Da cinque anni ogni sera Amadeus ci invita a giocare con lui nel suo programma “Soliti ignoti - Il ritorno”, sfidandoci a scoprire anche da casa le professioni degli otto misteriosi personaggi in studio. Professioni, c’è da dire, quasi sempre bizzarre: c’è chi insegna a costruire pollai, chi restaura manoscritti francescani, chi addirittura rivela i volti dei sarcofagi... Merito della redazione del programma, alla continua ricerca dei professionisti più originali.
Per non parlare del “parente misterioso”, che misterioso lo è davvero. «Scegliamo parenti che non abbiano una somiglianza troppo evidente e che soprattutto abbiano lineamenti familiari con più di un ignoto, per confondere ancora di più le acque» ride l’autore Fausto Enni. Nelle puntate in onda fino a Pasqua sono ancora personaggi noti a giocare e a devolvere l’eventuale vincita in beneficenza. «Da domenica 17 aprile invece torneranno a giocare, in coppia, i concorrenti comuni» ci anticipa Federico Antonini, curatore del programma per Endemol.
Il conduttore Amadeus arriva al teatro delle Vittorie a Roma verso le 15, fa una riunione con gli autori e poi verso le 15.30 inizia la registrazione della puntata.
Andrea Menniti, produttore esecutivo Endemol Shine Italy. Il regista Stefano Mignucci coordina una squadra tecnica di 30 persone circa. In studio ci sono otto telecamere.
Ecco cosa si vede, durante le prove, nel binocolone utilizzato dal concorrente in puntata, per osservare dei particolari del volto degli ignoti.
La riunione degli autori inizia ogni giorno verso le 12. Da sinistra, Andrea Palazzo, Luca Passerini, Riccardo Ruggenini, Lorenzo Leone, Sonia Mastellone, Fausto Enni e Marco Perrone.
Su ogni bigliettino arancione c’è una breve scheda biografica di ciascuna delle otto identità di puntata. Prima dell’inizio Amadeus li legge e li memorizza.
Settimana dopo settimana, i bigliettini che non servono più vengono attaccati alla parete, diventando ormai una sorta di “installazione artistica”...
Questi sono i cartoncini che Amadeus ha in mano durante la puntata: uno per ogni ignoto. Sul retro ci sono scritti i tre indizi che riguardano ciascuno di loro.
In tv si vede un’ombra dietro a una serranda: ecco cosa c’è dietro. Qui è dove si trova il parente misterioso, in attesa di entrare in studio e di essere svelato.
Il microfonista Fernando Attorre sistema il microfono del conduttore prima di cominciare a registrare la puntata.
Sulla balconata c’è Andrea Montemurro, l’operatore della “Jimmy”, la telecamera montata su un braccio lungo 9 metri.
Come fanno gli ignoti a dare la risposta «Sì, sono io» o «No, non sono io» al momento giusto? Aspettano la luce verde attivata con questa macchinetta dall’autore Francesco D’Uva.
Siamo nel retropalco: da questa scaletta salgono gli otto ignoti che poi si vanno a posizionare sui cubi in studio. Vengono convocati alle 10 di mattina e arrivano già truccati e con gli abiti che portano da casa.
Il notaio Luca Sabbadini sigilla i passaporti con adesivi che sostituiscono la ceralacca. Il notaio verifica le identità degli ignoti, sorteggia l’attribuzione dei passaporti agli ignoti e verbalizza il contenuto della puntata.