“O anche no”: raccontare la disabilità senza pregiudizi e con il sorriso

Piero Angela ospite su Raidue del programma sulla disabilità di Paola Severini Melograni in onda ogni domenica alle 9.15

La giornalista e saggista Paola Severini Melograni, conduttrice di “O anche no”, e Piero Angela, ospite della prossima puntata
7 Novembre 2019 alle 17:20

«Da vicino nessuno è normale». Questo slogan, preso in prestito da una canzone di Caetano Veloso e adottato dal grande psichiatra Franco Basaglia, anima una scommessa difficile ma possibile: raccontare la disabilità senza pregiudizi e con il sorriso.

È la sfida di “O anche no”, il docu-reality in onda ogni domenica alle 9.15 su Raidue e condotto da Paola Severini Melograni, che ne è anche autrice con Vito Sidoti. «Purtroppo la rappresentazione televisiva dell’handicap è stata caratterizzata finora da quella che io chiamo “pornografia del dolore”» spiega la Severini Melograni.

«Si è preferito puntare sulla lacrima facile e sulla commozione che forse aiutano gli ascolti, ma non a comprendere una realtà così complessa. Con l’aiuto dell’Albergo Etico di Roma (che dà lavoro a ragazzi disabili) e del gruppo musicale Ladri di carrozzelle (una band composta principalmente da artisti con disabilità), vogliamo invece aprire una finestra su questo mondo attraverso i suoi protagonisti, farli raccontare anche con ironia. E parlare delle loro aspettative: la conquista di un lavoro, il sostegno delle famiglie, il sogno e la realizzazione di un amore. E fare comprendere che l’Italia su questi temi è molto meglio di come spesso la si presenta».

Ognuna delle dieci puntate è dedicata a un aspetto diverso e vede la presenza di un’ospite noto, da Arisa a Giovanni Caccamo, da Javier Zanetti a Carlo Verdone, da Nicoletta Mantovani a Piero Angela, che nella prossima puntata spiega come si possa mettere la conquista tecnologica al servizio delle persone svantaggiate: «Oggi si può correre più veloci di una gazzella e volare più in alto di un’aquila. L’handicap fisico è ampiamente superato dalla tecnologia, che può mettere chi ha piccoli o grandi handicap nella condizione di esprimere tutte le proprie potenzialità».

Un bell’esempio di tv educativa nel senso più pieno della parola che, a dispetto di una collocazione in palinsesto poco ambita, si è guadagnato la riconferma con un nuovo ciclo di 15 puntate.

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