Mario Giordano: «Ora più che mai voglio essere “Fuori dal coro”»

Il giornalista nel suo talk di Rete 4 parla di politica e coronavirus denunciando i problemi della gente comune

Mario Giordano
17 Aprile 2020 alle 17:08

Si può continuare a essere “fuori dal coro” in un momento come quello che stiamo vivendo, in cui ogni giorno e da ogni parte si moltiplicano gli appelli all’unità nazionale e alla necessità di evitare polemiche? Mario Giordano non ha dubbi. E non solo perché il suo programma, che si intitola appunto "Fuori dal coro", continua ad andare in onda con successo il mercoledì sera su Rete 4, ma perché, come racconta lui stesso: «Mai come ora è importante cercare di affrontare con la massima serietà i temi più sentiti dalle persone comuni che spesso non ritrovano nei grandi annunci. Patriottismo significa essere uniti con la maggioranza degli italiani».

Giordano, a quali annunci si riferisce?
«Ad esempio ai soldi che sono stati promessi ma che non sono ancora arrivati perché il sito dell’Inps è andato in tilt. Nessuno vuole fare polemiche ma è una cosa su cui non si può tacere, visto che ci sono tanti italiani che rispettano rigorosamente le norme e rimangono a casa ma devono fare i conti con le difficoltà economiche».

La differenza tra critica e polemica spesso è sottile.
«Ogni critica ha lo scopo di migliorare, a prescindere dalle posizioni politiche. Io in studio invito persone competenti di cui mi fido e non mi interessa che siano di centrodestra o di centrosinistra. Le faccio un esempio: le mie posizioni contro l’Europa sono note, ci ho scritto pure un libro, ma se devo far capire a chi guarda cosa sono gli eurobond devo parlarne con persone competenti anche se non la pensano come me».

Anche Fuori dal coro si sta occupando dell’emergenza coronavirus. Qualcuno dice che ci circolano fin troppe notizie...
«Sono molto scettico su chi chiede meno informazione o il controllo delle “fake news” (notizie false fatte circolare con l’intento di disinformare, ndr). Gli italiani sono responsabili, tocca a loro decidere di chi fidarsi. Nel moltiplicarsi delle fonti di informazione acquista più valore la competenza».

Anche le immagini dei malati in terapia intensiva e delle bare accatastate sono state oggetto di critica.
«Inizialmente è stato doveroso entrare negli ospedali perché era necessario mostrare ciò che stava accadendo. In molti, e mi ci metto io per primo, abbiamo sottovalutato il problema. Ora, però, è necessario dare alla gente anche un po’ di speranza».

Come si affronta a casa Giordano l’emergenza coronavirus?
«Si vive tutti insieme, con mia moglie e tre dei nostri quattro figli, perché la più grande abita per conto suo. Per fortuna abbiamo una casa di dimensioni accettabili. Rispettiamo le consegne: i ragazzi non escono e questo ci regala qualche momento conviviale in più rispetto a prima. Io vado in redazione il martedì per preparare la trasmissione e il giorno dopo per la diretta. A casa leggo molto e corro sul tapis roulant guardando le serie tv».

Come usciremo da questo drammatico periodo?
«Sarà molto difficile. Lo abbiamo già vissuto con altre crisi più brevi, penso a quella innescata dopo gli attentati dell’11 settembre. Questa crisi, però, coinvolge talmente tutti gli aspetti della nostra vita che forse non ne usciremo mai completamente».

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