“Binario 21”, un luogo per non dimenticare

Nel Giorno della Memoria Liliana Segre ci porterà lì dove iniziò il suo viaggio verso il campo di sterminio di Auschwitz. Ad accompagnarla ci sarà Fabio Fazio

25 Gennaio 2023 alle 08:52

In occasione del Giorno della Memoria, che viene celebrato per ricordare le vittime dell’Olocausto (il genocidio da parte dei nazisti e dei loro alleati di ebrei, oppositori politici e minoranze etniche avvenuto tra il 1933 e il 1945), venerdì 27 gennaio su Rai1 va in onda l’evento speciale “Binario 21”.

Dai sotterranei della Stazione Centrale di Milano, Liliana Segre, accompagnata da Fabio Fazio, condurrà gli spettatori proprio al binario da cui sono partiti molti deportati (lei inclusa) verso i campi di sterminio, e diventato nel 2013 il Memoriale della Shoah. Il conduttore ha così accolto il desiderio che la senatrice a vita gli aveva espresso il 23 ottobre, quando è stata ospite di “Che tempo che fa”: «Vorrei che lì ti facessi guidare da me, io c’ero». E proprio per non dimenticare, Liliana Segre compirà un viaggio indietro nel tempo fino a 79 anni fa, con il supporto di materiali fotografici, giornali e video dell’epoca, per rendere visibile a tutti un luogo oscuro e ricordare una delle vicende più nere e orribili della Storia.

Una narrazione che inizierà, appunto, dal Binario 21. Come abbiamo già accennato, qui il 30 gennaio 1944 partì il treno che deportò la stessa Segre (all’epoca aveva 13 anni) ad Auschwitz: insieme con lei c’erano altre 604 persone fra cui suo padre Alberto. Fecero ritorno in poco più di una ventina. Liliana Segre ripercorrerà i luoghi simbolo della sua esperienza, dalla pietra d’inciampo (piccoli blocchi quadrati sparsi per le città che ricordano le vittime del nazismo) posta davanti a casa Segre e dedicata al padre morto nel campo di sterminio, fino alla scuola elementare di via Ruffini dalla quale nell’ottobre del 1938 fu espulsa a causa delle leggi razziali. Il ricordo passerà attraverso la prigionia nel carcere di San Vittore, dal quale venne prelevata per essere condotta su un vagone merci in quel sotterraneo nelle viscere della Stazione, nell’indifferenza generale. “Indifferenza” è la parola che ha voluto fosse scritta a caratteri cubitali all’ingresso del Memoriale, perché «quando credi che una cosa non ti riguardi, non ti tocchi, allora non c’è limite all’orrore» ha detto.

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