Il sabato sera ci guida in un viaggio alla scoperta dell’universo maschile
Il sabato sera su Rai1 Nunzia De Girolamo, con la quinta edizione di "Ciao Maschio", ci guida in un viaggio alla scoperta dell’universo maschile.
Nunzia, nel condurre "Ciao Maschio" ha scoperto qualcosa sugli uomini che non si aspettava?
«Mi sono resa conto che quando, all’inizio della conversazione, chiedo tre aggettivi per autodefinirsi, i maschietti tendenzialmente ne scelgono due positivi, come se volessero nascondere i propri limiti…».
Ha notato delle differenze tra la “mascolinità” dei più giovani e quella degli adulti?
«I ragazzi di oggi hanno meno paura di mostrarsi per quello che sono. I maschi della mia generazione, invece, si sono nascosti per tanto tempo».
Gli uomini si comportano nel programma come fanno dietro le quinte?
«Prima di ospitarli in puntata, facciamo una chiacchierata telefonica. Quando poi vengono da me, quelle stesse cose riferite al telefono, o le dimenticano o le omettono (ride). Al contrario, ci sono uomini che, in diretta, si aprono ancora di più».
I maschi, in genere, non parlano delle proprie emozioni...
«Parlare d’amore mette in imbarazzo più il maschio che la femmina. E anche quando parlano di tradimento, a un certo punto frenano la lingua, forse perché sanno cosa e chi li aspetta fuori (ride). E parlano poco della malattia. Quasi come se fosse sintomo di debolezza, anche dal punto di vista estetico».
Esiste un tratto comune che ha riscontrato nella maggior parte degli uomini che ha intervistato?
«I maschi fanno branco, fanno spogliatoio: dopo la partita di calcio diventano amici e complici».
L’idea di maschio è abbinata a quella di potere...
«Sì, è ancora così. E purtroppo continuamente c’è qualcosa che ce lo ricorda».