Fino al 23 maggio tutte le sere dopo il Tg2 per 15 minuti va in onda «Rai dire niùs». «Niùs» è l’italianizzazione delle «news» inglesi. Il programma è ideato dalla Gialappa‘s Band: «Lo abbiamo chiamato così per far capire che è una roba cialtronesca, non è un tg serio» dicono. «Noi cerchiamo notizie diverse da quelle che di solito vengono selezionate per un telegiornale, prendiamo i filmati che spopolano sul web e che hanno attinenza con l’attualità, oppure che sono comici o curiosi. Noi commentiamo. Come sempre siamo in un “gabbiotto”, dall’alto dominiamo lo studio e vediamo tutti».
Mago Forest: «È dura non scoppiare a ridere»
Mago Forest, quando la Gialappa’s Band l’ha chiamata e le ha proposto di diventare quel che si dice un «anchorman»... «Pensavo che “anchorman” in italiano significasse “ancora uomo” e stavo per rifiutare. Poi mi hanno spiegato che significa “conduttore” e ho accettato». Gli «anchorman» sono affascinanti, alti, sorridenti. Lei che qualità si riconosce? «Credo sia arrivato il momento di invertire la tendenza: noi giornalisti seri rivendichiamo il concetto ineluttabile che l’informazione non sia un concorso di bellezza!». È più difficile fare il mago o il giornalista? «È come chiedere se vuoi più bene alla moglie o all’amante. Direi che il difficile non è fare il mago o il giornalista, la cosa veramente difficile è farsi assumere». A cosa ha dovuto rinunciare per questo tiggì? «Mi avevano offerto di condurre “Porta a porta” al posto di Bruno Vespa, ma io non sono il tipo che soffia il lavoro ai colleghi». Cosa ha dovuto migliorare? «La mia capacità di raccontare “frottole” senza che mi scappi da ridere all’improvviso». Com’è che si tiene informato? «Col Sudoku. Ce lo consigliano all’Ordine dei giornalisti». Quando guarda i telegiornali a cosa pensa? «A me piace fare le cose bene. Non sono così “multitasking”. O guardo, o penso». Ci sono notizie che hanno una loro magia? «Certo! Il problema è che molti telegiornali pensano di essere magici, invece il trucco si vede benissimo». La prima volta che ha incontrato la Gialappa’s è stata... «Un colpo di fortuna. Era il 2001 e ai tempi eravamo ancora tutti incensurati». Cos’ha pensato la prima volta che ha incontrato Mia Ceran? «La vedevo a “Unomattina Estate” all’alba, perché io rientro a casa a quell’ora. Mi è sempre piaciuta. Adesso, lavorandoci, scoprirò se erano solo gli effetti dei miei post-sbornia». La prenderebbe come assistente di magia? «Perché no? Così, se anche disgraziatamente con lei sbaglio il gioco della donna segata in due, potrà sempre fare la giornalista a mezzo busto».
Mia Ceran: «Con loro mi aspetto che accada di tutto»
Mia, lei è il volto serio di «Rai dire niùs». «Allora siamo messi bene!». Dica seriamente... «Mettiamola così: sono come quello che nella comitiva viene scelto per non bere e riportare tutti a casa». La qualità più utile per questo tiggì? «La pazienza. Immaginate la riunione di redazione con i tre “Gialappi”. Nemmeno un’assemblea di condominio...». Come si fa ad arginare la Gialappa’s Band? «Non si fa, è come con il surf, non vai contro l’onda, cerchi solo di restare a galla... e poi crolli». Si ritiene spiritosa? «Trovo terribili quelli che dicono di esserlo. Lo scopriremo insieme ogni sera». Del Mago Forest teme più le magie o le battute? «Le battute. Ma sto imparando a incassare. Venendo dal giornalismo, un mondo con i suoi confini e i suoi codici di comportamento, devo aspettarmi che accada di tutto». Se Forest le chiedesse di fargli da assistente a un gioco di magia? «Eh no, adesso tocca a lui imparare il giornalismo». Non ha paura che la metta in una scatola e la seghi in due? «Il programma ha il vantaggio di essere breve, certe magie richiedono tempi più lunghi. Non ce la farà mai in 15 minuti!». Lei è una che legge tutti i giornali e guarda tutti i tiggì? «Sono decisamente una “secchiona”. Leggo molti giornali e, se devo andare in onda, guardo una buona fetta di tv. Poi c’è Internet: lì ti accorgi di cosa il pubblico ha scelto di leggere». Mai senza… «I principali quotidiani, almeno un telegiornale e scampoli di tv estera». Sente il suo stile più vicino a Lilli Gruber o a Cesara Buonamici? «Loro due sono inimitabili. Spero di avere un po’ del calore di Cesara ma anche del piglio di Lilli». A «Unomattina Estate» andava in onda all’alba, qui di sera. Che orario preferisce? «Meglio adesso! Non conosco qualcuno che si svegli alle quattro e mezzo di mattina e ne sia contento: fatichi a prendere il ritmo (e quindi a concentrarti) e poi ti spegni come una candela all’ora di pranzo». La notizia più divertente che ha dato in vita sua? «Ahimè, ne avevo date pochissime divertenti... finora». Quella che le piacerebbe dare? «I livelli occupazionali che salgono. Siamo una Repubblica fondata sul lavoro, quindi il lavoro dovrebbe essere la base di ogni cosa».