Dopo 19 anni prende il posto di Massimo Bernardini
Su Rai3 c’è un programma che, arrivato alla 20a edizione, dopo 19 anni ha una conduzione nuova di zecca. Come sta reagendo il pubblico? E cosa è cambiato? È la tipica notizia che solitamente approfondiscono a “Tv Talk”. Ma visto che quel programma è proprio “Tv Talk”, ne parliamo direttamente con la nuova conduttrice...
Mia Ceran, che effetto le ha fatto prendere il timone di uno show dalla tradizione così lunga?
«Da una parte, è esaltante: lo vivo come un attestato di stima. Dall’altra, sento una grande responsabilità: ora la mia missione è guadagnare la fiducia dei telespettori. La mia fortuna è che conoscevo già la squadra di autori ed esperti, perché avevo partecipato come ospite a molte puntate».
Che cosa le ha detto Massimo Bernardini, il conduttore “storico”, nel passarle il testimone?
«“Non aver paura di tirare fuori la differenza generazionale tra di noi”. E poi, nella telefonata prima di andare in onda, mi ha dato l’ultimo consiglio: “Adesso basta chiedere consigli!”».
Ha voluto modificare qualcosa nella formula?
«Amo troppo la trasmissione per fare rivoluzioni. Di sicuro dedichiamo più spazio al rapporto tra televisione e nuovi media: per esempio, nella prima puntata abbiamo raccontato come “Temptation Island” sia diventato anche un fenomeno sui social. E poi, a fianco degli esperti, facciamo parlare persone scelte tra i telespettatori, coprendo tutte le fasce d’età».
Come scegliete il mix di ospiti e argomenti?
«In base a due linee guida: parlare del grande intrattenimento televisivo, ma anche tenere sotto controllo le ultime notizie d’attualità. Nel primo caso cerchiamo soprattutto di occuparci dei fenomeni tv più popolari».
E per l’attualità?
«Decidiamo per forza sul filo di lana, all’ultimo momento. Devo ringraziare il capoautore, Furio Andreotti, che è sceneggiatore di cinema: ha lavorato a “C’è ancora domani” con Paola Cortellesi. Lui capisce subito se dal mix di esperti nascerà un confronto interessante».
Ora parliamo un po’ di lei, che è una giramondo: padre tedesco, madre bosniaca, è cresciuta negli Stati Uniti... com’è finita in Italia?
«È stata una scelta d’amore dei miei genitori: c’è chi ha il “sogno americano”, e loro avevano il “sogno italiano”! Sono arrivata qui da Miami a 13 anni e mi sono subito innamorata. Negli Stati Uniti ero abituata a distanze enormi, qui ogni 50 chilometri cambia il paesaggio e si trovano tesori...».
Di che cosa è più orgogliosa, nel suo lavoro?
«Oggi le rispondo: del mio podcast “The essential”, che ha avvicinato i giovani all’attualità. Ma fra un anno spero di poter dire: di “Tv Talk”».