Tornano in tv con un nuovo esilarante programma sulla canzone umoristica napoletana, mercoledì 12 e 19 dicembre su Raidue
«Secondo lei il pubblico cosa si aspetta da noi? Sorrisi e canzoni! E noi facciamo sorridere e cantare con la musica» spiega sorridendo Renzo Arbore a Napoli, immerso con Nino Frassica nelle prove del loro nuovo show «Guarda... stupisci».
La formula è la stessa del programma di successo «Indietro tutta! 30 e l’ode» andato in onda un anno fa: accanto a loro è confermata Andrea Delogu, una sorta di direttrice dello «studio a mare». «Abbiamo inventato un’aula universitaria affacciata idealmente sul mare di Napoli» precisa Arbore. «L’aula è intitolata a Santa Chiara, che è la protettrice della televisione». Tra i banchi ci sono circa 100 giovani, tra studenti e ragazzi del coro del San Carlo, che sono pronti a imparare lezioni di umorismo. E poi tanti ospiti. Non solo napoletani. Da Lello Arena a Enzo Decaro, da Marisa Laurito a Tullio De Piscopo, da Gigi Proietti a Enrico Montesano, da Lino Banfi a Teo Teocoli e Stefano Bollani.
Renzo, Nino, il sottotitolo del programma è «Modesta e scombiccherata lezione sulla canzone umoristica napoletana». Perché Napoli?
Renzo: «Perché è la città più sorridente del mondo. E in un momento in cui sono tutti arrabbiati, si danno “contro”, si parlano “contro”, noi facciamo, al contrario, un programma “per”. Una trasmissione per allietare gli italiani, approfittando delle canzoni umoristiche antiche napoletane per far sorridere, spero, fino a Bolzano. Spiegandole un po’...».
Come è nato il programma?
Nino: «Renzo aveva l’idea e, come succede sempre quando si parla di lavoro, ha chiamato me e gli autori a casa sua. E nel suo accogliente salotto è nato il programma. Tra un caffè, uno stuzzichino dolce o salato, un piatto di pasta... Perché lui ci offre di tutto e insiste pure: dobbiamo prendere qualcosa. Renzo è un fantastico padrone di casa. Dopo il lavoro spesso rimaniamo fino a tardi a chiacchierare di tutto, perché, prima ancora che colleghi, siamo amici. Insomma, “non ci diamo il lei” (ride)».
Il vostro sodalizio artistico è nato quasi 40 anni fa. Ma vi ricordate la prima impressione che avete avuto dell’altro quando vi siete conosciuti?
Renzo: «L’ho conosciuto con un messaggio surreale che mi ha lasciato sulla mia segreteria telefonica. “Sono la segreteria telefonica di Nino Frassica. Riattacco al mio via: 1... 2... 3...” e mise giù. Ho pensato: questo è uno della combriccola, è in piena sintonia con me».
Nino: «Era il 1979. Ero un po’ timido quando mi trovai di fronte al mio maestro: per me Renzo era un mito. Lui mi guardò e mi disse: “Antonino, non so perché ma mi ha sempre chiamato così (ride), sembri un napoletano”. Eppure si vedeva che ero siciliano... Mi piaceva, e me ne sono tornato in Sicilia tenendomi questo complimento, come se mi avesse detto: “Sei un bel ragazzo!”».
Il ricordo più divertente che vi accomuna?
Renzo: «Dopo il famoso messaggio che mi lasciò in segreteria richiamai casa sua. Rispose la madre: “Chi parla?”. “Sono Renzo Arbore”. “Sì, vabbè, e io sono Pippo Baudo!” disse. Quando riuscii a parlare con Nino gli dissi: “Signor Frassica, quando capita a Roma mi venga pure a trovare”. La mattina dopo ha suonato alla mia porta. Era partito dalla Sicilia subito dopo la mia telefonata (ride)».
Nino: «Una sera, ancora non ci conoscevamo da molto tempo, andai a seguire a casa sua una puntata del Festival di Sanremo. C’erano altre persone, tra cui Roberto D’Agostino e fioccavano commenti esilaranti e irresistibili da parte di tutti. Non credo di aver mai più riso così tanto in vita mia. Fu una serata memorabile».
Torniamo al programma: chi è più bravo dei due a parlare napoletano?
Renzo: «Beh, io. Ho vissuto sette anni in questa meravigliosa città...».
Nino: «È più bravo Renzo ma io debutterò come cantante in napoletano».
Nino, quindi davvero la sentiremo cantare?
Nino: «Già. Esordisco ufficialmente come cantante in un varietà. Sempre alla mia maniera naturalmente. Non certo come Pavarotti...».
La vostra canzone napoletana preferita?
Renzo: «Canzone appassiunata».
Nino: «Tu si’ ‘na cosa grande».
Il vostro piatto napoletano preferito?
Renzo: «Il “gattò di patate”».
Nino: «I friarielli».
Dite una frase in napoletano alla vostra compagna di avventura Andrea Delogu.
Renzo: «“Tu si’ ’nu babà”».
Nino: «“Tu si’ ’na brava e ’na bella guaglioncellellerella”. Andrea è intelligente, sveglia, lucida e ha i piedi per terra. È lei che riesce a trovare una cornice in grado di moderare l’astrattismo mio e di Renzo».
E adesso dedicatevi una frase in dialetto tra di voi.
Renzo: «“O te ne vai tu, o me ne vaco io...”».
Nino: «“Quann veng’ a casa toia, e mi racconti qualcosa, mi fai schiatta’ ‘e risate!”».