Siamo entrati nello studio milanese dove si registra il programma di Tv8, tra comici, comparse, costumi e tante risate
Nel camerino del Mago Forest ci sono Giorgio Gherarducci, uno dei due Gialappi (l’altro è Marco Santin), e Carmelo La Rocca, uno degli autori del “GialappaShow”. Sul tavolo davanti allo specchio Forest ha appoggiato il suo copione, personalizzato con la F sul frontespizio, mentre si affida alle mani esperte delle affezionate Patrizia e Mery, truccatrice e parrucchiera. «Sono vent’anni che lo trucco ed è decisamente migliorato» dice Patrizia. «Sta parlando del carattere, non della pelle» chiarisce Forest.
Sprazzi di un’ordinaria giornata dietro le quinte del “GialappaShow” negli studi milanesi dove Banijay Italia realizza il programma che ogni lunedì sera su Tv8 strappa sorrisi ai telespettatori. Ideato da Giorgio Gherarducci, Marco Santin e Lucio Wilson, è affidato alle mani (e alle battute) del Mago Forest, padrone di casa del luminoso Baratro Club: «Qui si entra solo con la fedina penale sporca» dice. In un viavai frenetico mancano all’appello Marcello Cesena e Simona Garbarino, ossia Jean Claude e Madreh della serie “Sensualità a corte” che si registra in uno studio a Genova. Qui, invece, si comincia nel primo pomeriggio e si va avanti fino a notte inoltrata («A volte si slitta e scatta lo straordinario, anche se il produttore fa di tutto per non farlo scattare» commenta Forest) tra comparse che si aggirano dietro le quinte, comici in cerca di una battuta, costumisti che trasportano da una parte all’altra abiti improbabili, tecnici, fonici, microfonisti e cameraman.
Dietro le quinte del GialappaShow
In camerino Forest passa in rassegna i vestiti pronti e stirati appesi allo stendino, ne sfila uno parecchio sbrindellato e spiega: «Sono stato sbranato da un cane giocherellone alla dogana svizzera, ero andato in Olanda con Ellen Hidding, la conduttrice della prima puntata, siamo entrati in un coffee shop, ho bevuto qualcosa e poi non ricordo più nulla, ma giunti alla dogana il cane mi ha azzannato». Alle 3 di un piovoso pomeriggio autunnale Forest è sempre brillante: «Se mi vuoi dare un dispiacere devi convocarmi presto. Sono un nottambulo, la notte riguardo i copioni, metto gli accenti». Dopo un’ora anche le comparse sono sedute in studio istruite dagli autori, accanto a Forest si schierano i due buttafuori Fabietto e Mariolino (quest’ultimo, un marcantonio biondo, è il secondo figlio di Brigitte Nielsen), ancora mezz’ora ed entrano i Neri per caso (tutti di nero vestiti con cravatta arancione) e cominciano ad accordare le voci.
Passa ancora del tempo finché, dal “gabbiotto” ricavato appena fuori lo studio, dove i Gialappi controllano sui monitor tutti i movimenti, qualcuno grida: «Si comincia?». Finalmente qualcun altro urla: «Silenzio!». Avanza sul palco Francesca Michielin e intona un pezzo dei Beatles rifatto alla maniera degli Earth, Wind and Fire. Nulla qui è come sembra alla prima occhiata o al primo accordo. Ma non si può svelare proprio tutto...