I Tre Forcellini, campioni di “Reazione a catena”: «Il segreto della nostra vittoria? La matematica»

Siamo andati a Padova per incontrare gli studenti che stanno sbancando il quiz preserale di Raiuno condotto da Marco Liorni

"I Tre Forcellini": Alessandro, Gianluca e Simone. a Padova  Credit: © Stefano G. Pavesi
11 Luglio 2019 alle 14:09

Provate a girare un giorno per Padova con I Tre Forcellini. Nonostante il caldo di un luglio afosamente ingombrante è tutto un: «Ci sono I Tre Forcellini!», «Grandi!», «Vi seguo tutte le sere!», «Forza ragazzi!». Loro se ne vanno tranquilli in bicicletta, come d’abitudine in questa città veneta che pullula di studenti universitari. Un po’ fermandosi a salutare gli amici, un po’ sostando a rispondere gentilmente all’immancabile domanda: «Ma che ci fate qui? Non siete in televisione?».

E no, I Tre Forcellini ora sono proprio qui, a Padova, in pausa, tra una puntata e l’altra di “Reazione a catena”, il quiz di Raiuno dove sera dopo sera difendono l’onorato titolo di campioni. Sono piombati in trasmissione lo scorso 20 giugno, tra sorrisi timidi e gesti educati, e adesso, il 9 luglio, sono già a quota 20 puntate vinte con un bottino di oltre 250 mila euro. Inarrestabili. Si avviano a battere il record di squadre come I Parenti Stretti e I 3 di Denari (che vantano entrambe 21 puntate vinte di seguito in una stagione).

Qui a Padova nessuno sbaglia il loro nome, “Forcellini”, mentre nel resto d’Italia sarebbe facile pronunciare per sbaglio una “P” al posto della “F”. Ma che nome è? «Forcellini è il quartiere dove andiamo alla mensa universitaria. Il gioco di parole è voluto» ammettono. «Cercavamo il nome di un trio famoso e abbiamo pensato di “storpiare” quello dei tre porcellini».

Ma chi sono questi Tre Forcellini? Gianluca, il caposquadra, 26enne di Mogliano Veneto («Come Bebe Vio» dice), è laureato in Matematica con 110 e lode e sta facendo il dottorato presso il Dipartimento di ingegneria dell’informazione («Mi occupo di intelligenza artificiale» spiega). Del suo futuro dice: «Vorrei rimanere all’università o lavorare in azienda occupandomi sempre di intelligenza artificiale». Dei tre è l’unico ufficialmente fidanzato, con Ilaria, una bella studentessa di Medicina che qualche sera fa è andata a fare il tifo per lui in trasmissione. A sorpresa, il conduttore Marco Liorni l’ha presentata e a quel punto le è toccato improvvisare un ballo con il suo Gianluca.

Poi c’è Simone, il “rubacuori” del trio: 22 anni, di Torino, si è trasferito a Padova per studiare matematica (è al quarto anno e ha una media di 29/30). Il papà insegna Fisica, la mamma e la sorella sono due matematiche: una famiglia dedita ai numeri. Cosa dicono a casa del quiz? «Sono tutti contenti, ma soprattutto mia nonna, lei è la mia prima fan» dice. Ex giocatore di basket, appassionato di arrampicata e di libri gialli, Simone dichiara: «Dopo la laurea mi piacerebbe fare il ricercatore e insegnare all’università, ma devo ancora capire bene».

Ultimo, ma non meno importante, è Alessandro: 24 anni compiuti a marzo, originario della provincia di Treviso (Maserada sul Piave), appassionato di manga e anime giapponesi, ha una media di 29/30 e gli manca un anno di studi per laurearsi su «un problema di probabilità». «Mia mamma spera che il programma non mi faccia rimanere per troppo tempo a Napoli, perché così do gli ultimi esami!» confida ridendo. In futuro? «Mi piacerebbe proseguire a studiare facendo un dottorato».

Gianluca e Alessandro si conoscono dai tempi del liceo («I nostri licei scientifici collaboravano spesso» raccontano), arrivano a Padova e incontrano Simone. Abitano nello stesso collegio studentesco, studiano nella stessa facoltà di Matematica, pranzano alla stessa mensa universitaria, giocano a calcio insieme e quando non è il calcio è il calciobalilla (il biliardino).

L’idea di partecipare a “Reazione a catena” è venuta a Gianluca (non a caso è il caposquadra). «Seguendo il programma, ho pensato che era qualcosa su cui potevamo andare abbastanza bene. Alla festa di Natale l’ho detto ad Alessandro, lui ha risposto subito di sì». L’amico ribatte: «Mi piaceva l’idea di fare un quiz e farlo in squadra è più bello e divertente». Il terzo, Simone, si aggiunge senza indugi: «Questo quiz è diverso dagli altri, richiede conoscenze diverse dalla nozionistica, occorre un pensiero logico, un pensiero laterale».

Fatta la squadra, partono gli allenamenti. Tanta televisione («Su RaiPlay abbiamo visto decine e decine di puntate»), tante serate passate in camera di questo o quello a inventare catene di parole, associazioni verbali, ascoltare canzoni su canzoni. Et voilà, eccoli partire per Napoli, dove soggiornano da settimane. «Ormai sogno il quiz anche di notte» dice Gianluca. «Una mattina suonava la sveglia e pensavo fosse una “catena musicale”».

Il segreto del loro successo? «Quando c’è la squadra in cui vedo il sacro fuoco me ne accorgo subito» spiega Christian Monaco, autore della trasmissione dalla prima edizione: in 12 anni di quiz preserale ha selezionato 10 mila squadre. Numeri da capogiro. «I Tre Forcellini hanno fatto un buon provino, erano giustamente preparati, non scioltissimi davanti alla telecamere, mancava pochissimo per essere una squadra perfetta» spiega Monaco. Dal provino dello scorso aprile al debutto televisivo, due mesi dopo, lo sono diventati: una squadra perfetta. «Sono tre giovani preparati, con delle basi, solide famiglie, sono sportivi e hanno tanti interessi. Danno una bella immagine della gioventù» conferma l’autore.

Cosa faranno con i soldi vinti? «Porterò Ilaria a fare una vacanza da qualche parte. E poi mi piacerebbe andare a vedere qualche evento sportivo dal vivo, magari l’Italia agli Europei, chissà» dice Gianluca.

«Vorrei comprarmi subito una bici degna di questo nome, ora ho un catorcio!» dice invece Alessandro. «E c’era l’idea di andare a vedere qualche evento sportivo importante, una finale di Champions League o Wimbledon prima che Federer si ritiri». E Simone? «Di sicuro subito una vacanza, poi i soldi potrebbero servirmi per pagarmi gli studi durante il dottorato». Mai giocato prima per vincere dei soldi? Un gratta e vinci, una lotteria, un Superenalotto... «No, mai, i matematici non giocano, sanno che si perde». E se lo dicono loro...

E Marco Liorni dice di loro...

I tre amici sotto i portici di Piazza della Frutta a Padova, dove studiano matematica  Credit: © Stefano G. Pavesi

«Gianluca il nostromo, Simone il tenero e Alessandro l’oracolo! Vi ammiro per la preparazione, ma soprattutto per la fantasia. Al gioco dell’Intesa vincente penso: “Ma guarda questi, se ne inventano di ogni!“. Avete persino usato gli errori divertenti delle altre squadre. I Blabla hanno risposto “merlo” invece di “rondine”? Allora voi avete pensato di usare “merlo” per definire la “primavera”. Geniali!»

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