Nicola Savino e “Le iene”, 5 anni insieme

È tornato su Italia 1 con il programma di inchieste, tra nuove co-conduttrici e il sarcasmo della Gialappa’s Band

Nicola Savino
12 Ottobre 2021 alle 08:06

Dopo un’estate in totale relax (a parte quando Lukaku è andato via dall’Inter, «lì sono diventato davvero una “iena”») Nicola Savino è tornato in onda il 5 ottobre su Italia 1 con “Le iene” canticchiando il famoso pezzo di Lucio Battisti “Dieci ragazze per me”. Citazione quasi d’obbligo: Savino è appassionatissimo di musica e per dieci settimane il conduttore (con le tre voci della Gialappa’s Band a commentare dietro le quinte) verrà di volta in volta affiancato in studio da dieci donne diverse: cantanti, attrici, atlete, showgirl, giornaliste.

Nicola, con quanta “ienaggine” sei tornato in tv?
«Mi viene da dire con quella di sempre. È un linguaggio che ho assimilato, ogni volta so esattamente cosa direbbe una “iena” rispetto all’argomento che sto affrontando. È quel modo di vedere le cose, quel sarcasmo, forse cinismo…».

Niente tenerezza.
«Quella si sfoga fuori. Magari ti capita di guardare un piccione e ti commuovi all’improvviso».

Diventi un po’ “iena” quando ti chiedono: «Quanto sei iena»?
«Sì, un po’. Che poi essere “iene” non è tanto arrabbiarsi o indignarsi, ma per quanto mi riguarda è un modo di vivere la vita con ironia e leggerezza, di alleggerire i temi caldi del programma o, se c’è da indignarsi, farlo con una battuta».

Nelle interviste, qual è la domanda che ti fa più indignare?
«Mi fa indignare solo quando chiedono: “Ma da chi sei raccomandato?”. Denuncia una vera sporcizia interiore. È inaccettabile, insultante e pure incomprensibile».

Ti senti ormai vaccinato alla “ienaggine” dei giornalisti?
«Sia ai giornalisti, che fanno il loro lavoro, sia al Covid».

A proposito, dopo il vaccino sei più o meno “iena”?
«Dopo il vaccino, purtroppo, sono stato un po’ meno “iena”, ma è durato giusto un paio di giorni».

Nei mesi in cui non c’è il programma, cosa ti manca?
«I baffi, perché mi faccio crescere la barba che mi piace tanto all’inizio, la seconda settimana già un po’ meno, la terza sono colto da un’orticaria terribile, ma la barba è fortemente voluta da mia moglie e io la assecondo perché comanda lei».

Di cosa, invece, fai volentieri a meno?
«È un programma di prima serata e va in onda fino a tarda notte, io non sono gufo ma allodola, e anche se il martedì notte vado a letto tardi, il mercoledì mattina mi sveglio sempre alle 6 e mezzo. Ecco, il fare tardi non mi manca per nulla».

Quest’anno accanto a te ci sono dieci donne, non “vallette” ma…
«…nettamente co-conduttrici. Io e la Gialappa’s faremo i padroni di casa, o le vecchie ciabatte, e loro saranno le nostre ospiti, nel senso più nobile: l’ospite è sacro».

Sulla carta quale ti fa più paura?
«Direi proprio nessuna, più o meno le conosco tutte».

Con quale sei più in confidenza?
«Forse con Elena Santarelli: la scorsa stagione abbiamo fatto qualche pezzo di puntata insieme, c’è una sorta di continuità, siamo già sintonizzati. E anche con Michela Giraud, lavorava nella redazione di “Quelli che il calcio” quando conducevo il programma».

Chi sei più curioso di affiancare?
«Ornella Vanoni, per la quale, come mia mamma, ho un debole da sempre. Come cantavano questa estate Colapesce e Dimartino vorrei essere il suo “Toy Boy”».

Dalla tua esperienza di uomo, marito, padre di figlia femmina, le donne dove sanno essere più “iene” degli uomini?
«In tutto».

Non temi ire femministe a questa risposta?
«Intendo che le donne tengono il punto molto più degli uomini e con molta più tenacia. Negli ultimi vent’anni noi uomini stiamo battendo in ritirata. Io ho pure due sorelle femmine e ho avuto un padre assente: è la storia della mia vita».

Chiederai la solidarietà della Gialappa’s per fronteggiare questa invasione femminile?
«Solidarietà che non troverò, come sempre ci sarà un gioco al massacro nei miei confronti. Ma intanto ridendo e scherzando sono al quinto anno a “Le iene”. Potrei auto-eleggermi quarto membro della Gialappa’s (anche se loro tre avranno dei disturbi di stomaco…)».

E la nuova arrivata di turno come potrà cavarsela?
«Se posso dare un consiglio: con un sorriso passa tutto. Se uno si ferma a quello che ascolta e valuta ogni parola, “famo notte”, come si dice a Roma».

Arriveranno anche Federica Pellegrini e Paola Egonu: di nuoto e pallavolo quanto ti intendi?
«Pochissimo. Con Federica Pellegrini ho in comune, se è vero quello che ho letto, la paura di nuotare in mare aperto. Le chiederò tutta la sera: “Parlami di questa tua paura”. E dal mio un metro e 70 di altezza dovrò fare dei salti per farmi sentire dalla Egonu, che è 1 e 93. La costante di queste dieci donne è che sono tutte gigantesche rispetto a me!».

Ci sarà anche Madame: conosci le sue canzoni?
«Posso pure cantarle: “Dove sei finita amore/Come non ci sei piùùùù/E ti dico che mi manchiiiii”. Questa è quella di Sanremo, ma mi piacciono tutte».

Davvero preparato. Suggerisci un’undicesima conduttrice al capo del programma, Davide Parenti.
«Alessia Marcuzzi. Sarebbe bello che tornasse anche lei, ha sempre la porta aperta e io sono sicuro che sarà con noi di nuovo. Mi sbaglio. Ma magari non mi sbaglio».

Le conduttrici possono sostituire la divisa nera con un altro abito. Potendo cambiarla, tu che cosa indosseresti di diverso?
«Io sono un conduttore vecchia scuola, una giacca ci vuole sempre, così come una camicia, sono per il connubio di “semplicità ed eleganza”. Magari non mi vestirei sempre di nero, anche se la divisa da “iene” è molto elegante, ma sceglierei un abito cromaticamente diverso».

Tieni la divisa a casa, stirata?
«Ne ho una a casa stirata e pronta all’uso, e una in studio che tengono invece le sarte. Un professionista!».

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