“Reazione a catena”, I Tre Alla Seconda: «Andiamo forte grazie al gioco del vocabolario»

Chi sono i fratelli fiorentini che al quiz preserale di Raiuno stanno per battere il record di puntate vinte in una stagione

I fratelli Bartoloni nella loro Firenze, agli Orti del Parnaso. Marco è un chimico, Francesco un grafico e Tommaso uno chef
24 Settembre 2020 alle 09:01

Firenze, quartiere San Jacopino, poco fuori dal centro storico, un quarto d’ora a piedi dalla stazione. Una palazzina in una via laterale, alla porta papà Stefano, mamma Enza in salotto, c’è già Marco, poi arriva Tommaso e da ultimo Francesco. In ordine cronologico, così come sono nati, a 3 anni e 3 mesi di distanza l’uno dall’altro, neanche i genitori avessero il cronometro in mano. Sono i fratelli Bartoloni, i campioni del quiz “Reazione a catena”. Da martedì 1° settembre hanno inanellato una vittoria dietro l’altra, stanno per battere il record di puntate vinte in una stagione e potrebbero, chissà, restare campioni e riproporsi il prossimo anno. «Tornare come “I Tre alla Terza”? Forse anche no!» confessano loro ridendo.

Per ora, infatti, restano “I Tre alla Seconda”, essendo la seconda volta che partecipano al quiz di Raiuno. La prima fu nel 2017 e fu un’idea di Francesco: da sempre appassionato di tv, coinvolse i fratelli conoscendo la passione della famiglia per i giochi e le parole, “Scarabeo”, “Taboo”, “La Settimana Enigmistica” e via elencando. All’epoca si chiamavano “I Belli di Babbo”, bastò una puntata contro i formidabili “I Tre di Denari”: eliminati. «Eravamo rimasti bruciati, così quest’anno, quando hanno ammesso ai provini squadre che in passato non avevano vinto neanche una puntata, non abbiamo avuto un attimo di esitazione».

A maggio, dunque, i tre fratelli cominciano ad allenarsi per la “seconda” avventura. Testardi e sistematici. Ma sui figli, la parola passa alla mamma, la signora Enza, insegnante di sostegno: «Marco è sempre stato un bambino premuroso, si appassionava a tutto, pittura, disegno, astronomia, a 3 anni e mezzo già leggeva. Tommaso è il più vivace, da piccolo intratteneva tutti, è un gran chiacchierone. Francesco quando è nato sembrava un angelo, dormiva sempre, è un tranquillone». Ora Marco, laureato in Chimica e tecniche farmaceutiche, lavora nel marketing di un’importante azienda farmaceutica. Tommaso è chef e tiene corsi in una scuola di arte culinaria. Francesco ha studiato design industriale e sogna un futuro dietro le quinte della tv. Cosa li lega? A parte la fratellanza, tutti e tre hanno fatto il liceo classico e hanno gran dimestichezza con le parole e il lessico, che per vincere a “Reazione a catena” sono fondamentali. «Da ragazzi facevamo “il gioco del vocabolario”, si apriva il vocabolario, si selezionava una parola strana, ognuno scriveva una definizione inventata, si raccoglievano tutte le definizioni compresa quella vera e si leggevano. Era uno spasso» raccontano. Prepararsi per il quiz di Liorni li ha portati a passare di nuovo tante ore insieme, dal momento che Marco e Tommaso non abitano più con i genitori. «Prima, con la quarantena, ci vedevamo via Internet, poi essendo congiunti appena possibile ci siamo riuniti» continuano. Metodo d’allenamento: guardare vecchie puntate del quiz senz’audio e creare un archivio con 2.500 parole ricorrenti da saper definire. «A un certo momento appena senti una parola pensi subito a come definirla. A volte ti svegli di notte, il cervello comincia a pensare alle parole e non riesci più a dormire». Ora che sono campioni, qualcuno li ferma per strada a Firenze e li riconosce: “I Bartoloni!”. Si sono fatti vivi vecchi amici, vecchie conoscenze e... vecchie fiamme (Marco e Tommaso sono però fidanzati). Finita la puntata papà Stefano, che lavora come tecnico in una tv locale, passa un’ora a rispondere a messaggi e telefonate. «Ci fa molto piacere» dicono i fratelli, «durerà un paio di settimane, finché andiamo in onda, per fortuna...».

Marco Liorni: «Molto professionali ma sanno divertirsi»

Il padrone di casa Marco Liorni commenta così il trio fiorentino: «Tommaso e Francesco Bartoloni si sono dimostrati fratelli con una grande (e “vincentissima”) intesa. Mi hanno colpito per tecnica e calma olimpica anche nei momenti più decisivi. Marco è chiaramente il leader, il più grande, quello che fa le tattiche, talvolta fulmina con lo sguardo i fratelli se non giocano come d’accordo. Tre così li ammiri e ti affezioni, anche vista la lunghissima permanenza che si stanno guadagnando. Neanche loro sanno se è stato un caso che siano nati esattamente a 3 anni e 3 mesi di distanza: un preciso piano dei genitori? Ci abbiamo scherzato, come sull’abitudine di Tommaso di inondare il gioco di parole di cucina, vista la sua professione, o sulla ricercatezza del primogenito Marco, prodigo di parole “difficili”, o sull’intuito di Francesco (detto “Berto”) per le soluzioni del “Quando, dove, come, perché”. Bello vedere tre fratelli così legati fra loro, anche nelle pause delle registrazioni. I loro genitori li abbiamo avuti in collegamento ed erano ovviamente molto fieri. Mi sono sembrati ragazzi seri, “professionali” nell’affrontare i giochi, ma anche pronti a divertirsi e cantare!».

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