Negli studi de “La corrida”. Il dietro le quinte

Carlo Conti ci accompagna negli studi del suo storico show (con i tappi per le orecchie)

Carlo Conti scherza con una trombetta come quelle utilizzate dal pubblico. È la sua terza edizione al timone del programma  Credit: © Iwan Palombi
6 Marzo 2020 alle 09:10

Tappi per le orecchie. Già, sono proprio loro lo “strumento di difesa” fondamentale per affrontare un servizio dietro le quinte di “La Corrida”, il programma condotto da Carlo Conti e prodotto dalla Rai in collaborazione con Banijay Italia. E sono due i momenti in cui i tappi risultano fondamentali.

Il primo è all’arrivo del pubblico, che scende dai pullman davanti agli studi Rai “Fabrizio Frizzi” di Roma verso le sette di sera. Hanno fatto qualche ora di viaggio (nella prima puntata arrivavano principalmente dalle Marche e dalla Campania), ma sono ancora pimpanti ed euforici. E mentre sono in fila sul marciapiede in attesa di entrare dopo le procedure di controllo, testano l’efficacia, in termini di rumore, degli strumenti che si sono portati dietro.

Il secondo momento in cui i tappi per le orecchie sono una benedizione è alla fine di ogni esibizione non proprio “impeccabile” dei concorrenti: allo scattare del semaforo verde le 440 persone in studio si scatenano con tutto quello che di più rumoroso hanno a disposizione. E parliamo di pentole, mattarelli, coperchi, fischietti, campanacci, trombe da stadio...

«È un pubblico meraviglioso. Ed è protagonista tanto quanto i concorrenti» dice sorridendo Carlo Conti. «“La Corrida” è un format perfetto nella sua semplicità. Quest’anno, poi, abbiamo pensato a una piccola modifica: non c’è più il balletto con le persone del pubblico, ma c’è un tavolo con gli “experti”, che sono ex concorrenti che commentano le esibizioni in qualità di esperti. Una novità che abbiamo introdotto per prendere in giro le giurie dei talent show. E “La Corrida” è il primo talent della tv italiana». Il conduttore è sorridente e rilassato: «Mi diverto perché sono il primo spettatore insieme con il pubblico. Mi piace che tutto accada con spontaneità, leggerezza e tanta voglia di divertirsi. E nessuno si intristisce se non viene applaudito. Mi ha raccontato un concorrente dello scorso anno, fischiato dopo l’esibizione, che una volta tornato nel suo paese ha trovato la banda ad accoglierlo e applaudirlo. E in un momento nel quale “tutti sono contro tutti” sui social, nello sport, sul lavoro, ben venga un programma che ha nel suo Dna la voglia di prendere in giro e soprattutto di prendersi in giro. Divertendosi».

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