Pascal Vicedomini e il suo “Paradise”

Ogni venerdì, a tarda sera, porta su Rai2 un piccolo festival con tanti protagonisti

7 Aprile 2023 alle 08:53

Ogni venerdì, a tarda sera, Pascal Vicedomini porta su Rai2 un piccolo festival con tanti protagonisti. A "Paradise" abbiamo già visto sfilare Noa e Aldo Cazzullo, Giovanni Minoli e Nathalie Caldonazzo, Manuela Arcuri e Luisa Corna. Inevitabile la curiosità...

Pascal, quali saranno i suoi prossimi ospiti?
«E come faccio a citarli tutti? Io amo incontrare le persone e più sono e meglio è... Massimo Boldi, Paola Minaccioni, Pino Insegno, Tullio De Piscopo, Eugenio Bennato, Red Canzian, Gene Gnocchi. E Liliana Cavani, per parlare del Leone d’oro alla carriera che riceverà a Venezia».

A chi si ispira?
«Il modello sono i “late show” americani e in particolare quello di Jimmy Kimmel, che è un po’ napoletano come me. Da quando l’ho invitato al Festival di Ischia (NA) e l’ho accompagnato a Casamicciola, dove sono nati i suoi nonni, siamo diventati grandi amici».

Già, perché la sua caratteristica inconfondibile è che lei non è solo un giornalista, ma anche un organizzatore di eventi e di festival. Come mai?
«Ho sempre fatto un po’ entrambe le cose, fin da quando ero un giovane tennista pieno di ambizioni. Fu Adriano Panatta a dirmi: “Pascal, lascia stare la racchetta che tanto non sarai mai un campione. Piuttosto aiutaci a organizzare un’esibizione a Napoli”. Da lì non mi sono più fermato e a 24 anni ho incontrato i miei veri maestri di giornalismo e di organizzazione: il caro Gianni Minà che ci ha appena lasciato, Giovanni Minoli e Luca Cordero di Montezemolo. Minà mi portò ai mondiali del Messico nel 1986, a spese sue. Diceva: “Se propongo alla Rai di farti un contratto mi ridono dietro. Tu vieni che ti ospito a casa di mia suocera, e intanto fai i pezzi”. Lui mi insegnò quanto è importante creare un rapporto sincero con i personaggi: si devono fidare di te».

E Montezemolo?
«Mi affidò “Casa Italia” alle Olimpiadi di Seul del 1988, dove presentammo i Mondiali di Italia 90. Finché ho deciso che volevo organizzare una cosa tutta mia e nacque il festival "Capri, Hollywood". Era il 1995 e da allora non mi sono più fermato».

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