“Lui è peggio di me”, Giallini e Panariello: «Faremo un (pazzo) show tra amici»

«Saremo semplicemente Marco e Giorgio». Uno è il famoso “Rocco Schiavone”, l’altro è una star del varietà. Si sono incontrati a cena, si sono piaciuti. Ora ci stupiranno insieme su Raitre

Marco Giallini e Giorgio Panariello  Credit: © Matteo Casilli
28 Gennaio 2021 alle 08:12

Il primo spot del nuovo programma di Marco Giallini e Giorgio Panariello va già in onda. Titolo: “Lui è peggio di me”, partenza giovedì 11 febbraio per quattro puntate in prima serata su Raitre. «Roba di fiction? Commissari?» sonda il terreno Giorgio nel promo. «No, stavolta è uno show» chiarisce Giallini, che a sua volta chiede: «E tu? Solita cosa? Bagnino? Renato Zero?». Ma Panariello risponde sornione: «No… Roba di spessore, va su Raitre!». Insomma, ci sono tutte le premesse per accendere la curiosità. La “strana coppia” di attori ha scelto di svelare in esclusiva a Sorrisi i contenuti dello spettacolo. Quindi ci ritroviamo con loro in videochat per l’intervista.

Panariello, Giallini, ci siete, ci sentite, ci vedete?
Giallini: «Ahò? Ndò se guarda? Ndò se sente, che so’ sordo a destra? Giorgiooo, ma che c’hai dietro, una credenza?».
Panariello: «Marcooo, ciao! Dove sei? Vedo solo il muro!».
Giallini: «Aspetta, sposto il pc. Lo vedi er divano?».
Panariello: «Ah, ecco. Ora anche la giornalista può vedere in che caos siamo».

Ma è un caos creativo? Raccontateci lo show: non sappiamo cosa aspettarci.
Giallini: «Non lo sappiamo manco noi!».
Panariello: «Di base tutto sarà spontaneo, come ora. Marco e io ci conosciamo ancora poco, ma ci siamo incontrati con i nostri punti di vista. Da lì è nata la voglia di fare insieme in tv qualcosa di diverso: io dai miei varietà, lui dalle sue fiction. Raitre ha accolto l’idea e…».
Giallini: «E mo so’ c...».

Par di capire che uno dei due abbia il ruolo del disturbatore.
Panariello: «Indovini chi?».
Giallini: «Ovvio, è Giorgio».

Sembra già di vedervi insieme sul palco.
Panariello: «E invece no: in scena saremo come vicini di casa, separati da una parete ma in due stanze attigue. Ognuno di noi cercherà di fare il proprio show, in contemporanea. Dato che il pubblico in studio non c’è, ci rivolgiamo ai telespettatori a casa, quindi il terzo elemento in campo sarà la regia di Stefano Vicario, che regge le fila del racconto con le inquadrature. Mentre da una parte e dall’altra entreranno in gioco vari elementi di disturbo: voci, suoni, rumori. Dalla stanza di Marco si sentiranno anche gridolini femminili…».
Giallini: «Si vede dalla faccia che Giorgio è preoccupato di quello che può accadere».
Panariello: «No, non sono preoccupato, ma a ridosso delle prove entro sempre un po’ in ansia e controllo tutto».
Giallini invece no?
Panariello: «Lui meno lo “organizzi”, più lo lasci libero e meglio è, ma il rischio è calcolato. Non lavori con una persona se non c’è stima reciproca».

Quando avete capito che voi due insieme “funzionate”?
Giallini: «Grazie alle varie dirette Instagram che abbiamo fatto insieme durante il lockdown».
Panariello: «Esatto, l’idea del programma è nata lì».

Perché il titolo “Lui è peggio di me”, come il film con Celentano e Pozzetto?
Panariello: «Ci sembrava azzeccato perché scherzeremo molto tra di noi».
Giallini: «A me più che altro mi devi svegliare al mattino per ricordarmi di venire alle prove! Scherzo...».
Panariello: «Insomma, l’avrà capito, saremo semplicemente noi: Marco e Giorgio».

Chi è peggio di chi?
Giallini: «Io sono peggio, ma il mio essere peggio è meglio. Poi prendo meno soldi di Giorgio, quindi... (ride)».

Che cosa vi piace l’uno dell’altro?
Giallini: «Che Giorgio, per quanto è bravo, potrebbe fare “Bu!” a tutti, ma non sarà mai forte con i deboli».
Panariello: «Che Marco non è mai “allineato”».

E cosa faranno gli ospiti?
Giallini: «Nulla!».
Panariello: «Il nulla è metaforico. Gli ospiti sono amici, non verranno a fare gag o siparietti. Li faremo scoprire al pubblico per come li conosciamo noi. Marco suonerà con qualcuno di loro, io mi dedicherò più alle interviste».

Nella prima puntata avrete ospiti Francesco De Gregori, Antonello Venditti, Marracash, il geologo Mario Tozzi, Umberto Tozzi e Kasia Smutniak. Con quest’ultima avete un legame speciale.
Giallini: «Figuriamoci, io sono stato suo marito e suo cognato (nei film “Perfetti sconosciuti” e “Tutti contro tutti”, ndr)».
Panariello: «Kasia fece il mio secondo film da regista, “Al momento giusto”. Me la ricordo, questa ragazza, una modella bellissima, che parlava ancora poco l’italiano. Ma recitava in modo straordinario e le dissi che doveva fare questo mestiere. Non ci siamo più incontrati artisticamente da quella volta ed è un piacere averla ospite per raccontare la nostra amicizia».
Giallini: «Sarà che è motociclista come me, ma Kasia è l’unica amica che ho».

Vi ricordate quando voi due vi siete incontrati per la prima volta?
Giallini: «Una sera a una festa. C’era la musica a tutto volume, ma a un certo punto sento la voce di Giorgio: “C’è Giallini? Lo voglio conoscere”. Mi ha fatto piacere».
Panariello: «Era una cena del regista Paolo Genovese. Marco mi ha abbracciato, sollevandomi da terra».

E poi?
Giallini: «Poi, siccome Giorgio è uno scroccone, è venuto a pranzo a casa mia. Io da lui invece non ci sono ancora andato».
Panariello: «A me piace mangiare e a lui piace cucinare, sicché va così».

Che cosa cucina di buono Giallini?
Giallini: «Tutto. Da ragazzo, mi mangiavo pure gli gnocchi crudi di mia madre. Faccio le tagliatelle a mano, cucino il pesce, l’ossobuco…».

A tavola, insomma, state bene. Invece da cosa vi tenete entrambi alla larga?
Giallini: «Dagli str...!».
Panariello: «Concordo. Il nostro ambiente è pieno di falsi, di gente che ti sorride davanti e appena volti l’angolo parla male di te».

Giorgio, ha conosciuto i figli di Marco?
Panariello: «Bravi ragazzi, Rocco e Diego. Lo adorano, perché Marco è un papà “sui Genesis”, come direbbe lui».
Giallini: «Che poi non mi so’ mai piaciuti, i Genesis, ma grazie per la citazione».

Marco, lo vede bene Giorgio come “zio” per i suoi ragazzi?
Giallini: «Sì, per me Giorgio è un fratello».

Giorgio, chiama Giallini “Giallo” in confidenza?
Panariello: «No, no. Lo chiamo Marco. “Giallo” non mi piace».
Giallini: «Neanche a me, preferivo quando mi chiamavano “Professò”. A Roma mettere i soprannomi è un’arte... C’era un meccanico, a Primavalle, che aveva un nasone enorme. Un giorno, poverino, per un incidente perse un orecchio e da allora iniziò a mostrare il viso solo di lato, il lato buono. E sapete come lo chiamarono?».
Panariello: «Come?».
Giallini:«Er teiera!».

Fra le risate generali per la battuta scorrettissima, il tempo della videochiamata sta per scadere, ma riusciamo a infilare ancora un paio di domande.

A questa, seguiranno altre collaborazioni tra voi?
Panariello: «Certo. E lui lo sa che ho in mente un nuovo progetto».
Giallini: «Basta che non ci sposiamo però».
Panariello: «Prima vediamo come va lo show, aspettiamo».

Dopo lo show e dopo quel pranzo a scrocco, magari…
Giallini: «Mi scroccherà una cena?».

Pensavo più a una vacanza insieme, Covid permettendo.
Giallini: «Modestia a parte, tutti vogliono venire in vacanza con me».
Panariello: «Sulla destinazione siamo già d’accordo: ce ne andremo al mare, la nostra grande passione».

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