Il sabato di Raitre rinnova il suo appuntamento pomeridiano con il programma di approfondimento su meccanismi e tendenze della tv

Il sabato di Raitre rinnova il suo appuntamento pomeridiano con "Tv Talk", il programma di approfondimento su meccanismi e tendenze della tv. Si ritrova quello che ormai è un vecchio amico, Massimo Bernardini, con il quale l’avventura della trasmissione è cominciata nel 2001 su Tv 2000. Si chiamava "Il Grande Talk" e ha “traslocato” senza sostanziali mutamenti nel 2010 su Raitre prendendo il titolo attuale.
Pensate a qualche cambiamento?
«No, siamo “tradizionalisti”. La scorsa stagione abbiamo guadagnato pubblico tenendo stabile la squadra e allora continuiamo così: il team con Cinzia Bancone, Silvia Motta e Sebastiano Pucciarelli è unito. Lavoriamo bene insieme e tra noi c’è un rapporto fresco e vero, che il pubblico premia scegliendo di passare questa ora e mezza con noi, a parlare di televisione unendo sorrisi e serietà. Perché la tv è un racconto molto veritiero del nostro Paese».
Quante ore di televisione guarda ogni giorno?
«Non saprei dirlo. Una volta passavo ore e ore seduto di fronte al televisore, ma Internet ha cambiato tutto: ormai posso guardare la tv anche in treno, sul telefonino».
C’è qualcosa della televisione “di ieri” che le manca? Che vorrebbe fosse riproposto?
«Sì, e ci sto lavorando per un progetto che dovrebbe andare in onda su Rai Storia nel 2020. La regista Liliana Cavani (autrice, tra gli altri, dei film Francesco con Mickey Rourke e Il gioco di Ripley, ndr) iniziò a lavorare per la Rai tra il 1961 e il 1965 come documentarista. Ci sono circa 17 ore di suoi documentari e sono rimasto impressionato dalla loro qualità, dal loro impegno culturale. In quel periodo tutto era fatto con grande consapevolezza, perché restasse nel futuro».
C’è qualcosa in onda oggi che possa già “incarnare” il XXI secolo?
«L’ultima rivoluzione risale al Grande Fratello nel 2000: ha fatto sì che chiunque potesse diventare un personaggio televisivo, che chiunque possa pensare di avere “diritto” alla prima serata. È una rivoluzione che continua».