Renzo Arbore: «Quanti incontri… riviviamoli insieme in tv»

Apre la scatola dei ricordi per "Striminzitic show", nuovo programma “figlio della quarantena”

Renzo Arbore
4 Giugno 2020 alle 16:29

«Finalmente tornerò a fare il glorioso varietà quotidiano. È da 30 anni, dai tempi di “Indietro tutta!”, che non si vedono più. Lunedì 8 giugno esordiamo in prima serata su Raidue e poi andremo in onda tutti i giorni per altre 20 puntate, dal lunedì al venerdì in seconda serata».

Arbore, ma perché questo nome così strano, “Striminzitic show”?
«E dico, provateci voi a fare un grande varietà in piena quarantena! A “Indietro tutta!” eravamo 50 persone in uno studio enorme. Qui siamo in cinque a casa mia: io, Gegè, il regista, un operatore e un fonico. Chiaro che ne uscirà un bellissimo show, ma un po’... “striminzitic”».

Come è nato il programma?
«Dall’isolamento per il virus. Questa primavera dovevo tenere sette concerti: annullati. Non mi sono depresso, però. Io ho visto i bombardamenti in guerra, ero uno sfollato senza luce, acqua e cibo. Figurarsi se mi spaventa starmene tranquillo a casa mia. Chiuso nell’appartamento di Roma, ho deciso di rimettere finalmente mano al mio archivio personale. Filmati Rai, ma non solo: io giro sempre con le telecamere, ho ripreso anche buona parte dei 1.500 concerti fatti in tutto il mondo con l’Orchestra italiana... Altri filmati arrivano dal mio sito Renzo Arbore Channel, che raccoglie 100 mila contatti al giorno. Ne sono uscite tante chicche, anche inedite, che presenterò con la guida del regista Gianluca Nannini e il mio fido Gegè Telesforo».

Cos’è, un’autobiografia per immagini?
«No, il protagonista non sono io ma gli incontri con tanti talenti straordinari. Avrete modo di rivedere Nino Frassica, Roberto Benigni, Simona Marchini, Roberto D’Agostino e tanti, tanti altri».

Già, lei ha lanciato così tanti personaggi da perdere il conto. Si può sapere come li scova?
«Il segreto è chiedersi: ci fa o ci è? Perché per funzionare davvero ci vuole un fascino innato che non si può proprio insegnare. Tutto il resto si impara».

Ci fa qualche esempio?
«Roberto D’Agostino si è inventato tutti i suoi mestieri. Una volta eravamo in un ristorante con vetrina, e lui guardando fuori si mette a descrivere gli abiti della gente. Era nato il “lookologo” (a proposito, per lui io sono “un clarinettista newyorkese degli Anni 40”). Milly Carlucci era una pattinatrice che parlava inglese come un’americana: e dove la trovi un’altra così? Francesco Paolantoni era un furetto paffuto e io l’ho messo a fare Cupido (altri ricordi li trovate nelle foto a destra, ndr)».

Mi sa che ci sarà da divertirsi...
«Certo. Ma anche da ballare, perché con Gegè rispolvereremo i grandi ospiti musicali di “D.O.C.” (show condotto dai due negli Anni 80, ndr). Del resto io sono consapevole che il pubblico, in questo momento di grande difficoltà e preoccupazione, da me si aspetta principalmente due cose: sorrisi e canzoni». E noi lo sappiamo bene!

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