Gabriele Corsi e la nuova stagione di “Don’t Forget the Lyrics!”

Da lunedì 30 settembre sul Nove torna il karaoke televisivo in cui i concorrenti devono cantare a memoria delle canzoni

30 Settembre 2024 alle 08:57

Schiaritevi la voce e preparatevi a cantare. Da lunedì 30 settembre sul Nove torna "Don’t Forget the Lyrics! - Stai sul pezzo", il karaoke televisivo in cui i concorrenti devono cantare a memoria delle canzoni. Alla conduzione, ritroviamo Gabriele Corsi.

Gabriele, ci saranno novità?
«Molte. Il montepremi raddoppia arrivando a 10 mila euro. Mentre il primo gioco resta invariato, nel “duello” chi arriva secondo canterà per primo. E nel gioco finale, il concorrente dovrà cercare di difendere la cifra accumulata, che si dimezzerà a ogni errore».

Lei ha buona memoria come i concorrenti?
«Sì, ma a breve termine. Sono come Dory di "Alla ricerca di Nemo": cancello le informazioni superflue (ride)».

Ricorda i testi delle canzoni?
«Di quelle che mi piacciono. Per esempio "L’anno che verrà" di Lucio Dalla e molti testi dei Beatles. E poi, avendo fatto parte di un gruppo che suonava le cover dei Police, ricordo le loro canzoni».

Che rapporto ha con la musica?
«Un legame sentimentale. Non è tanto il brano in sé che mi cattura ma le emozioni che mi suscita, i ricordi. Quando sento "Futura" di Dalla, per esempio, ripenso alle gite fuoriporta con i miei genitori, il tragitto in auto, la trattoria...».

Cosa ama del programma?
«Mi intriga il gioco, mi diverto. C’è la musica dal vivo, dagli stacchetti alla sigla. È come un varietà che va in onda ogni sera».

La fascia preserale è molto affollata. Teme la concorrenza?
«Non c’è una fascia facile in tv. Trovo giusto che ci sia una vasta scelta per il pubblico. E la concorrenza è stimolante, spinge a dare il massimo».

L’8 ottobre uscirà il suo romanzo "Che bella giornata, speriamo che non piova". Di che si tratta?
«È un romanzo autobiografico. Da giovane ho fatto il servizio civile al manicomio di Santa Maria della Pietà a Roma e poi in una casa di comunità per malati psichiatrici. Un’esperienza che mi ha portato a conoscere una realtà incredibile. L’avevo rimossa fino a ora che mio padre ha perso la memoria. E ho sentito il bisogno di portare alla luce la storia delle persone che ho conosciuto allora».

Una svolta malinconica per un uomo ironico come lei...
«In realtà mi corrisponde tanto. L’ironia fa parte della mia vita ma anche il cuore. E in questo libro ce l’ho messo tutto».

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