Avanti un altro! Paolo Bonolis ci svela tutti i segreti

Dietro le quinte del programma di Canale 5, «Una specie di pigiama party dove non c’è bisogno di vestirsi bene»

Paolo Bonolis nel suo camerino. Il format è ideato da Bonolis e da Stefano Santucci. Sul termosifone la sciarpa dell’Inter.  Credit: © Massimo Sestini
9 Febbraio 2018 alle 17:29

Sono le 13.30 e agli studi Elios di Roma si sta per registrare una puntata di «Avanti un altro!». In attesa di cominciare, il conduttore Paolo Bonolis è nel suo camerino intento a leggere un libro. Ha appena finito di mangiare un’insalata ed è immerso nella lettura di «Sleeping beauties» di Stephen e Owen King. «Nei momenti di pausa faccio il sudoku oppure leggo» spiega.

«Avanti un altro!» è arrivato alla settima edizione, tra poco festeggerà la millesima puntata. «Altro che festeggiamenti, semmai chiederemo scusa, giustamente, per questo… abuso» dice ridendo. Il game show di Canale 5 fa risultati importanti, con un ascolto medio di circa 4,3 milioni di telespettatori tutti i giorni. «È vero, sono numeri “imbarazzanti”. Questo programma ognuno lo percepisce a modo suo: chi con ironia, chi con divertimento, chi con disincanto protocollare». E lei? «Con stanchezza. Non ho mai fatto programmi per così tanto tempo continuativamente. Ma se la stanchezza deriva dalla mia natura di voler cambiare, poi quando sono qui, nella ripetitività trovo una specie di disintossicazione. Perché è un prodotto che ti permette di uscire dal protocollo televisivo, da quella ipocrisia professionale che in alcune circostanze, non so perché, viene ritenuta necessaria. Qui la gente si sente libera di essere ciò che è, nella serenità divertita di poterlo essere, senza giudizi, ma anzi con la voglia di riderne e di scherzare. È una sorta di universo parallelo dove regna il disincanto». E il conduttore sembra il primo a divertirsi. «È vero, mi diverto perché mi sento in un abito confortevole, con persone che non stanno lì a preoccuparsi di come debbono essere o vorrebbero apparire. È una specie di pigiama party dove non c’è bisogno di vestirsi bene. C’è una gara dove si vince, si perde, ma cosa importa... si sta in allegria, proponendo percorsi stravaganti. Non c’è una puntata uguale all’altra, le variabili sono tante: c’è la variabile pubblico, c’è la variabile concorrenti, c’è la variabile conduttori, la variabile “salottino”, la variabile domande. Mescoli queste diverse proprietà chimiche e ogni volta il risultato è differente».

L’artefice di alcune di queste variabili è Sonia Bruganelli, la moglie di Paolo, che con la sua società Sdl2005 sceglie i concorrenti, il pubblico e i personaggi che animano il «salottino». «Quando facciamo i casting, la prima cosa che cerchiamo è la capacità di mettersi in discussione, la voglia di divertirsi» spiega Sonia. «Questo non è un quiz tradizionale: chi partecipa non lo fa per vincere o per dare una svolta alla vita, ma per il gusto di giocare. Lo stesso vale per il pubblico, che è parte integrante del programma e che viene spesso coinvolto da Paolo». Insomma, il sorriso da queste parti è contagioso. «La forza della trasmissione è la leggerezza e l’inaspettato che sgorga, perché non c’è niente di scritto. Nasce come nasce: certe volte fa “bip”, certe volte fa “boom”» conclude Bonolis.

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