Il conduttore spiega come riesce a informare e intrattenere ai tempi del coronavirus, in onda ogni sabato pomeriggio su Raiuno
Informare ma senza rinunciare a regalare agli spettatori un po’ di leggerezza e di positività. È questa, in sintesi, la ricetta di Marco Liorni per fare televisione al tempo del coronavirus. Nonostante le difficoltà del momento, lui continua ad andare in onda ogni sabato pomeriggio su Raiuno con il suo "Italia sì!" perché, dice, «è quello che siamo chiamati a fare».
Si riferisce alla missione di servizio pubblico della Rai?
«Sì. C’è da parte della dirigenza la volontà di non lasciare solo il pubblico. E lo si sta facendo con diverse iniziative oltre ai programmi tradizionali. Penso, ad esempio, agli audiolibri disponibili gratuitamente su RaiPlay Radio. O anche, parlando di noi, alla scelta di proporre una puntata speciale di Italia sì! per sostituire Domenica in che non poteva andare in onda».
Come si prepara la scaletta di un programma settimanale quando bisogna fare i conti con i continui cambi dettati dall’emergenza?
«È difficile. Il martedì ne buttiamo giù una di massima, già sapendo che il sabato sarà cambiato tutto. In questo momento gli autori ed io lavoriamo da casa, grazie ad una app che si chiama Discord. Me l’ha suggerita mio figlio maggiore e devo dire che funziona. Naturalmente, oltre alle notizie, cerchiamo di tenere presente gli stati d’animo del momento che, per noi come per tutti, si modificano a seconda dei dati sul virus che ci vengono forniti ogni giorno».
Non deve essere facile coniugare informazione e leggerezza.
«È la cosa più difficile, quella su cui non possiamo assolutamente sbagliare: non dobbiamo edulcorare la realtà, ma nello stesso tempo cerchiamo di trasmettere a chi ci guarda da casa un messaggio di speranza e di positività. A volte, però, le notizie che arrivano ci costringono a cambiamenti dell’ultimo momento. Due settimane fa avevamo pensato di proporre alcuni video divertenti di persone a casa, ma poi il numero dei morti quel giorno era talmente alto che non ce la siamo sentita e abbiamo modificato la scaletta. Per fortuna, in un periodo in cui non ci possono essere ospiti e pubblico, noi, con tutte le precauzioni del caso, anche la scorsa settimana siamo riusciti ad avere in studio tre dei nostri Saggi: Elena Santarelli, Manuel Bortuzzo e Rita Dalla Chiesa (Mauro Coruzzi in collegamento da Milano, ndr)».
In famiglia come vive l’emergenza coronavirus?
«Si rimane a casa, come tutti. Con me vivono mia moglie, le nostre due figlie e mia suocera. Le ragazze al mattino sono impegnate con lo studio: la più grande ha due ore di lezione on line e la più piccola deve fare i compiti. Per il resto ci siamo organizzati dividendoci le incombenze domestiche, così ognuno ha qualcosa da fare ogni giorno. Io esco il sabato per la trasmissione e una volta a settimana per andare a fare la spesa».
C’è chi sostiene che dovremmo approfittare di questo tempo per guardarci dentro e rivedere le nostre priorità.
«Non sono molto d’accordo. Come fai a guardarti dentro quando sei così sotto pressione? Al massimo penso che potremmo riflettere su alcune scelte che non abbiamo avuto il coraggio di fare, riproponendoci di farle una volta finita l’emergenza»