Carlo Conti presenta La Corrida: «Caro Corrado, sei il mio mito e non ti deluderò»

«Amava i suoi “dilettanti allo sbaraglio” e anch’io voglio assecondare la loro follia» Fervono i preparativi per il ritorno in tv dello storico programma. E il conduttore ci rivela...

Carlo Conti: «Condurre “La Corrida” è sempre stato un mio sogno» dice Conti. «Per me è il programma per eccellenza, nel quale mi riconosco. Mi piace interagire con le persone che hanno voglia di mettersi in gioco»  Credit: © Iwan
30 Marzo 2018 alle 09:00

Intervistare Carlo Conti prevede un buon allenamento fisico. C’è lo spot da girare in uno studio del seminterrato. Il servizio fotografico da scattare nel set allestito nella sala prove di ballo. Ci sono i provini da visionare nella stanza con gli altri autori. Ci sono le telefonate da fare (per quelle ne approfitta mentre sale le scale e attraversa il lungo corridoio per arrivare al suo camerino).

Insomma, stargli dietro significa camminare (o meglio, arrancare) per chilometri. Praticamente, la maratona degli studi Dear di Roma. D’altronde riportare in tv, su Raiuno, un classico come «La Corrida» di Corrado non è mica una passeggiata (appunto). E mentre ancora si mettono a punto i dettagli, si fanno i casting alla ricerca dei più bravi o più improbabili «dilettanti allo sbaraglio», l’unico modo per farsi raccontare anticipazioni e novità di questa attesissima operazione televisiva, al via prossimamente, è chiuderlo nel suo camerino e costringerlo a rilassarsi sulla comoda poltrona nera.

Carlo, qual è la prima cosa che le viene in mente pensando a «La Corrida»?
«Un bambino di sette anni, già scuro di carnagione, che nel 1968 accendeva la radio e ascoltava Corrado che faceva “La Corrida”. Ne ero affascinato».

E in televisione la guardava?
«Certo. Corrado è uno dei miei miti. Aveva il suo modo di fare garbato elegante, sornione, sempre rispettoso dei suoi concorrenti».

Come sarà la sua Corrida?
«Fedele a quella di Corrado, con tutti gli elementi tradizionali: i dilettanti allo sbaraglio, il pubblico con le pentole, i fischietti e i campanacci per dimostrare approvazione o disapprovazione. L’orchestra del maestro Pinuccio Pirazzoli, il semaforo che al verde fa scatenare il pubblico. La valletta ufficiale è Ludovica Caramis, che ha lavorato con me per anni a “L’eredità”: bella, elegante e professionale. Poi in ogni puntata prenderò una signora dal pubblico per farla diventare la “valletta per una sera” che farà da contraltare a Ludovica. E sceglierò alcune persone dal pubblico che manderò in sala prove, dove prepareranno un improbabile balletto con il coreografo Fabrizio Mainini, per poi esibirsi sul palco insieme al vero corpo di ballo».

I provini sono ancora aperti...
«Sì. Ho fatto uno spot semplice, solo con la mia voce che diceva “Sei un dilettante allo sbaraglio? Ti stiamo aspettando. Torna La Corrida”. Tutti hanno capito, non serviva aggiungere altro perché il marchio è fortissimo. E le persone si sono scatenate. Finora sono oltre cinquemila».

Come sono cambiati i concorrenti da allora a oggi?
«A parte i rapper che allora non c’erano, ritroviamo i “classici” suonatori di ascelle, i cantanti (sono la maggior parte), i ballerini bravi e quelli che restano immobili, i raccontatori di barzellette che non fanno ridere nessuno... In alcuni casi non si capisce se sia il pubblico a prendere in giro i concorrenti o se siano loro a prenderci in giro tutti».

Cos’hanno in comune?
«La voglia di divertirsi e di divertire, di mettersi in gioco. Quella leggerezza che è rimasta soprattutto nella provincia italiana, fatta di gente che lavora tutta la settimana e che per un giorno gioca a diventare protagonista in tv». 

Cosa chiederebbe a Corrado?
«Niente, perché è giusto che io faccia “La Corrida” nel mio stile. Anche perché il suo è inarrivabile. Ma sono sicuro che mi consiglierebbe di rispettare i concorrenti, di seguire la loro esibizione con stupore, assecondando la loro follia delicata e giocosa».

Carlo, si è mai sentito un dilettante allo sbaraglio?
«Eccome. Da bambino per poter giocare a calcio con gli altri dovevo portare il pallone. Perché giocavo talmente male... La cosa peggiore era quando i due bambini più bravi, i capitani, sceglievano i compagni di squadra. Scelta dopo scelta, restavamo sempre per ultimi io e un altro. In campo mi annoiavo perché non mi passavano mai la palla, allora mi mettevo a bordo campo e mi divertivo a fare la radiocronaca della partita».

E «da grande»?
«In cucina. La prima volta che ho invitato Francesca (Vaccaro, sua moglie, ndr) a cena a casa mia ho tentato di fare un risotto di pesce. Non ho avuto neanche il coraggio di farglielo assaggiare: siamo finiti al ristorante (ride). Però ero bravissimo a fare prosciutto e mozzarella...».

Impiattava bene?
«Nemmeno quello».

Che esibizione farebbe a «La Corrida»?
«Canterei».

Cosa?
«“Una carezza in un pugno”».

Perché le viene bene?
«No. È l’unica canzone di cui conosco le parole. In parte».

L’unica?
«In realtà ci sarebbero anche “Con il nastro rosa” e “C’era un ragazzo che come me”. Ho un ricco repertorio».

Il suo ricordo della televisione in bianco e nero?
«Il telecomando ero io. Mi alzavo per cambiare canale. Che poi c’erano solo il primo e il secondo».

Quando la guardava?
«I momenti fondamentali erano al ritorno da scuola, con “Oggi le comiche”, la tv dei ragazzi il pomeriggio e “Carosello” la sera. Poi si andava a letto».

Con chi la guardava?
«Michele era il bambino che viveva nella casa accanto alla mia. Il pomeriggio giocavamo e al momento della merenda, con pane burro e marmellata, guardavamo la tv insieme».

C’è un altro classico che le piacerebbe rifare?
«Da spettatore mi piacerebbe rivedere “Canzonissima”, ma non lo farei: troppo difficile creare un cast».

Una trasmissione che sogna di condurre ci sarà…
«“Linea blu”, ma insieme a Donatella Bianchi. Io potrei curare tre rubriche: le immersioni, la pesca e... come si prende il sole al mare».

Come si prende?
«Sul lettino è più comodo, sugli scogli è più doloroso. Quindi se lo scoglio è liscio è meglio».

E dopo?
«Non lo so: appena sono al sole mi addormento».

volete partecipare? il numero è 02.36.76.74.54

Volete partecipare come concorrenti a «La Corrida»? Telefonate al numero 02.36.76.74.54 oppure andate sul sito www.magnoliatv.it e riempite il modulo di iscrizione. «I requisiti? La voglia di divertirsi, la leggerezza di buttarsi a fare quello che si pensa di saper fare meglio. Ed esserne convinti» dice Conti. «I concorrenti li incontrerò solo alle prove tecniche del giorno prima. Ma non sempre mi farò vedere. A volte li conoscerò direttamente durante la trasmissione.  L’importante è mantenere la freschezza, l’emozione e la sorpresa della diretta».

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