Drusilla Foer: «Amo la tv gentile di una volta e ve la ripropongo»

Dopo Sanremo e i David di Donatello torna con una nuova versione di "Almanacco del giorno dopo"

Drusilla Foer
6 Giugno 2022 alle 08:20

I suoi quasi due metri di altezza Drusilla Foer li porta ta a spasso con eleganza. È chic, ironica e brillante. Quando parla cerca con cura le parole giuste, ti guarda negli occhi, gesticola solo quel tanto che basta a dare colore al suo pensiero: mai una mossa di troppo. Dopo il successo di Sanremo («Lo sa che la copertina di Sorrisi con le signore del Festival l’ho incorniciata?» dice in tono “civettuolo”) è tornata al suo spettacolo teatrale “Eleganzissima”. E dal 6 giugno la rivedremo in tv con un programma quotidiano: “Drusilla e l’almanacco del giorno dopo”, una riproposizione della celeberrima trasmissione Rai andata in onda dal 1976 al 1994.

Come mai questa scelta?
«Come mai questa sfacciataggine vuole dire (sorride)! L’ho fatta con devozione a questo bellissimo programma che qualche decennio fa entrava nelle case in modo garbato e gentile dicendo cose anche un po’ “rurali”: a che ora sorge e tramonta il sole, a che ora si leva la luna, qual è il santo del giorno... Cose carine da sapere, che preparavano all’arrivo del giorno dopo. Penso sia piacevole riproporre quel tipo di televisione amichevole, intelligente, elegante e utile... ma a modo mio, con qualche “drusillata”».

Riprende delle rubriche?
«Certo! “Domani avvenne”: sapere cosa è accaduto di importante quel giorno è interessante. E poi ho inserito delle novità: il personaggio del giorno dopo, la canzone del giorno dopo, che canterò accompagnata dal pianista in studio, la “Giornata mondiale del...”. Oltre a collegamenti esterni su vari temi».

Chi amava nella tv degli anni dell’Almanacco?
«Mina, Totò, Vittorio De Sica, Johnny Dorelli, Sandra e Raimondo, Bice Valori e Paolo Panelli, Sandra Milo, Paolo Poli: era una televisione baciata da Dio, con protagonisti che avevano fatto l’avanspettacolo. Lì se non sapevi lavorare il pubblico ti tirava la frutta!».

Quest’anno ha affiancato Amadeus in una delle serate del Festival. Dopo Sanremo come le è cambiata la vita?
«È tutto più semplice: non devo più far capire chi sono».

Allora mi perdonerà se le chiedo di raccontarsi un po’ a Sorrisi. Ha vissuto la prima parte della sua vita a Cuba. Che ricordi ha?
«Pochi, perché in quanto figlia di un diplomatico ero molto protetta e non potevo vivere la città... Ricordo un palazzo in Plaza de Armas a L’Avana, con un cortile ombroso e il portone di uscita bagnato di una luce accecante. Mi sentivo protetta e rassicurata lì dentro, ma la luce all’esterno era qualcosa di incredibilmente energico. A volte mi avvicinavo per sentire i rumori, gli odori di fuori, la gente che rideva, che parlava, e credo che sia nata da lì la mia urgenza di capire cosa succede “là fuori”. Sono rimasta a Cuba fino a circa 14 anni, poi ho viaggiato molto: Madrid, Parigi, Bruxelles, New York...».

Dove si sente a casa?
«A Siena sono nata ma è solo un punto di partenza. Sono stata molto bene a New York. Adesso sono felice a Firenze, abito in un piccolo quartiere ai piedi di Fiesole in una casa illuminata dal sole, piccola, dove ci sono le cose a cui tengo. Ovunque mi giri trovo qualcosa che è irrorato d’amore. Ora ho una vita meno scriteriata, meno randagia».

A New York aveva aperto un’attività...
«Sì, un negozio dell’usato. Il “Second hand Dru”, un posto fantastico, nel Village, un ritrovo di artisti ma non solo. C’era il giornalaio appassionato di temi sociali, poi c’era la pop star un po’ vanitosa. Intellettuali. Imbianchini. Dei grulli estrosi. Io offrivo il pane con l’olio e il Chianti della mia fattoria. Era uno stanzone con quattro divanacci comprati usati e gli abiti appesi nelle grucce. Lì per la prima volta ho capito l’importanza dell’unicità delle persone,
perché era un luogo di scambio, di confronto e di generosità».

È vero che ha girato l’America in moto con Tina Turner?
«Sarebbe una balla enorme se non fosse vero! Ma quella era una mia modalità un po’ vanesia di allora, per incantare il pubblico del web, ora facciamo finta che quelle cose non le abbia mai dette».

Mica facile: sono aneddoti gustosi...
«Allora diciamo che ho fatto cose molto audaci con persone molto famose. Ecco (ride)».

Ha detto: «Mi sto simpatica ma non mi amo». Perché?
«Io un po’ mi amo ma poi mi dico: “Però sei noiosa, polemica”».

Noiosa?
«Quando non seguo il flusso delle cose e mi oppongo con la pignoleria. Devo essere preparata, pronta... mamma mia che noia! Un rigore esagerato».

Da sempre?
«Sì. Nonostante sia stata una pazza che negli Anni 80 andava ai rave party ad Amburgo...».

L’immagine di lei ai rave party non combacia con quella elegante di adesso. Le sue mise così chic come nascono?
«Sono sempre stata fatta male, ero una bambina “brindellona” senza forme. Ho dovuto imparare ad accogliere le mie caratteristiche fisiche. Sono troppo alta, ho le braccia lunghe. Se vede, in fondo vesto sempre uguale. Sa cosa mi diceva la mia sarta da bambina?».

Che cosa?
«Signorina, mi sembra di vestire una scimmia... Ma di viso lei è una pittura!».

Cosa la aspetta adesso?
«Una tournée estiva di “Eleganzissima” e la concretizzazione di un progetto discografico. E poi... alla mia età intanto si tende a superare l’estate (ride)».

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