Continua il successo della trasmissione e il conduttore Sigfrido Ranucci ci anticipa le prossime inchieste

La macchina di “Report” e le sue scottanti inchieste su corruzione, malasanità e disservizi è inarrestabile. Una sorta di “tribunale” televisivo presieduto ogni lunedì sera su Raitre da Sigfrido Ranucci, che il 6 dicembre tornerà ad affrontare un tema al centro dell’interesse di tutti: l’emergenza Covid.
Sigfrido, stavolta da che punto di vista lo tratterete?
«Punteremo l’attenzione sulla scuola e su come si è organizzata per far fronte alla pandemia, partendo dalla mancanza degli spazi necessari per consentire un adeguato distanziamento. Ma mostreremo anche che fine hanno fatto i banchi speciali, ordinati e poi non utilizzati perché non conformi alle norme antincendio. E i milioni di mascherine acquistate e ammucchiate nei magazzini perché inidonee a offrire un’adeguata protezione».
Ma non finirà qui...
«Avremo un’inchiesta sulle banche che hanno venduto ai clienti e ai dipendenti diamanti come investimento a un prezzo decisamente superiore al loro valore. E indagheremo su chi sta dietro a questa truffa. Che non è la sola… Dalle banche passeremo al calcio, al ruolo che svolgono gli agenti e i procuratori nel pilotare gli ingaggi dei giocatori per guadagnare soldi».
Ha da poco tagliato il traguardo delle 100 puntate, che bilancio fa?
«“Report” è un grande lavoro di squadra, che dà tante soddisfazioni e altrettanti dispiaceri. Subiamo continui attacchi che mirano a infangare la credibilità del programma. Ma quello che proprio non sopporto è quando toccano i miei collaboratori e i miei familiari».
Lei è sotto scorta. Ha mai paura?
«La paura serve, ti consente di tenere alta la guardia. Ma non mi impedisce di portare avanti ciò in cui credo».