La conduttrice racconta la felicità di alzarsi all’alba. Per fare il lavoro che ama. Ma non solo… Il 9 settembre alle 8.40 torna la trasmissione di Canale 5
Il conto alla rovescia è cominciato. Ancora pochi giorni e Federica Panicucci dovrà reimpostare la sveglia alle 5.40: «Ma sono contenta perché faccio un lavoro che amo e alzandomi presto mi sembra di avere più vita da vivere» spiega ridendo la conduttrice che da dieci anni è alla guida di “Mattino Cinque”. «In realtà inizio a svegliarmi presto per gradi perché i miei figli riprendono la scuola il 2 settembre. Così lunedì 9 non sarà troppo traumatico».
Ti eri abituata bene in vacanza…
«In realtà quando viaggio mi alzo verso le 8 o le 9, non sono una dormigliona. Mi piace fare una colazione abbondante, con calma, godermi la mattina e avere una lunga giornata davanti a me, mentre la sera non faccio molto tardi».
Non come quando eri una ragazzina senza pensieri…
«Allora avevo ritmi assolutamente rallentati. Mi importava poco alzarmi presto per andare in spiaggia. Facevo grandi dormite e mi svegliavo a mezzogiorno».
Ricordi la mattina del tuo primo giorno di scuola?
«Come se fosse ieri. In prima elementare ricordo il caos, i bambini nel cortile della scuola che venivano chiamati uno a uno per formare le classi. L’ansia a mille perché era un’esperienza nuova. È un ricordo indelebile. Anche bello, perché sono stati anni divertenti. Alle elementari mi portavano entrambi i genitori, alle medie mia mamma, ma solo il primo anno perché la scuola era a tre fermate di tram da casa e ci andavo da sola. Da grandicella, invece mi vergognavo e se mi accompagnavano mi facevo lasciare all’angolo!».
Ora che sei mamma come vivi il primo giorno di scuola dei tuoi figli?
«È un evento. Vado sempre io ad accompagnarli, ci svegliamo mezz’ora prima rispetto all’orario canonico e c’è molta agitazione, dormono poco e sono emozionati. All’inizio di ogni anno scolastico facciamo una foto: è il nostro rito scaramantico».
Quando erano piccolini com’erano le tue mattine?
«Un tutt’uno con la notte, non si dormiva. Li ho avuti a 18 mesi di distanza e la notte era problematica. Quando ho iniziato a fare “Mattino Cinque” Mattia aveva un anno e mezzo e Sofia tre e mezzo. Se si ammalavano passavo la notte a curarli e alle 5.30 mi alzavo per andare al lavoro. Poi quando andavano all’asilo portavano a casa di tutto e mi ammalavo pure io. I primi anni ci sono state mattine complicate, ma rifarei tutto! È stato un percorso faticoso, ma pieno di amore e felicità».
La mattina più bella della tua vita?
«Quando sono venuti al mondo i miei bambini. Sofia è nata alle 2 e Mattia alle 9.30».
Durante l’anno, invece?
«La mattina di Natale è unica. Da preservare in tutto e per tutto. Ci svegliamo all’alba, i bimbi corrono nel lettone agitatissimi perché è arrivato Babbo Natale. Apriamo i regali in pigiama e ci prendiamo tutto il tempo, è una mattina magica. Come quando ero piccola io: alla vigilia non riuscivo a prendere sonno e vivevo le loro stesse emozioni».
Torniamo a oggi: il primo mattino di lavoro è traumatico?
«No, è una gioia e una festa. Arrivo mezz’ora in anticipo per salutare la squadra. Ma già una settimana prima di partire ci vediamo, facciamo riunioni, prendiamo contatto con lo studio, rivediamo le posizioni. Le cose di routine. Poi il programma va da solo: la squadra di giornalisti è consolidata e forte, sono tutti professionisti che lavorano con grande impegno e io sono orgogliosa di entrare nella casa degli italiani ogni mattina. È un grande regalo di cui ringrazio l’azienda».
Si dice che il buongiorno si veda dal mattino. Da cosa capisci se sarà una giornata positiva?
«Per me sono tutte belle. Solo per il fatto di avere due figli che stanno bene, un lavoro che amo e la vita che volevo, non posso che essere grata di quello che ho».
Cosa ti piace fare nelle prime ore del giorno?
«Ho i miei riti: colazioni lunghe e lente per carburare. Il tempo per leggere i giornali e recuperare. Un caffè appena sveglia ci vuole: sono un po’ rallentata».
Qual è la musica migliore per darsi la carica?
«Il silenzio. Giusto la sveglia. In auto invece ascolto musica rock o pop».
Qual è il profumo che ami sentire appena sveglia?
«Quello del mio bagnoschiuma, e di pulito».
E il tuo umore com’è?
«Positivo, sempre. Sono una giocherellona».
La mattina ti senti più leone o più gazzella?
«Leone, perché devo fare molte cose, concentrarmi, produrre e aggredire la vita».
Appena sveglia ti ricordi i sogni che hai fatto?
«Sogno molto, ma li dimentico spesso. Non credo nei sogni e quindi non mi interessa ricordarli».
Il “buongiorno” che ami ricevere?
«Quando non dormo da sola mi piace essere svegliata con un bacio e qualche coccola».
La domenica mattina cosa ti concedi?
«Del tempo per me. Tutti i ritmi sono rallentati, mangio quando ho fame, dormo se ho sonno. Il telefono non si guarda. Recupero il mio tempo e le energie, mi ascolto».
Giacomo Casanova diceva: «Una bella donna è mille volte più attraente quando esce dalle braccia di Morfeo che dopo un’accurata toilette». Sei d’accordo?
«Bisogna chiederlo agli uomini. A me fa piacere pensare sia così. Ma aggiungo che una donna truccata è per tutti, quella svegliata da Morfeo soltanto per pochi intimi…».
Secondo il regista Billy Wilder, invece, «devi avere un sogno in modo da poterti alzare al mattino». Tu ne hai ancora qualcuno?
«Nonostante io abbia 51 anni, ho tanti sogni da realizzare. Ma non si dicono altrimenti non si avverano».