è diversa: un uomo di 70 chili su Marte ne peserebbe circa 26.
● Sulla Terra ci sono alcuni pezzi di Marte, precipitati come meteoriti. Uno di essi si trova al Museo di Storia naturale di Milano.
● A causa della diversa pressione, su Marte l’acqua è ancora liquida sotto i -40°. Poi evapora.
● Se si sciogliesse, il ghiaccio dei suoi poli sarebbe sufficiente a ricoprire Marte di 11 metri d’acqua. Altra acqua si ritiene sia presente in laghi sotterranei. I caldi deserti equatoriali, invece, sono spesso attraversati da furiose tempeste di sabbia.
● Per lungo tempo si pensò che Marte fosse ricoperto di mari, fiumi e foreste; solo l’arrivo delle prime sonde spaziali negli Anni 60 mise fine a queste fantasie.
● La scoperta che il pianeta era arido portò a drastici tagli nei finanziamenti delle missioni spaziali su Marte.
● Il miliardario Elon Musk ha immaginato che i prossimi coloni di Marte potrebbero pagarsi il viaggio con il lavoro, restando per anni in una sorta di “schiavitù debitoria”. Per fortuna ciò è contrario al “Trattato sullo spazio extra-atmosferico” adottato da 102 nazioni nel 1967.
● La Nasa ipotizza che su Marte potrebbero essere costruite stazioni sotterranee nei corpi cavi dei vulcani.
● L’Olympus Mons è il vulcano più grande del sistema solare: è alto oltre 25.000 metri, quasi il triplo dell’Everest.
● Il Volto su Marte, considerato in libri e film una “prova” di vita intelligente, è in realtà una formazione geologica che ricorda molto vagamente una faccia umana.
● Nel romanzo di Salgari “Le meraviglie del Duemila” (1907) uomini e marziani comunicano via telegrafo.
● Il 30 ottobre del 1938, alla radio, Orson Welles interpretò l’adattamento di La guerra dei mondi in maniera così realistica che molti ascoltatori credettero stesse avvenendo davvero e chiamarono la polizia.
● La bandiera (non ufficiale) di Marte ha tre fasce verticali come quella italiana, ma i colori sono nell’ordine: rosso, verde e blu.