Greggio e Iacchetti: «Noi sì che faremmo funzionare l’Italia»

La coppia torna alla guida di "Striscia la notizia" dal 7 dicembre

Ezio Greggio ed Enzo Iacchetti a "Striscia la notizia"
3 Dicembre 2020 alle 08:56

Che pacchia fare questa intervista a Greggio e Iacchetti in teleconferenza: è come avere una puntata privata di “Striscia la notizia” solo per me. O meglio, solo per noi, cari lettori. I due scherzano, ridono, si punzecchiano come li abbiamo visti fare tante volte (per la precisione 2.453) in tv. E come presto li rivedremo, perché dal 7 dicembre tornano a condurre l’amatissimo tg satirico di Antonio Ricci. Ma questa volta più che di scandali, truffe e clamorose inchieste, parlano di una “strana coppia” che da 27 anni regala sorrisi e notizie agli italiani... cioè di loro due.

Come avete visto cambiare l’Italia (e gli italiani) in questi anni? Ed era più facile scherzarci su ieri o oggi?
Greggio: «Se prendiamo la politica, oggi è sicuramente più difficile. Nel 1994 avevamo bersagli giganteschi come Andreotti o Craxi, oggi capita di vedere un politico e non sapere chi è. Per fortuna gli autori di “Striscia” sono bravissimi. Dico bene, Socio?».
Iacchetti: «Eh, dici bene, è cambiato tutto... guarda Grillo, allora era un collega, adesso è un politico».
Vi preparate a superare le 2.500 puntate insieme. Che riflessioni vi ispira questo traguardo?
Iacchetti: «È presto per trarre conclusioni. Riparliamone quando arriviamo a 5.000».

Però nel totale Ezio batte Enzo per 4.101 puntate di Striscia a 2.639...
Iacchetti: «Ma grazie, lui è partito con sei anni di vantaggio! Ricordo quando lo guardavo in tv e dicevo: “Potrei benissimo esserci io lì, insieme a quel nasone”. Poi mi hanno chiamato davvero e non potevo crederci».
Greggio: «Confermo. Alla fine della prima puntata sei schizzato via!».
Iacchetti: «Ero andato a telefonare alla mamma per chiederle se mi aveva visto davvero. Temevo fosse uno scherzo».

A proposito, di scherzi ve ne siete fatti tanti... ma chi ne fa di più?
Iacchetti: «È sempre lui che inizia. Lui li fa e io subisco. Come quella volta del figlio segreto... mamma mia».

In che senso «figlio segreto»?
Greggio: «Ma sì, una cosuccia da niente... Insieme ad Antonio Ricci abbiamo fatto credere a Enzino che forse aveva un figlio che non conosceva. Un giorno al ristorante è arrivata una donna che sosteneva di avere avuto una notte d’amore con lui. Più lui diceva di non ricordare nulla e più lei si arrabbiava... Naturalmente era un’attrice arruolata da noi. Siamo andati avanti quattro mesi, fino al giorno in cui si è presentata nello studio con un bambino. Enzo si è barricato in camerino con il bambino fuori che gridava: “Papà, apri papà”...».
Iacchetti: «Poi alla fine hanno avuto pietà e mi hanno detto: “Apri Enzino, è tutto uno scherzo”. Oggi non ci cascherei più perché sono diventato sospettoso. E anche un po’ irascibile».

Quest’anno la pandemia priverà le vostre conduzioni della presenza del pubblico in studio. È un problema?
Greggio: «Pazienza, per noi è un ritorno alle origini, quando il pubblico erano i tecnici che scoppiavano a ridere e poi si vedeva l’immagine della telecamera che “ballava”…».

A proposito di pubblico, viviamo in una società sempre più connessa: come è cambiato negli anni il rapporto con gli spettatori? Siete presenti anche sui social?
Iacchetti: «Eh, io non sono tanto webbista... si dice così, Socio? Ci provo, e quando non riesco a “postare” mi incavolo e mollo tutto. Poi ci sono pure i criticoni...».
Greggio: «Ma quelli sono quattro gatti, dai. I social sono un moltiplicatore d’affetto».

Con “Striscia” avete aderito a “Scena unita”, un’iniziativa a sostegno dei lavoratori del mondo dello spettacolo messi in ginocchio dal fermo di set ed eventi. Perché?
Iacchetti: «La situazione è davvero drammatica. Non parlo dei volti noti, che in qualche modo se la cavano. Ma pensate ad attrezzisti, truccatori e tecnici che restano fermi per mesi... chi lavorava al mio spettacolo teatrale, per dire, ha perso 70 serate solo questa estate. In generale stiamo parlando di migliaia di lavoratori».
Greggio: «Anche la chiusura dei cinema è un dramma. Avevamo appena fatto uscire “Lockdown all’italiana” per aiutare gli esercenti... Spero che riaprano presto. Se in un cinema da mille posti facciamo entrare 100 persone, il rischio di contagio è davvero bassissimo».

Farete compagnia agli italiani in un Natale che si preannuncia pieno di sacrifici...
Greggio: «Speriamo di portare in dono un po’ di giustizia con le inchieste di “Striscia”. E soprattutto tanti sorrisi».

Cosa sarebbero Greggio e Iacchetti senza “Striscia”, oggi?
Iacchetti: «Penso che sarei comunque un bravo attore di teatro. Anche se, certo, meno popolare».
Greggio: «Io sono convinto che ci saremmo incontrati comunque. Era destino. Magari insieme avremmo messo su una pizzeria al trancio. Faremmo trancetti di un centimetro, piccolissimi e bellissimi, perché siamo pur sempre artisti».

Un’ultima curiosità. Alle ultime elezioni per il Presidente della Repubblica Ezio ha ricevuto quattro voti ed Enzo solo uno. È giusto così?
Iacchetti:«Eh, ma ve l’ho detto, lui partiva avvantaggiato. Sei anni di conduzione in più!».
Greggio: «Ma dai Enzino, non te la prendere, vorrà dire che io faccio il Presidente e ti nomino Primo ministro, va bene?».

E quale sarebbe il vostro primo provvedimento?
Iacchetti: «Farei arrivare ai lavoratori cassintegrati che ancora non li hanno ricevuti i soldi per la pandemia. Uno scandalo».
Greggio: «Concordo. E in più, vorrei una legge che ci dia politici più preparati. Sotto la mia presidenza dovranno conoscere almeno tre lingue. Di cui una dovrà essere l’italiano».

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