Parte la quinta stagione del docu-reality di Real Time, la prima dopo la morte improvvisa della sua star, Antonio Polese

Chissà come se la ride don Antonio Polese da lassù. Neppure la sua improvvisa scomparsa (avvenuta il 1° dicembre 2016 per problemi cardiaci) è riuscita a scalfire il suo ruolo di star di «Il boss delle cerimonie», il docu-reality di Real Time (canale 31 del digitale terrestre gratuito) che riparte dal 24 marzo con la quinta stagione.
«Non è stato facile, anche da un punto di vista emotivo, maneggiare il materiale che avevamo già girato» spiega il regista Raffaele Brunetti (padre di Lorenzo, ideatore del format). «Apriremo con una puntata speciale in ricordo di Antonio Polese alla quale parteciperanno sposi, amici, cantanti e persone che a vario titolo hanno avuto a che fare con lui. Quindi la serie proseguirà con la cronologia degli eventi realmente accaduti: il Boss alle prese con i festeggiamenti, la famiglia in vacanza a Capri, poi la malattia e gli ultimi istanti della sua vita fino ad arrivare alla puntata finale, incentrata sulla riorganizzazione della famiglia dopo la sua morte».
Il Grand Hotel La Sonrisa, infatti, non è (solo) un set, ma una vera attività imprenditoriale che dà lavoro a un centinaio di persone e che deve proseguire il proprio cammino. «Siamo gente normale che fa il proprio lavoro come ha sempre fatto» spiega Matteo Giordano, genero del Boss e manager dell'hotel. «L'unica differenza è che da qualche anno lo facciamo davanti alle telecamere. Ma non è fiction: sono le nostre vite e la nostra quotidianità».
Almeno 100 coppie di sposi chiedono ogni anno di entrare nel cast: «Desiderano che il loro matrimonio faccia parte del reality, ma non siamo noi a decidere. Ci limitiamo a segnalare i nomi degli sposi alla produzione, che dopo un provino decide. A volte le coppie ci chiedono quanto ci sia da pagare, ma i soldi non c'entrano».
Complice la popolarità del reality sono nate varie leggende. Una è che la produzione paghi il ricevimento delle coppie protagoniste: «Falso» spiega Brunetti. «Al massimo, se riteniamo la coppia interessante, assecondiamo qualche desiderio, come pagare la carrozza (il cui costo va dai 500 ai 2.000 euro a seconda del modello, ndr) se gli sposi non possono permettersela. O altre richieste un po' più... strane». Di queste il buon Matteo ne ha avute di ogni tipo: «Uno sposo voleva lanciarsi con il paracadute portando con sé la sposa, che non ha voluto saperne. Una coppia ha chiesto di atterrare in mongolfiera. C'è chi è arrivato al galoppo, chi su un tir, chi su un motocarro a tre ruote. Per non parlare del cibo: una coppia ha richiesto dei particolari granchi che abbiamo dovuto far arrivare dal Canada».
Sì, perché il Boss, per la disperazione di Matteo, accontentava proprio ogni desiderio. Ma quanto costa sposarsi alla Sonrisa? «Non c'è una cifra standard, dipende da quello che chiedono gli sposi» continua Matteo. «Si parte da 80 euro a persona, ma la cifra può anche triplicare a seconda delle richieste. Molto incidono gli extra.
Il volo delle colombe è compreso, ma voli di farfalle, palloncini a led o giochi pirotecnici possono costare anche diverse migliaia di euro».
Che ne sarà del reality senza don Antonio? Di certo ci sarà una sesta stagione con il nuovo titolo «Il castello delle cerimonie». Quanto al celebre augurio del Boss («Vi auguro di vivere felici cento anni, ma sempre in buona salute») il testimone passa alla figlia Imma: d'ora in poi sarà lei a «benedire» gli sposi.