Gianfranco Funari, l’uomo che rese la gente protagonista in tv

Uno speciale di Raidue presentato da Enrico Lucci celebra l’ideatore del talk show “popolare” scomparso nel 2008

Gianfranco Funari (1932-2008). Tra i suoi grandi successi tv ricordiamo “Aboccaperta”, “Mezzogiorno italiano” e “Stasera c’è Funari”, al quale collaborava l’ultima moglie Morena Zapparoli
21 Febbraio 2019 alle 17:13

Amava la gente, ma dell’uomo della strada aveva ben poco. Anzi, a Gianfranco Funari piaceva moltissimo essere speciale, con i suoi colpi di genio, le provocazioni, la voglia di lasciare il segno. A più di 10 anni dalla sua scomparsa (avvenuta il 12 luglio 2008), l’inventore del talk show “popolare” viene celebrato con la serata “Lucci incontra Funari” in onda su Raidue lunedì 25 febbraio. A fare gli onori di casa, l’ex “iena” Enrico Lucci, erede naturale indicato dallo stesso Funari. Al suo fianco, personaggi del mondo dello spettacolo che hanno conosciuto il mattatore, come Francesco Rutelli, Chicco Testa, Roberto D’Agostino, Antonio Di Pietro e Maurizio Costanzo. Intanto, noi ci siamo divertiti a cercare nel passato aneddoti e curiosità di una vita romanzesca. La sua.

Roma e Bentley
Nato nel 1932, Funari era orgogliosissimo della sua romanità e del suo forte accento della Capitale, e raccontava che il suo bisnonno era stato il cocchiere di Papa Pio IX. Gianfranco però alle carrozze preferiva le auto di lusso e fin da ragazzo sognava di guidare una Bentley. Una volta famoso se ne comprerà addirittura due: una verde e una nera cabriolet, che però gli verrà rubata a Milano nel 2001.

Il vicino di casa Franco Califano
A 16 anni si trasferisce in un palazzo di via Famagosta, dalle parti del Vaticano. Nel palazzo accanto al suo vive un ragazzino con cui nascerà una grande amicizia. Si chiama Franco Califano, che proprio a Funari farà ascoltare i suoi primi brani.

Un cantante per finta…
Anche Funari, in realtà, è stato  cantante: nel 1973 incide l’album “Ma io non canto... faccio finta!” (che contiene tra l’altro il brano “Io faccio niente!” nel quale ironizza sulla pigrizia dei romani). Cinque anni dopo invece diventa romanziere, pubblicando “Famiglia svendesi”.

Fate il vostro gioco
Da ragazzo Funari lavora come croupier al Casinò di Saint-Vincent e poi a Macao. Intervistato da Gigi Marzullo in tv racconta: «Non amo il gioco d’azzardo, ma mi piace far giocare. Mentre nella vita ho sempre giocato d’azzardo. Adoro giocare con la vita». E anche sullo stato di salute dell’Italia è graffiante. Sempre nel programma notturno spiega: «Il nostro è un Paese pieno di carriere senza talenti e di talenti senza carriere. I danni maggiori per l’Italia sono il nepotismo e le raccomandazioni» .  

Sulle orme di Villaggio
Funari esordisce al “Sette per otto”, un club romano gestito da Maurizio Costanzo, dove già si esibiva il giovane Paolo Villaggio. «Sono un uomo molto sicuro di sé, ma con dei cedimenti legati alla mancanza dei genitori» racconta ancora nell’intervista. Una sera si trova faccia a faccia con Oreste Lionello, che gli propone di esibirsi nel suo show. È il 1967.

Derby da 30.000 lire
Nel 1969 incontra Gianni Bongiovanni, titolare del Derby, storico cabaret milanese. Accetta la sua offerta, si trasferisce a Milano e debutta per 30.000 lire a serata (al valore di oggi, circa 270 euro). Ad aprirgli le porte della conduzione tv è Paolo Limiti, che alla fine degli Anni 70 lavora come produttore a Telemontecarlo: è proprio la rete monegasca a lanciare “Torti in faccia” (1980), dove Funari anima il dibattito tra gente comune su temi d’attualità.

Votate per me
Funari sindaco di Milano? Poteva succedere. Nel 1997 Gianfranco annuncia la propria candidatura. «La donna più importante della mia vita è la politica”» spiega. Ma all’ultimo momento (nonostante sondaggi incoraggianti) ci ripensa. Poco dopo infatti subisce una delicata operazione al cuore.

Morena, piccolo grande amore
«Quando diventi grande, ti sposo». Gianfranco lo ripeteva scherzosamente a Morena Zapparoli, figlia di una coppia di amici, quando era bambina. Andrà proprio così: la loro storia inizia nel 1999, quando lui ha 67 anni e lei 32. Si sposano nel 2004. «L’amore vero è dei principi» ama ricordare Funari, non riferendosi a titoli nobiliari, ma a sentimenti nobili. Morena diventa anche una sua stretta collaboratrice, e lui durante le dirette grida spesso il suo nome: «Morenaaa...».

Titoli di coda
Tre pacchetti di sigarette, un accendino, alcune fiches da gioco e un telecomando della tv: queste le cose che Funari ha voluto portare con sé nella sua tomba, nel cimitero Monumentale di Milano. Due le frasi sulla lapide: «Ho smesso di fumare» e «Manco da qui taccio!».

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