Gianluigi Nuzzi di nuovo al via con il suo “Quarto grado”

Ritorna su Rete 4 da venerdì 9 settembre. Al suo fianco ritroveremo Alessandra Viero e tutto il team di inviati e opinionisti

7 Settembre 2022 alle 08:07

«Squadra che vince non si cambia» risponde Gianluigi Nuzzi alla domanda su eventuali novità in "Quarto grado", che ritorna su Rete 4 da venerdì 9 settembre. Al suo fianco ritroveremo quindi Alessandra Viero e tutto il team di inviati e opinionisti, pronti a far luce sui nuovi casi di cronaca e ritornare sui misteri irrisolti. «Daremo solo più spazio ai documenti originali audio e video. E incrementeremo l’interazione col pubblico, che è molto attivo e ci fornisce suggerimenti e indicazioni» precisa il conduttore.

Con quale caso aprirete?
«Alla luce dei nuovi sviluppi, torneremo sul mistero della morte di Lilly Resinovich a Trieste. Omicidio o suicidio? Seguiremo tutte e due le piste, perché non siamo arbitri o giudici, ma motori di ricerca della verità».

Riesce sempre a mantenere il distacco?
«Sì, eccetto nei casi che suscitano indignazione, come le storie di cattiva giustizia. Penso ai genitori di Valentina Salamone, la giovane trovata impiccata nel 2010. Non hanno mai creduto all’ipotesi iniziale di suicidio e hanno lottato. Solo dopo 12 anni l’assassino è stato assicurato alla giustizia».

Mai un momento di commozione?
«Alle volte capita, può scappare anche qualche lacrima. Soprattutto quando si tratta di violenze sui minori».

Lei si preoccupa per i suoi figli Edoardo e Giovanni (15 e 11 anni)?
«Spero di avergli fornito gli anticorpi in grado di metterli al riparo dalle situazioni sbagliate».

E se avesse figlie femmine?
«Forse sarei più apprensivo. Oggi le violenze sulle giovani donne sono in aumento. Colpa anche al diffondersi delle droghe sintetiche, che vengono somministrate “a tradimento”».

Sembrano storie da fiction. Lei segue le serie crime?
«No. Già leggo e mi documento abbastanza sui fatti reali. Quando ho tempo libero, preferisco farmi una bella passeggiata nella natura».

Come reagisce alle bugie?
«Se sono bugie innocenti, sorrido... perché sono espressione di una fragilità. E tutti ne abbiamo».

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