Sono tornati. E, per la gran fortuna del loro show, non presentano segni di “miglioramento”

Sono tornati. E, per la gran fortuna del loro show, non presentano segni di “miglioramento”. Giorgio Panariello e Marco Giallini hanno cominciato la seconda stagione di "Lui è peggio di me" e ancora non si può dire chi sia veramente il “peggiore” dei due. Lo show invece è un po’ cambiato: la “distanza” tra loro s’è fatta minore («Abbiamo bucato il muro che ci separava» dice Giorgio), ci sono le due presenze fisse nuove («Per defaticare noi e anche chi ci guarda da casa» aggiunge Giorgio) dell’attrice Anna Ferzetti e del comico Max Angioni, e c’è il pubblico in studio. «E finalmente!» conclude Giorgio, «perché un comico deve “leggere” il pubblico che ha di fronte per capire se sta andando bene».
Abbiamo riunito Panariello e Giallini per parlare di "Lui è peggio di me" “capitolo due” e… E vi assicuriamo che è come assistere a un match di lotta. Non greco-romana: toscano-romana. Due fiumi in piena di battute, ironia e progetti (forse) impossibili.
Giorgio, Marco, vi avviate a diventare una coppia “storica” come…
Giorgio: «Secondo me come Bud Spencer e Terence Hill… Marco, quando sta per andare in onda e gli viene l’ansia, lo vedo fumantino come Bud. Io mi sento più Terence, più riflessivo e calcolatore, più rilassato. Ma Bud aveva più istinto».
Marco: «Potremmo essere anche come le gemelle Kessler, però!».
Quanto c’è di scritto e quanto di improvvisato nello show?
Giorgio: «Io avevo chiesto di fare un programma in cui vedevamo i copioni solo quando andavamo in scena, tutto lasciato all’improvvisazione, ma pare che non si possa fare…».
Marco: «È per i tempi! Se una cosa non viene bene, come fai a rifarla? Ma per noi sarebbe fattibile: da amico e collega, ho capito che con Giorgio c’è il feeling adatto».
Giorgio: «E comunque promettiamo di cercare sempre di improvvisare».
Chi è peggiorato di più rispetto alla prima edizione?
Giorgio: «Marco, penso. Quando ci siamo rivisti temevo anche che si fosse dimenticato di quelle due regolette sulla tv che gli avevo insegnato: guardare il pubblico di casa attraverso la telecamera (sul set di un film questo non si deve fare!) e gestire l’abbigliamento. Anche se sei rock, non puoi far spuntare le mutande dalle braghe!».
Marco: «Lui però qualche giorno fa s’è magnato la mia amatriciana!».
Giorgio: «Eh, avevo cominciato la dieta e lui ha ordinato l’amatriciana e me l’ha messa davanti: capirai che…».
Marco: «Che? Tre o quattro rigatoni puoi prenderli… Ma trenta!?».
Giorgio: «Ecco, lui è peggio di me anche perché mangia cose terribili, pasti come quelli che danno ai leoni dello zoo!».
Marco: «Posso dire un’altra cosa? Giorgio è come i grandi, come Eddie Murphy, John Belushi: sa fare tutto, è un attore top. E quando faremo il primo, e ultimo, film insieme…».
Quale ruolo gli proporrai, Marco?
Marco: «La moglie».
Giorgio: «Quasi quasi ti dico di sì!».
Che film fareste?
Giorgio: «Una commedia all’italiana, perché se ne fa sempre meno. Adesso o fai la commedia “comica” o fai il dramma, e invece con lui farei un film in cui si ride e si piange: due fratelli che non si vedono da una vita, oppure che non sapevano di essere fratelli…».
Marco: «Una cosa tipo Sordi e Gassman, o Tognazzi e Vianello. O un "Amici miei", per dire… Ma vi rendete conto di che cosa sarebbe?».