Giuseppe Brindisi conduce “Zona Bianca” su Rete 4

Tanta è la voglia di tornare alla normalità. E allora perché non intitolare un programma di attualità e approfondimento con un auspicio?

Giuseppe Brindisi
28 Aprile 2021 alle 08:33

Tanta è la voglia di tornare alla normalità. E allora perché non intitolare un programma di attualità e approfondimento con un auspicio? Così è nato "Zona Bianca", in onda il mercoledì in prima serata su Rete 4, realizzato in collaborazione fra Videonews e Tg4 e condotto da Giuseppe Brindisi, con il quale abbiamo chiacchierato.

Giuseppe, ci racconti meglio come è nata "Zona Bianca"?
«È stata una felicissima intuizione di Siria Magri, condirettore di Videonews, e nata in pochi giorni da un’idea di Mauro Crippa, direttore generale dell’informazione Mediaset».

La speranza verso una normalità...
«In tutti i sensi. "Zona Bianca", soprattutto in questi momenti di virus, rappresenta il porto franco, una terra promessa verso la quale vogliamo portare i nostri telespettatori».

Il tema dominante è l’epidemia.
«Non solo. Ci siamo occupati del caso AstraZeneca, delle tensioni sociali per le chiusure, delle riaperture e delle regole sanitarie. Ma anche del terremoto per la Superlega di calcio e del video di Beppe Grillo in difesa del figlio accusato di stupro».

Tanti ospiti per ogni puntata.
«Sempre, ma due fissi. Piero Sansonetti, direttore del quotidiano Il Riformista, è un volto noto e presenza costante al Tg4. Poi il sociologo Luca Ricolfi, che, da una continua elaborazione dati Covid aggiorna i tempi per arrivare al 70% delle vaccinazioni, non l’immunità di gregge ma una situazione dove dovremo essere messi bene».

Il 7 giugno è il suo compleanno. Ha già pensato a qualcosa?
«Vorrei regalarmi un po’ di normalità e la felicità di mia figlia Benedetta che ha 14 anni. Lei come tanti giovani si è vista rubare un anno di vita. Vorrei che riprendesse a vivere e a sognare».

E a settembre compie 30 anni nel Gruppo Mediaset.
«A parte l’idea che sono diventato vecchio, sono stati bellissimi. Prima lo sport, poi "Studio Aperto", "Tg5", "Verissimo", "Dalla vostra parte", "Tg4" e "TgCom24". Forse sono l’unico giornalista ad aver lavorato in tutte le testate».

Ha un sogno nel cassetto?
«Da giovane facevo il dj e tornerei volentieri a fare radio, anche solo per svago».

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