“Attraverso i muri”, un documentario racconta la pandemia

Sabato 19 marzo su Rete 4 vedremo quasi 200 interviste a chi ha vissuto il dramma del Covid

19 Marzo 2022 alle 09:03

All'indomani della giornata nazionale dedicata alle vittime del Covid-19 (voluta dal Presidente Sergio Mattarella), Rete 4 manderà in onda sabato 19 marzo il documentario “Attraverso i muri: storie al tempo della pandemia”.

«È un modo per rendere omaggio a chi ha combattuto questa battaglia» dice Sebastiano Lombardi, il direttore di Rete 4. «Come rete siamo stati i primi a dare la notizia del lockdown nel marzo 2020, e da allora abbiamo sempre seguito tutta la pandemia, cercando di informare al meglio gli spettatori. Dedicare questa prima serata al ricordo è un gesto di responsabilità».

Il documentario è stato girato nelle zone che hanno vissuto i mesi più difficili, come Bergamo, ma anche nelle grandi città come Milano, Bologna, Torino e Firenze e nelle province di Padova, Modena e Prato (dove la comunità cinese è stata all’inizio ostracizzata).

In quattro capitoli si ripercorre come un film quello che, purtroppo, non lo è stato: la difficoltà di affrontare un nemico senza conoscenze e senza strumenti; le strutture di soccorso e sanitarie collassate; la solitudine e la paura di chi ha vissuto la terapia intensiva; fino all’impossibilità di celebrare i funerali.

Rivivremo il caso della nave da crociera Diamond Princess (una “zona rossa” galleggiante) e quelli di Nembro, in provincia di Bergamo, e Vo’, vicino a Padova: due paesi diventati simbolo della pandemia. E poi c’è il racconto di chi ha lottato 24 ore su 24, senza un attimo di respiro: medici, infermieri, lettighieri, volontari. Nonostante la paura del contagio non si sono fermati e hanno curato e confortato i malati.

«Gli autori Andrea Broglia e Daniele Ferrero hanno raccolto oltre 190 interviste e molte ore di materiale» racconta Lombardi. «Abbiamo proposto di concentrarle in un solo documentario perché meritavano la prima serata». E il titolo «nasce dalla testimonianza di un uomo che si è ammalato, come suo padre e sua madre, sebbene vivessero quasi barricati in casa. “A un certo punto sembrava che non ci fossero difese” ha detto. “Sembrava che il virus passasse attraverso i muri”».

Fra tante testimonianze è difficile scegliere la più significativa. «Ma ce ne sono due che mi sono rimaste impresse nella memoria in modo indelebile. Una è quella di un’anestesista che racconta la difficoltà e il dolore di scegliere tra chi salvare e chi abbandonare al suo destino, nei giorni di picco della pandemia. L’altra è quella di Andrea Crisanti, uno scienziato, che si commuove ricordando i bambini che si sono fatti prelevare il sangue per contribuire alle ricerche contro il virus».

E ora cosa resta? «Il senso di unità e solidarietà che gli italiani hanno mostrato nell’emergenza. Un tesoro da conservare. E ne vedo i segni anche nel modo in cui stiamo reagendo a una nuova tragedia, quella della guerra in Ucraina».

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