Reazione a catena: parlano Le Cha Cha Cha, super campionesse del quiz

«L’intesa vincente ci ha fatto arrivare qui», ci raccontano

9 Agosto 2018 alle 11:13

Sono tre amiche di Milano e dintorni. Si chiamano Martina, Sara e Laura e dal 24 luglio sono le campionesse del quiz di Raiuno «Reazione a catena» condotto prima di cena da Gabriele Corsi. Martina è la «capitana» della squadra, Laura la ballerina estrosa, Sara la più timida.

Le tre ragazze, single e poco più che ventenni, si fanno chiamare «Le Cha Cha Cha» perché frequentano la stessa scuola di ballo latino-americano. «Io e Sara ci siamo conosciute all’università tre anni fa» racconta Martina. «Frequentiamo il corso di Linguaggio dei media alla Cattolica di Milano, con specializzazione nell’organizzazione di eventi». Tra una lezione e l’altra, Sara insegna pure ginnastica ritmica alle bambine («Ho fatto tante gare da quando ero piccola, non a livello olimpionico, s’intende!»). A loro si aggiunge Laura, che nella vita è ballerina professionista: insegna danza classica e lavora in una compagnia di balletto di San Pietroburgo. «Mi chiamano quando vogliono, tre mesi in inverno, due mesi in primavera...».

Non sono patite dei giochi, né della Playstation, né delle parole crociate. Ma d’estate  c’è più tempo libero e la sera capita spesso di guardare il quiz di Raiuno. A un certo punto una delle tre dice: «Perché non proviamo a partecipare?». Martina lancia l’idea, Sara acconsente, serve una terza compagna e chiamano Laura. «Stavamo a casa, guardavamo le vecchie puntate del quiz, provavamo a rispondere ed eravamo bravine» racconta Martina. Quelli che loro chiamano «allenamenti» cominciano a marzo e proseguono un po’ per gioco e un po’ per curiosità. «Ci vedevamo una volta alla settimana e passavamo un intero pomeriggio a indovinare le parole. Se uscivamo, qualsiasi cosa vedevamo in giro, ci chiedevamo: “Questo con che parole lo diciamo?”. “E quest’altro?”». Un giorno inviano la domanda all’ufficio casting e vengono convocate per un provino alla Rai di Corso Sempione a Milano. Sembra andare bene: gli allenamenti si fanno quotidiani. Dopo dieci giorni («Vivevamo con il telefono in mano») la chiamata definitiva: le tre ragazze partono per Napoli, dove viene registrato il programma.

Il segreto delle loro vittorie? In una parola: l’intesa vincente (che poi è il nome di uno dei giochi più famosi del programma). Risponde Laura: «Siamo molto brave nella velocità, abbiamo studiato a memoria tante parole. Io, per esempio, sono più brava a indovinare le canzoni, Gabriele Corsi mi chiama “jukebox”».

Il pubblico? «C’è chi ci adora e chi non ci sopporta» dice Martina. «Io sono la più antipatica forse perché sono la “capitana”. Se la prendono anche con il tatuaggio che ho sul braccio, si vede quando mi copro la bocca per non far scoprire cosa dico». Il tatuaggio riporta il nome di Simone, il fratellino dodicenne di Martina, suo primo fan. «Ho un carattere abbastanza chiuso, nessuno si aspettava di vedermi in tv» confessa Sara. «È stata una sorpresa anche per me. Ma questa esperienza mi ha dato più sicurezza».

E con i soldi vinti? «Sicuramente faremo un viaggio insieme». Poi magari un master (Martina), una macchina nuova (Sara) e un salto a New York per cercare fortuna a Broadway (Laura). E in futuro? Martina: «Mi piacerebbe lavorare come wedding planner. Non sono fidanzata, ma così almeno organizzo i matrimoni degli altri!». Sara: «Mi piacerebbe lavorare nell’organizzazione di un programma tv». Laura: «Sarebbe bello lavorare come ballerina in televisione o in un musical».

L'UOMO CHE LE HA «NOMINATE»

Christian Monaco è l’autore di «Reazione a catena» che si occupa dei concorrenti. In 11 anni ha visionato mille squadre, che moltiplicate per tre concorrenti a testa fa... tremila persone di ogni età e da ogni parte d’Italia. Di Laura, Martina e Sara, le tre ragazze milanesi della squadra «Le Cha Cha Cha», racconta: «Si erano presentate come “Le 3 per caso”, io ho cambiato solo il nome, a volte si abusa con il numero “3” nel nome della squadra. Devo dire che si erano allenate tantissimo. Hanno scalzato la squadra de “I fuoritempo”, tre cervelloni preparatissimi e colti. Le ragazze, invece, erano bravissime in un unico gioco, quello della “Intesa vincente”, poi sono migliorate anche sugli altri. Si vedeva che avevano una grande intesa e un’immagine molto fresca, anche se qua e là dicevano qualche strafalcione. Sono ragazze dei nostri tempi, coscienti dei propri limiti: non fingono quando sbagliano i titoli dei film di Hitchcock o le domande sul pittore Modigliani, ma sono abbastanza umili da capire il meccanismo del gioco e migliorare di puntata in puntata».

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