Tutti pazzi per l’esilarante show di Prime Video: le sue gag sono diventate dei tormentoni

Si puo' vedere su
Quando gli avevamo dedicato la copertina a marzo, eravamo certi che “LOL” sarebbe piaciuto. Ma l’esplosione di consensi e di affetto che ha avuto il comedy show di Prime Video è andata oltre le aspettative tanto da meritarsi l'immediata conferma e l'annuncio ufficiale della seconda stagione.
Tutti sono stati conquistati dal clima spensierato e dall’atmosfera di festa tra i dieci comici che, chiusi in una stanza per sei ore, dovevano trattenere le risate cercando intanto di far ridere gli altri (per chi non l’ha ancora visto, non sveliamo il nome del vincitore). E sui social le clip del programma sono diventate “virali”. «Finalmente qualcosa di contagioso in modo sano: l’allegria. Ne avevamo bisogno dopo mesi passati a parlare solo di Covid» commenta Ciro Priello dei The Jackal, che ha giocato contro uno dei suoi soci, Fru.
Perché piace tanto?
“LOL” si è rivelato un fenomeno per gli spettatori perché «lo show è stato una sorpresa per gli stessi partecipanti». La pensa così Elio, che ha spiazzato tutti già con il suo ingresso in scena, “incorniciato” come la “Gioconda” di Leonardo. «Per me è stata una maratona fisica, ero tutto bardato» sottolinea. «Ma si sa, sono un masochista. Pur di far ridere gli altri ho sopportato il caldo e il peso del quadro. Mi dispiace di non aver tenuto la cornice, che è diventata pure un filtro di Instagram, però succede sempre così con i miei travestimenti. Di tutti quelli fatti con gli Elio e Le Storie Tese conservo solo una parrucca di “La terra dei cachi”». Elio ha dato filo da torcere ai colleghi, ma lui per primo si è «sganasciato inseguendo Frank Matano, con cui è nato un amore, e con Angelo Pintus che non fingeva, ma è veramente bravo a fare i cocktail. Ne ho assaggiato solo uno però, per non esagerare».
In pausa che si fa?
Ci sono gruppi d’ascolto di fan che rivedono gli episodi e sanno a memoria persino i contenuti extra. Ma solo i protagonisti possono sapere cosa sia successo davvero lì dentro. «Avevamo 10 minuti di pausa ogni due ore e ne approfittavamo per bere o mangiare: biscotti, caramelle, marshmallow, di tutto» svela Katia Follesa. «C’era un frigo pieno di cose buone. Io per sicurezza, oltre al trolley dei costumi, mi ero portata da casa un beauty case in cui, al posto dei trucchi, avevo messo cetriolini, maionese e salame». «I tramezzini erano notevoli, per fortuna ho il metabolismo veloce e non ingrasso» ricorda Lillo. «Mettendo un bicchiere d’acqua davanti alla bocca, riuscivo a camuffare il sorriso. Si è rivelata una tecnica efficace» ammette Ciro. «Pure i ragazzi della squadra che ci ha seguito nelle riprese, sempre la stessa per le dieci ore effettive in cui abbiamo registrato, non ne potevano più: “Aò, fatela finita, stamo a morì dal ridere!” imploravano in romanesco. E lì abbiamo capito che lo show funzionava».
Quanta improvvisazione c’è?
Ai tecnici in studio Ciro ha rubato il trapano usato nello sketch del robot con Michela Giraud. «A un certo punto mi sono ricordato dei tempi in cui facevo animazione e si montavano i palchi con gli avvitatori. Così mi è venuta l’idea del Robosex. Il trapano non l’ho tenuto come souvenir dell’esperienza» dice Ciro. Alcuni numeri erano preparati, come quello del “terzo braccio” o della vecchia col fischio («Avevo messo in valigia la felpa e lo scialle» spiega Ciro). Studiati prima anche il mentalista di Lillo («Un numero del mago Lioz» precisa lui) e la “Barbie tris di primi” di Katia Follesa: «L’avevo fatta a “Quelli che il calcio” e non ero sicura che avrebbe fatto ridere di nuovo. Invece... Mi è costata dei doloretti perché Ciro, senza farlo apposta, sollevandomi mi ha fatto male a una costola». Altri momenti di ilarità scattavano spontanei. Riprende Ciro: «La traduzione simultanea dell’attore di Hollywood è nata lì per lì».
Cos’è successo dopo?
«Fra tutte le gag dello show che sono diventate virali vince “So’ Lillo”, una combinazione pazzesca di stupidità e tempi comici perfetti» sostiene Elio, che a sua volta ha creato l’esilarante «Sono c*** miei». Va forte anche «Donatella per uno storno, cassa alla 8, prezzo alla 2», (va letto imitando il tono di voce metallico delle cassiere al microfono). «Non posso più entrare in un supermercato ormai, perché tutte le dipendenti mi chiedono un selfie» nota Katia. «Abbiamo continuato a ridere pure finito il programma, la sera a cena fra noi, lo scorso settembre. Era tutto un “So’ Luca” (Ravenna, ndr), “So’ Cate” (Caterina Guzzanti, ndr)... Con noi c’erano anche Mara Maionchi e Fedez: lei meravigliosa come in tv, lui un uomo gentile». Sui social girano foto “compromettenti” di questa cena. «In una di queste fingiamo di fare la pipì in una fontana fuori dal ristorante. Con Fru ci è costata una ramanzina dai nostri manager che si erano raccomandati: “Non fate figuracce con Amazon”» sorride Ciro.
A caccia di gadget
Mentre nei negozi online vanno a ruba i trucchi usati dai comici per far ridere i colleghi, come il tubo sonoro di Frank o il dinosauro gonfiabile di Ciro, Lillo lancia un appello: «Per la mia collezione di statuine, sogno quella di Posaman (il suo supereroe che si “spara” le pose, ndr). Piacerebbe tanto pure ai bambini!».