Nicola Savino: «Occhio, dentro di me convivono due iene»

Torna in tv nello show di Italia 1 e svela a Sorrisi: «Sono un tipo pacifico, ma non provate a fregarmi il pollo arrosto...»

Nicola Savino in versione “buona“ e “cattiva“. Conduce “Le iene“ dal 2017
27 Settembre 2019 alle 09:15

«Gli inviati sono quelli che ci mettono la fatica fisica. Io e Alessia Marcuzzi, invece, ci mettiamo il sorriso, siamo una sorta di Ministero della Leggerezza: d’altra parte è nella tradizione de “Le iene” che chi conduce ci metta sarcasmo, ironia, leggerezza, cercando qualche volta anche di sdrammatizzare o, a seconda delle situazioni, dare aggiornamenti. È un lavoro abbastanza delicato perché è a volte di servizio, altre di rottura o di raccordo».

Nicola Savino sintetizza così il suo ruolo e quello della sua partner Alessia Marcuzzi a “Le iene”, che dal 1° ottobre torna in prima serata su Italia 1 con il consueto doppio appuntamento: il martedì conducono Marcuzzi e Savino con la Gialappa’s Band, mentre il giovedì si alternano alla conduzione il trio composto da Giulio Golia, Filippo Roma e Matteo Viviani e, per la prima volta, quello formato dalle tre iene Nina Palmieri, Roberta Rei e Veronica Ruggeri.

Immagino che non sia facile passare dai momenti più leggeri a quelli più tosti.
«Non lo è per niente, ma in questo mi aiuta l’essere stato in passato anche autore del programma. So esattamente cosa vogliono gli autori e cerco di darlo. Non c’è niente di peggio per un autore che un conduttore indisciplinato. Per usare una metafora calcistica, chi conduce deve adattarsi agli schemi, che è una cosa bella se poi la squadra vince».

Chi sono per lei le iene nella vita di tutti i giorni?
«Sono il vigile urbano, l’arbitro, quelle figure che magari ti fanno arrabbiare ma allo stesso tempo ti obbligano a stare alle regole. O quel mio vecchio professore, severo, ma a cui alla fine volevi bene perché ti ha fatto crescere».

Lei diventa una iena quando...
«Di fronte a cose piccole del quotidiano. A chi nella spiaggia dell’albergo ti frega l’asciugamano dal lettino per occupare le prime file, chi ti soffia il parcheggio con l’auto, chi non attraversa sulle strisce, o quando ti passano davanti mentre sei in fila per il pollo arrosto».

Il pollo?
«Sì, non sono in tanti a saper fare un ottimo pollo arrosto e quei pochi hanno una fila enorme. Ora, puoi essere vip quanto vuoi, ma mi creda: se sei in fila per il pollo arrosto ci sarà sempre qualcuno che cercherà di passarti davanti».

Le iene vivono in Africa e Asia. Sono ambienti in cui si ritrova?
«Sì, perfettamente. Quest’estate sono stato in Sudafrica e durante un safari fotografico l’ho anche vista e fotografata, una iena. Come loro amo stare al caldo e come viaggiatore, in generale, preferisco sempre allontanarmi dall’Occidente. Certo, non me ne vado in giro con un serpente morto in bocca come la iena che ho visto».

Quanto sarà iena con la Marcuzzi?
«Con Alessia amiamo prenderci in giro. Io irrido lei, lei irride me e così via a forza di sarcasmo e battute. Non dovrei dirlo perché si tratta di una signora, ma la conosco da molti anni. Abbiamo fatto anche alcuni Festivalbar in cui ero il suo autore».

Ovvero ha fatto parlare la Marcuzzi con le sue parole?
«Ebbene sì, le ho fatto dire: “Ed ecco a voi i Pooh” con le mie parole».

Fare la iena è un mestiere usurante?
«In studio sono lustrini e paillettes, ma in esterna è dura. Anche fisicamente. Devi fare appostamenti, non avere paura di niente, è tosta. E lo dico io che di servizi ne ho fatti una quindicina, ma una iena normalmente ne realizza una cinquantina l’anno».

Qual è il servizio più bizzarro che le è capitato di girare?
«Quello in cui andai con Peppe Quintale e Giulio Golia nella sede della Lega Lombarda, che allora professava la secessione dal Sud. Parlando tutti e tre con un forte accento meridionale chiedevamo di dimetterci da meridionali».

A quei tempi c’era poco da scherzare.
«Sì, e anche se eravamo travestiti con delle parrucche non sono mancati i momenti di tensione. Però era pur sempre una goliardata. Niente a che vedere con le inchieste che fanno oggi i nostri inviati, che se va bene beccano un pedofilo e se va male si ritrovano faccia a faccia con un mafioso».

Meglio stare in studio con la Marcuzzi...
«Ecco, vede che ha capito subito?».

Per Nadia Toffa, un abbraccio in studio da parte di 100 Iene

Luciana Littizzetto, Simona Ventura, Enrico Lucci, Alessandro Cattelan, sono solo alcune delle 100 Iene che in occasione della prima puntata de "Le Iene", hanno deciso di riunirsi per salutare insieme Nadia Toffa. In studio tutti i colleghi che in questi 23 anni hanno vestito i panni da Iena, per omaggiare la Iena bionda. Un'unica grande famiglia pronta a stringersi nell’abbraccio più caloroso prima di tornare in scena.

Per la prima puntata di martedì 1 ottobre, il programma inizia con uno speciale ricordo di Nadia. Un video inedito di 20 minuti che ha voluto, scelto e pensato lei. Un ricordo commovente e intenso. 

Seguici