Paolo Bonolis: «Da 10 anni non smetto di regalarvi buonumore»

Festeggia il compleanno di "Avanti un altro!" portandolo anche in prima serata. «Faremo una serie di speciali domenicali» dice il conduttore. «Divertenti e imprevedibili: è questa la tv che mi piace»

Paolo Bonolis  Credit: © Iwan Palombi
8 Aprile 2021 alle 08:47

Chiacchierare con Paolo Bonolis è come guardarlo in tv. Quando meno te l’aspetti, il conduttore infila una battuta sagace che regala il buonumore. Stavolta parliamo insieme dei dieci anni del suo game-show preserale che fa il pieno di ascolti su Canale 5. Per festeggiare la ricorrenza, il programma approda in prime time con “Avanti un altro! Pure di sera”: una serie di speciali prodotta da Endemol Shine Italy e Mediaset. Si parte l’11 aprile con l’appuntamento “GF Vip vs Opinionisti”, dove si metteranno in gioco Matilde Brandi, Patrizia De Blanck, Mario Ermito, Elisabetta Gregoraci, Francesco Oppini, Giacomo Urtis, Alessandro Cecchi Paone, Giovanni Ciacci, Michele Cucuzza, Antonella Elia, Cristiano Malgioglio e Alba Parietti.

Bonolis, è contento di fare gli straordinari?
«L’azienda mi ha chiesto questa cortesia e mi sono adoperato (ride)».

Di che umore è la domenica sera?
«Cerco di essere di umore positivo qualunque giorno della settimana».

Non dipende da che cosa fa la sua Inter?
«Se dipendesse solo da quello, quest’anno c’è di che essere contenti!».

Nel primo speciale, “GF Vip vs Opinionisti”, che cosa ci aspetta?
«Divertimento e imprevedibilità. Le due squadre non si sfidano l’una contro l’altra, alla “Ciao Darwin” per intenderci. Ma dopo una lotta intestina ciascuna squadra produrrà un campione che poi andrà al gioco finale delle 21 risposte sbagliate. Per questa occasione, il montepremi sarà devoluto al Cers (www.adottaunangelo.it, ndr), la onlus del dottor Renato Berardinelli che sostengo da molti anni e che si occupa di assistenza specialistica domiciliare gratuita a bambini con gravi disabilità».

Alle puntate parteciperanno altri vip come Anna Tatangelo, Totò Schillaci, Paola Barale, Tommaso Zorzi… Cosa faranno?
«Vallo a sapere! Leggeranno domande, interverranno, in base alla situazione, a gusto proprio. A me piace questo tipo di tv: quella che va dritta su un binario unico mi annoia».

Dei personaggi del Salottino, chi vedremo in prima serata?
«Lo zoccolo duro della masnada di disperati, quei sei o sette, di volta in volta, ci saranno più o meno tutti».

La SDL2005, la società che da sempre si occupa del cast, ne ha scovati di nuovi?
«Uno c’è, pare uscito da un film dell’orrore, si chiama Black Dracula».

In giuria chi ci sarà?
«Marco Salvati, che si è persino pettinato (ride, perché l’autore ha i capelli rasati, ndr), il solito Stefano Jurgens, perché ormai siamo la sua Rsa. E l’avvocato (Sena Santini, ndr), che non ho ancora capito cosa sta lì a fare» (ride).

Naturalmente non può mancare Luca Laurenti. Vi siete conosciuti nel 1991 nella trasmissione “Urka”, sono 30 anni che vi frequentate. Avete festeggiato l’anniversario?
«Sì, abbiamo fatto l’amore, dopo essere usciti a cena (ride)».

Bonolis, sia serio. Ci racconti un aneddoto della vostra amicizia: è vero che è stato lei il Cupido fra Laurenti e sua moglie?
«Raffaella, come no. Una santa, ha fatto un’opera buona, sennò chi se lo pigliava? Scherzo: Luca ha immense qualità, è la mia vitamina D».

La vitamina D rafforza il sistema immunitario. Con il Covid in agguato c’è chi deve integrarla.
«Infatti, io uso Luca».

Con i suoi autori avete dovuto cambiare le cose per la pandemia.
«Per forza, ci sono i protocolli!».

Tra pannelli di plexiglas e gente del pubblico vestita da cosmonauta con il casco trasparente, lo show non ha perso in verve. Anzi.
«Dice?».

Lei ci scherza su: il fatto di spruzzare lo spray disinfettante quando c’è un contatto è diventato una gag ormai. Ha ricevuto critiche per questo?
«Non ne ho idea, perché io le critiche non le vedo: sui social non ci sto mai».

Ma si può ridere della pandemia?
«Si deve! Per la pandemia c’è già il collasso fisiologico e pure quello sanitario. Il collasso dell’umore, almeno quello, si cerca di evitarlo».

Le pongo un paio di altre questioni scottanti. Perché alcune donne, tra le concorrenti o del cast, le chiama “signorine”?
«E come le devo chiamare, scusi?».

Il politically correct imporrebbe…
«Il politically correct è una grande ipocrisia. L’offesa non è mai nelle parole, ma nelle intenzioni».

Alcune donne del cast hanno scollature generose. C’è chi crede che siano volgari, pensando che ci sono pure dei bambini davanti alla tv.
«Che male c’è se una bella figliuola ha il piacere di mostrare le sue forme? Ma con i maschi è uguale: l’Idraulico del Salottino fa vedere i muscoli. Il problema non è dei bambini, che se la ridono. Sono gli adulti con traumi irrisolti, il problema».

Tra l’altro, anni fa fece uno speciale di “Avanti un altro!” con i bambini.
«Vero, me lo ricordo bene».

Altri momenti storici dello show che conserva nel cuore?
«Ce ne sono moltissimi, non starei a fare una classifica. Vorrei però ricordare una persona che non c’è più: Eliana, che è stata la mia sarta per tanti anni. Mi dispiace, ci mancherà. Ma torniamo a parlare di cose divertenti, lo vorrebbe pure lei, che era sempre sorridente».

Ci tolga un dubbio che neanche Wikipedia è riuscita a chiarire. Sull’enciclopedia online c’è una discussione in merito tuttora aperta: si dice “pidigozzo” o “piticozzo”?
«Pidigozzo, con la D di Domodossola e la G di Genova».

Questo nome dato ai cilindri estratti dai concorrenti, esattamente, da dove esce?
«Pure lei, però, provoca! Non facciamo doppi sensi, sennò poi dicono che so’ volgare. I pidigozzi sgorgano spontanei (fa la voce da divulgatore scientifico alla “Superquark”, ndr), si riproducono come le cellule, per scissione. Scissione mentale».

Ci tolga un’altra curiosità: come mai ha fatto un cameo nel film “Tom & Jerry” del regista Tim Story?
«Intanto perché me l’hanno chiesto. Poi perché la produzione dava agli attori la possibilità di visitare con i loro bambini il castello di Harry Potter. Quindi ho portato a Londra Adele, mia figlia piccola, che è una fan. E finite le riprese ci siamo goduti la gita».

Parliamo di un altro Jerry, ma con la G: Gerry Scotti. Anche lei è diventato nonno come lui. Ma al contrario di Gerry, il fatto che a settembre scorso sia nato il bimbo di sua figlia Martina è passato quasi inosservato.
«Mio nipote si chiama Theodore, detto Teddy, come Roosevelt (il 26° presidente degli Stati Uniti, ndr). Ed è un bellissimo bambino. Purtroppo non si può viaggiare e quindi non sono ancora andato in America a trovare mia figlia, mio genero e mio nipote».

Il fatto di essere diventato nonno l’ha cambiata?
«Direi di no. Sono contento per mia figlia, che si è sposata con un bravo ragazzo, sono felice per il bambino. Ma non attribuisco grossi significati al fatto di diventare nonno, come se fosse un evento soprannaturale, insomma».

La “Bona Sorte” e lo “Iettatore” si alternano nel suo show. Ma lei crede alla fortuna e alla sfortuna?
«La vita è un mistero. Ci sono alcuni momenti che convergono con i tuoi obiettivi, altri che divergono. I primi li chiamiamo fortuna, gli altri sfortuna. Io comunque ho avuto un gran c***, bisogna riconoscerlo».

La aspettano mesi importanti nel 2021: a giugno compirà 60 anni, a dicembre le scade il contratto con Mediaset. Non è che per caso sta meditando un’incursione in Rai?
«Non penso a niente. I 60 anni non sono una scelta mia, arrivano di loro. Quanto al resto, non ne ho la più pallida idea. A settembre 2021, comunque, c’è un’altra ricorrenza in calendario: i miei 40 anni di televisione. E lì voglio proprio vedere che succede».

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