Costantino della Gherardesca: «Se vi suono al citofono giocate assieme a me?»

Il conduttore parla del nuovo «quiz a domicilio» che conduce su Raidue e dice: «Spesso io tiro a indovinare!»

Costantino della Gherardesca
11 Gennaio 2019 alle 14:39

Un quiz show a domicilio. «Apri e vinci» è il nuovo programma di Raidue che dal lunedì al venerdì fa compagnia ai telespettatori al pomeriggio, e la domenica alla sera. Al timone c’è Costantino della Gherardesca, che letteralmente entra nelle case degli italiani per giocare con loro, ponendo domande di cultura generale ai presenti.

Quiz a volontà per mamma, papà, coinquilini, conviventi, amici, figli, zii e nipoti che, in una manciata di secondi, devono rispondere a 10 domande e superare la prova della «Domanda porcellino» per vincere il montepremi più alto in palio, pari a 2.500 euro in gettoni d’oro. Per ogni risposta corretta il montepremi sale. Se si sbaglia per due volte, invece, il presentatore con il «bottino» cambia casa. Ispirato al format israeliano «Cash at your door», ha fatto il record di ascolti in Turchia, Serbia, Repubblica Ceca, Belgio e Kazakistan. E ora vediamo come andrà qui da noi.

Costantino, lei è un po’ un esploratore della tv. Per questo ha deciso di intraprendere l’avventura di «Apri e vinci»?
«Sono orgogliosissimo! È un programma sofisticato e cambia il concetto del quiz perché lo fa a domicilio. Andiamo in onda dopo “Detto fatto” e speriamo che il pubblico man mano si abitui e apprezzi la nostra presenza».

Va in giro per l’Italia. Avrà notato che in tema di ospitalità il Paese non è tutto uguale.
«Da Nord a Sud ci sono tante differenze culturali. Quando andiamo in meridione le persone, aprendoci la porta, ci offrono cibo e caffè. A Milano, e in generale nelle città del settentrione, la gente è ospitale ma in modo più austero. L’Italia è tutta bella e gli italiani, lo sappiamo, hanno un modo tutto loro di esprimere affetto e simpatia».

Sul finire degli Anni 80 anche Piero Chiambretti con «Complimenti per la trasmissione» citofonava ed entrava nelle case degli italiani per farli giocare.
«Chiambretti è bravissimo. Lui andava in giro ed entrava in famiglia. La cosa interessante è che, attraverso il gioco, si mostrano aspetti curiosi delle varie realtà del nostro Paese. E poi questo programma, sentendo il parere di amici e di addetti ai lavori, ha la capacità singolare di rievocare l’atmosfera della Raitre degli anni d’oro. E questo per me è già un bel risultato».

Quale criterio seguite nella scelta delle domande da porre?
«Le domande sono strutturate e pensate per coinvolgere e far giocare tutta la famiglia. Quando entro in una casa abitata da un gruppo di studenti, per esempio, mi aspetto che sappiano rispondere alle domande sugli argomenti che hanno appena studiato al liceo o all’università» (sorride).

Lei, da spettatore, è appassionato di quiz show e li segue in tv?
«Sì, perché mi piace la televisione tradizionale, quella tipica del dopoguerra. Il mio conduttore preferito nella storia del piccolo schermo è stato Corrado. Tornando ai giorni nostri, mi piace “Chi vuol essere milionario?” e seguo “L’eredità”. Spesso mi ritrovo a tirare a indovinare le risposte».

E come se la cava, «ci azzecca» qualche volta?
«A volte sì. Purtroppo, però, ho diverse lacune sulla cultura letteraria italiana. A certe domande non saprei rispondere. A mia discolpa posso però dire che sono andato a scuola in Gran Bretagna e invece di studiare Manzoni, Dante e Leopardi mi sono infarcito di Shakespeare, Austen e altri autori stranieri. Ma so che quando andrò in pensione avrò modo e tempo di recuperare!».

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