Comica, conduttrice, autrice, mamma. In questo show cosa prevale?
«Prevalgo io. Non ho un personaggio da interpretare come facevo a “Zelig”, co-conduco insieme con Pucci, gli faccio da supporto, amica, compagna».
Affiatatissimi?
«C’è talmente tanta confidenza che fuori onda ci diciamo le cose peggiori, come due maschi che guardano la partita insieme».
Quando vi siete conosciuti?
«Nel 2005 ero in Puglia con altri comici a cena in un ristorante. Pucci era seduto con delle persone, io mi sono alzata e sono andata a salutarlo, è rimasto colpito. Poi ci siamo trovati insieme in alcune trasmissioni, serate e convention e da cosa nasce cosa».
Come lo definirebbe?
«È vero, sul palco e nella vita, è un comico puro e sincero».
La qualità per stargli accanto?
«La pazienza, credo. Come tutti i comici siamo sottoposti a uno stress emotivo e di pancia. Anche stare vicino a me non è facile!».
Balla, recita, si traveste. C’è qualcosa a cui ha detto: «No, grazie»?
«Le cose estreme. Sono cardiopatica e non vorrei morire sul palco... Anche se sarebbe una bella morte!».
Lei scherza spesso sulla bellezza, sulla magrezza, sulle showgirl fatte e rifatte in un certo modo...
«Perché io faccio parte di un modo “altro”, il “diversamente magro”, che però ha una sua bellezza e una sua sensualità dettata da “altre” forme. Non sono migliori o peggiori, ma “altre”».
L’autoironia è importante per un comico?
«Per un comico che lancia un messaggio, mettersi in gioco prima di giudicare è un’arma vincente. Ma è importante anche nella vita. Bisognerebbe vivere in maniera più leggera».
Su cosa non riesce a fare ironia?
«Sull’ignoranza, che porta ad avere un comportamento scorretto con i più deboli e con i bambini. Bisogna sforzarsi di imparare, leggere, osservare, prima di argomentare e confrontarsi».
Perché non un «Big Show» al femminile?
«Perché questo è un format al maschile, è nato con questo tipo di conduzione. Però chi lo sa cosa accadrà. Sono ottimista!».