Gianluigi Nuzzi: «Quello che cerco con “Quarto grado” sono le verità nascoste»

Il giornalista sta per terminare il suo programma e già lavora agli speciali estivi. Ed è uscito il suo nuovo libro

27 Maggio 2022 alle 16:51

Anche questa che sta per concludersi, il 3 giugno, si è rivelata l’ennesima stagione di successo per "Quarto grado". Merito di Gianluigi Nuzzi e della sua squadra, che è già al lavoro sugli speciali estivi del programma.

Nuzzi, ormai il suo è un pubblico affezionatissimo. Qual è il segreto?
«Il lavoro di tutti noi è quello di tirare fuori degli elementi che poi gli inquirenti ci chiedono. Noi facciamo ricerca e non attività investigativa, che spetta alla Polizia».

Già, il dubbio è il miglior alleato della verità.
«È uno stimolo all’intelligenza. E i colleghi in questo sono unici. Credo che la nostra sia una delle migliori squadre di cronaca che ci sia in Italia».

Dopo la pandemia è scoppiata la guerra. Quanto ha inciso sul programma?
«Cerchiamo i gialli nella guerra. Mi riferisco alla morte in circostanze sospette degli oligarchi, dei generali. Ma ci siamo occupati anche del giallo della malattia di Putin. Alcuni nostri telespettatori storici si sono lamentati di questo nostro orientamento ma non potevamo ignorare una guerra in atto in Europa. Noi siamo affrancati per fortuna dalla politica, per cui se c’è la guerra, noi parliamo del conflitto e non dei massimi sistemi... anche perché l’Italia in questo contesto non ha gioco».

"Quarto grado" andrà in onda anche d’estate con i consueti speciali. Si parte il 10 giugno per sei puntate. Di chi parlerete?
«Della storia di Alberto Genovese, l’imprenditore accusato di aver drogato e violentato due ragazze. Dell’omicidio di nonna Rosina, il delitto di Natale. Ma lavoriamo anche su altro».

La vicenda degli ultimi mesi che l’ha scossa?
«Non ho dubbi: Liliana Resinovich, la signora di Trieste contesa tra il marito e l’amico, che viene ritrovata morta con dei sacchi in testa…».

Anche da giovane ha sempre avuto la passione per i misteri?
«A me interessano le verità nascoste. L’Italia è divisa in due: quello che si vede e quello che non si vede. E in quest’ultimo ci sono poteri occulti, interessi deviati, arricchimenti illeciti, fatti di sangue... Ed è qui che il giornalista deve pescare e andare sempre più in profondità. La mia attitudine è cercare le storie sott’acqua».

Quando termina la diretta, cosa fa?
«Scarico la tensione guidando. Corro un po’ troppo… So che è sbagliato».

Strano, lei è sempre così serio, composto.
«Il problema è che ho la faccia antipatica, ma non credo di esserlo. È la contraddizione l’elemento attrattivo. Da ragazzo in discoteca cercavo la ragazza asimmetrica rispetto alle altre. Se andavo in un chiringuito a Formentera per un aperitivo, leggevo un libro ed ero l’unico».

A proposito di libri, da poco ha pubblicato il suo ultimo lavoro, "I predatori".
«Affronta i casi dei predatori sessuali. Un mondo sommerso sempre analizzato nei casi ma non nel fenomeno, dove gli ostaggi sono i nostri figli, che hanno tutto il diritto di scoprire la vita e rischiano di finire oggetto di attenzioni degli “oligarchi del sesso”».

Lei ha due figli di 15 e 11 anni. Ha timori?
«Più che timore, spero che scoprano le loro passioni e le realizzino. La libertà e fare quello che si ama valgono più di qualsiasi ricchezza».

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