Guido Gagliardi, il campione di “L’eredità”: «Allenate la curiosità, ma anche la resistenza fisica»

Ecco chi è il concorrente del quiz di raiuno condotto da Flavio Insinna che ha vinto 337.500€

Flavio Insinna e Guido Gagliardi
31 Ottobre 2019 alle 14:53

Dopo 26 “ghigliottine” e 40 partecipazioni, lo scorso 12 ottobre il super campione Guido Gagliardi ha lasciato “L’eredità”. Non prima però di aver stabilito il record di vincite per il quiz condotto da Flavio Insinna: 337 mila euro.

La parola che l’ha fatta cadere?
«“Nartece”: lo spazio posto fra le navate e la facciata principale della chiesa. Ho avuto fortuna tante volte, questa un po’ meno…».

Perché ha partecipato proprio a questo quiz?
«Perché lo guardo da sempre con mia madre, che non vive nella mia stessa città: a volte ci sentiamo nel corso della puntata, ma sempre durante “La ghigliottina”».

L’ha iscritta sua madre?
«No, l’ho fatto io perché lei e i miei amici insistevano. Ho ceduto anche perché ero curioso di mettermi in gioco».

Si sente un po’ famoso?
«Per strada le persone mi salutano e sono molto gentili. Mi riconoscono e mi fa piacere, ma non mi sento famoso. So che a volte usano il mio nome come esempio di persona che sa tutto, ma smentisco questa fama: io so di non sapere!».

Come si diventa campioni?
«La cosa principale è la curiosità, che bisogna tenere allenata. La seconda è la capacità di prenderla come un gioco, così si è meno tesi. Infine ci vuole una certa resistenza fisica, perché è faticoso stare in piedi tutto il tempo, e anche mentale».

La cosa più divertente?
«Flavio quando scherza con i concorrenti durante le pause. Sembra di essere in un villaggio turistico».

Cosa le piaceva dello stare in tv?
«L’organizzazione quasi maniacale che porta alla realizzazione della puntata. Dai truccatori ai costumisti, sono tutti molto professionali. In parte è simile alla mia esperienza lavorativa, quando facciamo gli esperimenti».

I soldi vinti le cambieranno la vita?
«Spero mi garantiscano una vecchiaia serena, ma ho una vita ormai avviata e ho preso questa esperienza come un gioco, non come un’occasione per svoltare. Mia madre ha sempre desiderato un orologio di pregio e non ho mai potuto donarglielo. Ora è arrivato il momento».

Cosa sognava da piccolo?
«Sono una persona riservata e nei miei sogni non c’era la tv. Speravo di fare quello che faccio oggi: insegnare».

Nessun sogno da realizzare grazie alla vincita?
«No, sto bene e sono contento della vita che ho, spero che la vita mi riservi la fortuna che ho avuto nel gioco».

Quindi vincere o non vincere era uguale?
«No, perché ci tengo a fare bella figura e se non vincevo non era la stessa cosa. Ma, come dice mamma, era giunto il momento di smettere. Perché ci vuole moderazione ed è meglio non sfidare la sorte».

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