Corrado Augias in «Città segrete» racconta Parigi, Roma e Londra

Sono le capitali che rappresentano il cuore dell’Europa, incroci di storie, personaggi e misteri. E proprio a loro sono dedicate le tre serate speciali del nuovo programma che arriverà su Raitre a partire da sabato 8 dicembre

Corrado Augias
6 Dicembre 2018 alle 17:52

Parigi, Londra e Roma sono le capitali che rappresentano il cuore dell’Europa, incroci di storie, personaggi e misteri. E proprio a loro sono dedicate le tre serate speciali di «Città segrete», il nuovo programma di Corrado Augias che arriverà su Raitre a partire da sabato 8 dicembre.

Corrado, cosa ci racconterete?
«Queste città sono come immensi raccoglitori di storie. Perciò è una bella occasione per scoprire alcuni loro aspetti o luoghi tra i meno conosciuti. Oppure, al contrario, quelli così famosi che, a forza di vederli, non si sa più nemmeno esattamente di cosa si stia parlando. Come, per esempio, la reggia di Versailles (foto sopra, ndr) a Parigi, il Ponte e la Torre di Londra o ancora il monumento a Giordano Bruno che si trova a Campo de’ Fiori a Roma».

Proprio alla capitale francese è dedicata la prima puntata.
«Esatto. Tra le altre cose vedremo le splendide catacombe parigine, che ricordano quelle romane, e la chiesa del Sacro Cuore a Montmartre dove nacque l’ordine religioso dei gesuiti (quello a cui appartiene anche papa Francesco, ndr)».

Lei a Parigi fu inviato per il quotidiano La Repubblica.  
«Ci ho vissuto per tanti anni e ancora oggi, quando non lavoro in tv, ci trascorro qualche mese. Insieme a Roma, dove sono nato, è la città del mio cuore: amo quel suo ritmo pacato che la rende tanto diversa da altre metropoli come New York, dove anche ho abitato per quattro anni, la stessa Londra o Berlino».

Insomma, si considera un po’ francesce d’adozione?
«Come cantava Joséphine Baker negli Anni 20 “Ho due amori, il mio Paese e Parigi”».

C’è un luogo “segreto” della città che può consigliarci?
«La casa dei Camondo. È una splendida villa nel centro città che apparteneva a un grande banchiere ebreo la cui famiglia fu sterminata nei campi di concentramento ad Auschwitz. Dopo la Seconda guerra mondiale rimase chiusa per decenni, ora è stata riaperta ed è come entrare in una macchina del tempo che ti riporta alla fine dell’800».

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