«Lo studio sarà pieno di trappole. Riproporremo lo scherzo in diretta, ma abbiamo “alzato il tiro”. E tra le vittime avremo nomi... irraggiungibili» svela il conduttore

C’è grande fermento attorno a Enrico Papi. Il conduttore parla contemporaneamente con me al cellulare e con altre persone attorno a lui. D’altra parte è in pieno svolgimento uno scherzo all’attore Nicolas Vaporidis, che si trova in Puglia. «Sta succedendo tutto in diretta mentre parliamo, se andrà in onda vuol dire che è riuscito» dice ridendo Papi che da domenica 18 settembre torna alla guida di “Scherzi a parte”, che sarà ancora più ricco e divertente della precedente edizione: «Quest’anno abbiamo introdotto delle piccole novità».
Cosa ci può anticipare?
«Gli ospiti in studio, protagonisti degli scherzi, dovranno stare attenti perché anche quel luogo riserverà tante sorprese. Non a caso il sottotitolo del programma è: “Nessuno è tranquillo”. Non sarò cattivo, ma preparerò loro delle trappole, tenendo a mente il fatto che voglio fare divertire la gente a casa con scherzi un po’ da cartone animato. Poi, dopo l’esperimento dell’anno scorso, riproporremo anche lo scherzo in diretta, con un’organizzazione a livello tecnico e logistico molto studiata, quindi ci possiamo permettere cose impensabili! Infine, abbiamo cercato di fare scherzi anche a personaggi quasi irraggiungibili».
Per esempio?
«Marcell Jacobs, l’uomo più veloce del mondo, una star internazionale. Lo abbiamo inseguito per cinque mesi. Oppure Simona Izzo e Ricky Tognazzi: ci piaceva mostrarli in un momento particolare per mettere a nudo il carattere della loro coppia. Alla fine Ricky non riusciva più a uscire dallo scherzo perché era troppo verosimile».
Altri scherzi che le è piaciuto organizzare?
«Uno, difficilissimo, a un personaggio che non abbiamo mai visto in contesti particolari: Roberto Giacobbo. Ci hanno aiutato i suoi collaboratori, una delle figlie e la moglie: sarà coinvolto in una situazione molto imbarazzante».
Chi saranno le vittime che vedremo nella prima puntata?
«Iva Zanicchi: con la complicità di Mediaset le faremo vivere un momento talmente assurdo che alla fine “sclererà”. Vedrete poi lo scherzo che Manuel Bortuzzo organizza ad Aldo Montano per mettere alla prova la loro amicizia. E poi ce ne sarà uno pazzesco a Federico Fashion Style: abbiamo reso inagibile il suo salone di Anzio, vicino a Roma».
Quando avete iniziato a registrare?
«A gennaio. Una volta il programma si faceva ogni due anni perché ci voleva tanto tempo per mettere in piedi gli scherzi. Invece abbiamo potenziato la squadra dimostrando che si possono girare in meno tempo. Ora ci vogliono da dieci giorni a un mese, fino ai cinque per quello a Marcell Jacobs».
Avete avuto qualche contrattempo?
«Quest’anno abbiamo avuto un po’ più di imprevisti del solito. Alcuni scherzi sono saltati o sono stati rimandati perché il personaggio non è arrivato, nonostante l’aiuto di un complice. Oppure i classici imprevisti: hai posizionato tutto, microcamere e microfoni, parte il segnale per registrare e non si vede niente dalla regia!».
Incidenti che hanno coinvolto i protagonisti?
«C’è stata una rissa. E una star è uscita talmente fuori di sé che non riuscivano a controllarla neanche gli amici. Inoltre, capita spesso che le vittime chiamino la polizia e noi dobbiamo avvertire le forze dell’ordine che è tutto finto».
Chi l’ha divertita di più?
«La giornalista Veronica Gentili. Lei si definisce una gattara e lo scherzo riguardava un gatto in difficoltà. Diciamo che è venuta fuori al naturale, in tutta la sua romanità».
C’è uno scherzo che le avrebbe creato particolare disagio, se ne fosse stato vittima?
«Quasi tutti. Quando con gli autori ci raccontiamo le idee che abbiamo pensato, io mi immedesimo nella vittima. Se provo disagio, vuol dire che lo scherzo è buono. Ma è sempre basato tutto sul divertimento, magari mettiamo in difficoltà il protagonista, ma non gli facciamo mai fare brutta figura».
Passiamo a lei. La bravata di cui va più orgoglioso?
«Alle medie, avrò avuto 14 anni. Arriva in classe il prof di italiano e mentre va ad appendere il soprabito, io corro a riempire la sua sedia di puntine, sulle quali si è seduto. Hanno convocato entrambi i miei genitori a scuola...».
Nella vita si è mai sentito come su “Scherzi a parte”, senza esserlo?
«Sì, pochissimo tempo fa. Affitto una macchina, una Mehari, e me la consegnano dicendo che devo fare benzina. E già mi sembrava strano. Mentre faccio il pieno, vedo uscire da sotto la benzina. Scopro così che il serbatoio era bucato... e nessuno mi ha aiutato a spingerla. Chiamo chi me l’ha affittata e non risponde. Pensavo proprio di essere su “Scherzi”!».
Si dice «Chi la fa l’aspetti». Non vive nel terrore che la produzione le giochi qualche brutto tiro?
«Tanti anni fa mi fecero uno scherzo a “Buona Domenica”. Per fare la parodia del cappellaio matto venivo tirato su con una imbracatura. Un giorno il regista Roberto Cenci, lo stesso di “Scherzi a parte”, dà lo stop e mi lascia appeso lì. Quest’anno mi hanno fregato di nuovo, lo vedrete nel promo: mi hanno chiesto di farlo imbracato in alto. E ci sono cascato un’altra volta!».
I suoi figli hanno superato il maestro oppure sono persone serie?
«Rebecca ha 22 anni, è più seria di me e si è appena laureata in Business. È molto studiosa, a differenza mia. Mi sa che devo chiedere il test del Dna! Samuele invece è come me, non studia niente, è mio di sicuro. Ha 14 anni».
L’età giusta per fare lo scherzo delle puntine.
«Appunto. Vediamo di non fargli leggere questa intervista!».