Camila Raznovich: «In “Ogni cosa è illuminata” puntiamo i riflettori sull’attualità»

Da giovedì 11 giugno su Raitre torna per il terzo anno consecutivo a condurre il programma, per raccontare come riparte il Paese

Camila Raznovich  Credit: © Rai
4 Giugno 2020 alle 17:12

Mentre tanti programmi erano sospesi a causa della pandemia, il suo “Kilimangiaro” ha continuato ad andare in onda. E ora Camila Raznovich torna, per il terzo anno consecutivo, al timone di “Ogni cosa è illuminata”. Si parte giovedì 11 giugno su Raitre.

«Quest’anno, proprio in seguito al Covid, abbiamo dato una linea precisa al programma: meno intrattenimento, più spazio alla divulgazione scientifica e culturale. Con l’aiuto di super esperti ci interrogheremo su come cambierà la nostra vita dopo il coronavirus, le abitudini quotidiane, i costumi, l’urbanistica, l’alimentazione, la tecnologia».

E la sua vita com’è cambiata?
«Ammetto che è stato un inizio d’anno molto tosto. Nel primo periodo ho reagito bene, poi è subentrato un crollo emotivo. Tanto che non ho remore nel dire che mi sono rivolta alla mia terapeuta per avere un sostegno nel gestire la quotidianità».

Ne ha tratto beneficio?
«Ho ripensato tutta la mia routine di ogni giorno. Mi sono concentrata sulle mie figlie (Viola, 10 anni, e Sole, 8, ndr), le ho seguite nella didattica a distanza, abbiamo cucinato insieme, fatto giardinaggio, giocato a tennis nel cortile usando un sacco nero dell’immondizia come rete. Non sono mai stata una “mamma chioccia” e per questo a volte mi sono sentita inadeguata, invece in questo periodo ho scoperto di essere una brava madre. E ho scoperto anche il piacere di stare in casa, ho approfittato di questo momento di quiete per prendermi cura di me stessa, per leggere, dormire, mangiare bene, fare yoga».

Che cosa le è mancato di più in questi mesi di isolamento?
«Il mio compagno (l’imprenditore francese Loic Fleury, ndr). Non ci vediamo da tre mesi perché io sono a Milano e lui vive a Parigi. Negli ultimi anni ho condotto una vita scombinata, dividendomi tra Milano, Roma e Parigi, pernottando in alberghi e cenando sempre fuori. Da quando ho rallentato mi sento ringiovanita. Ci sarà tempo per tornare a viaggiare».

Ha gestito bene anche il lavoro?
«Quella forse è stata la parte meno pesante. Certo non è semplice trovarsi in uno studio vuoto e affrontare gli imprevisti. Ma portare un po’ di energia e buonumore agli spettatori a casa è gratificante».

E in questa fase di ripartenza come si sente?
«Non credo in una catarsi collettiva e che tutti usciremo migliori da questa esperienza. Per quanto mi riguarda ho cercato di trarne il meglio. Come molti, sono ancorata al presente. Per una vera ripartenza e un ritorno alla normalità manca un elemento fondamentale, quello della progettualità. Guardare al futuro, anche più prossimo, non è ancora possibile. A oggi, pur mancando pochi giorni all’inizio di “Ogni cosa è illuminata”, non so ancora quali ospiti avrò in trasmissione e se saranno in studio o in collegamento!».

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