“Quarto grado”, Nuzzi e Viero riprendono le indagini

Riparte venerdì 11 settembre il programma che indaga sui gialli e sui casi di cronaca più discussi

Alessandra Viero e Gianluigi Nuzzi
3 Settembre 2020 alle 10:37

Dopo tre mesi di pausa l’11 settembre torna su Rete 4 “Quarto Grado”, il programma sui grandi gialli e i casi irrisolti, o risolti fra mille interrogativi, della cronaca. Per il settimo anno di fila, alla conduzione c’è la coppia giornalistica formata da Gianluigi Nuzzi e Alessandra Viero.

«Stiamo già seguendo delle storie che ci interessano particolarmente» annuncia Nuzzi. L’elenco parte ovviamente da quello che è stato il “giallo dell’estate”. «Sicuramente affronteremo il caso del piccolo Gioele e della mamma Viviana. Ci sono stati troppi errori e molte zone d’ombra permangono su questa storia, sia per quanto riguarda Viviana sia su come non sia stato possibile rintracciare il suo corpo per tanti giorni».

Torneranno sotto osservazione anche i casi di cui la trasmissione si occupa da tempo: «A settembre si apre il processo d’appello per Marco Vannini (il giovane di Cerveteri ucciso a casa della fidanzata nel 2015, ndr)» dice il conduttore. Che aggiunge: «Questo sarà un autunno particolare: ci sono, infatti, gialli molto noti in cui i condannati in via definitiva, ergastolani, stanno cercando di dare una spallata alle sentenze della Cassazione per chiedere la revisione del processo». Qualche esempio? «Primo fra tutti Alberto Stasi, condannato per il delitto di Chiara Poggi a Garlasco. E i coniugi Rosa e Olindo, in carcere per la strage di Erba».

Altro grande tema di cui la trasmissione si è occupata lungamente negli ultimi mesi, trattandolo come un “giallo della scienza”, è il Covid. Alessandra Viero, che in studio o direttamente sul campo intervista esperti e scienziati, spiega: «Questo virus è tuttora un rebus. Noi lo abbiamo affrontato a modo nostro, cercando di stilare un identikit come fosse un nemico invisibile da battere». A lei, in trasmissione, spetta il compito di mostrare, caso per caso, quali siano le tecniche e le tecnologie più sofisticate a disposizione di chi indaga. «Per esempio, nel caso di Viviana e del povero Gioele il tema da approfondire è quello delle ricerche. Come si cerca una persona scomparsa? Come si cerca un corpo?». Lo stesso metodo viene applicato anche al Covid: «Sto girando e contattando vari centri di eccellenza in Italia (dallo Spallanzani al Policlinico Tor Vergata a Roma, dal San Raffaele all’Ospedale Sacco a Milano) per capire a che punto siamo in questa battaglia e con quali armi affrontare al meglio l’autunno. Se con questo virus dovremo convivere, più informazioni avremo a disposizione più saremo consapevoli. In fondo è quello che si fa anche in un’indagine quando si cerca un killer: si raccolgono indizi e tracce utili per scovarlo e isolarlo».

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